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Emanuela Di Napoli Pignatelli a tu per tu con Armando Orfei

da: cinquew.it

NAPOLI – Co-titolare del Circo Nazionale Italia, l’ex Circo Hamar si presenta con uno spettacolo tradizionale ma dal sapore moderno grazie alle differenti fantasie presentate per ogni attrazione e alle bellissime coreografie accompagnate da magnifiche musiche. Un circo grande con tanti animali, innanzitutto le belve feroci, specialità di Armando Orfei, domatore da sette generazioni, poi elefanti, cammelli, dromedari, gnu, emu, watussi, un bel rettilario, zebre, circa quindici cavalli e tanti altri animali. Inoltre lo spettacolo è animato da acrobati, giocolieri, trapezisti e altro ancora…

Ho chiesto a Orfei, però, di parlarmi anche della vita di un circo, quello che normalmente non appare durante lo spettacolo. Mi ha raccontato che si comincia verso le sette del mattino, con la colazione gli operai e coloro che non hanno la famiglia al seguito mangiano in aree comuni, chi ha invece la propria famiglia provvede ai propri pasti all’interno della sua roulotte. Tutti hanno un ruolo preciso, quindi la mattinata viene spesa tra gli allenamenti di chi ne ha bisogno e la cura degli animali.
Importante anche il lavoro del gruppo di giovani che si occupano della pubblicità girando per i comuni limitrofi per distribuire biglietti omaggio e promozioni, al fine di portare quanta più gente possibile a conoscenza dell’arrivo o della permanenza del circo in città.
Nel pomeriggio iniziano i primi spettacoli che poi proseguono fino a circa mezzanotte.

Sono presenti anche dei bambini, che di città in città vengono iscritti alle scuole locali, che affrontano però alcuni sacrifici, poiché spesso si trovano un po’ sfalsati rispetto al programma di studio, alcune volte sono in anticipo sui compagni altre volte in ritardo, e devono lavorare di più a casa per mettersi al pari. Il tempo di permanenza in ogni luogo varia dalla grandezza di questa e dall’afflusso di pubblico, in città come Napoli si rimane dai quaranta ai sessanta giorni, in un comune più piccolo come, ad esempio, Frosinone, quindici giorni è un tempo sufficiente.
Il Circo Italiano deve anche affrontare problemi che in altre nazioni non esistono: infatti, in Italia vi sono in pochissimi centri aree comunali preposte a ospitare il circo, basti pensare che a Roma o a Milano non esistono e a Napoli sono molto precarie, negli altri Paesi invece è normale. Questo costringe i titolari di volta in volta a ricercare spazi, talvolta anche molto costosi, e a prenderli in affitto da privati. Esiste un’associazione di categoria che da anni porta le sue battaglie fino al Consiglio dei ministri, il domatore si augura, in qualità di titolare di circo, ma anche per il bene di tutto il mondo circense italiano, che questo possa essere l’anno della svolta.
Domatori si nasce o si diventa?
Assolutamente si diventa, non si può stabilire di essere domatori, bisogna entrare nel recinto e vedere se si riesce a creare un feeling con le belve feroci si deve poi in caso di approccio positivo iniziare a costruire con queste un rapporto di fiducia, nutrendo gli animali personalmente e trascorrendo con loro quanto più tempo possibile.
Orfei tiene spettacoli con tigri e leoni dall’età di dieci anni, ho visto personalmente una tigre dall’aspetto minaccioso diventare in sua presenza un gatto – leggermente cresciuto – amante delle coccole. Lo stesso uomo però afferma che se si trovasse in savana, avrebbe sicuramente paura delle belve, che non riconoscendolo come “ persona di cui fidarsi” probabilmente lo attaccherebbero. Nel circo gli animali nascono e da piccoli iniziano a familiarizzare con l’uomo, che li tratta con amore, non provano quindi paura e accettano come gioco gli esercizi che gli vengono insegnati Orfei, però, raccomanda sempre di fare attenzione perché sono animali istintivamente feroci.
Esiste una differenza sostanziale di pubblico tra l’estate e l’inverno, quando le scuole sono aperte molta pubblicità si effettua all’uscita di queste distribuendo ai giovanissimi biglietti con riduzioni speciali per il week-end. In estate invece la gente ha un desiderio di evasione da ogni tipo di costrizione: sia al mare sia ai monti si prediligono le attività all’aria aperta, il trend però di questa estate è positivo riguardo a questo tipo di spettacolo e Orfei si ritiene soddisfatto dall’afflusso di pubblico, perché come egli stesso afferma “il circo ha comunque il suo fascino!”.

Il backstage del circo durante lo spettacolo è un’esperienza unica ed estremamente divertente, quasi ogni artista ha in programma dai due ai tre numeri differenti, il cambio dei vestiti dei circensi avviene quasi alla stessa velocità di quello delle modelle durante le sfilate, gli animali percepiscono l’inizio dello spettacolo ed il momento di entrare in scena, lo spazio dietro il sipario è ingombro di ogni sorta di arnese che verrà poi utilizzato durante le differenti attrazioni, gli operai sono costantemente a lavoro per preparare tutto quello che necessita agli artisti e successivamente per riporre dopo ogni esibizione tutto in ordine e pronto per lo spettacolo successivo.
Come afferma Davide Coda Prin, socio di Armando Orfei, nel circo tutto è sincronizzato, quando devono trasferirsi da una città all’altra impiegano pochissimo tempo, nella stessa giornata riescono a smontare viaggiare e rimontare nella nuova location.
Coda Prin, ama la vita circense, anche se afferma di non avere vacanze poiché i circhi non chiudono, gli animali vanno comunque nutriti. La vita è quella di una grande famiglia, i problemi del singolo diventano quelli della comunità, e ci si diverte insieme. Il Circo Nazionale Italia è composto di tre famiglie e ogni membro ha i suoi compiti è divertente vedere come al controllo dei biglietti ci siano delle persone che poi ritrovi sul trapezio o durante un numero con gli animali esotici.
È stato proprio all’entrata che ho incontrato Iller Coda Prin, addestratore di animali esotici e cavalli, equilibrista, non ricorda come abbia iniziato a fare questo lavoro, attraverso l’album fotografico di famiglia ha scoperto che a quattro anni lavava gli animali nel circo in cui abitava con la sua famiglia. Iller non ha esitato a raccontare che si allena almeno un paio di ore al giorno per ognuno dei numeri che presenta, al momento sono tre: uno di equilibrismo, dove sapientemente mescola forza e tecnica, in tandem con il fratello il secondo con i cavalli il terzo con gli animali esotici. Vive nel circo con una moglie brasiliana e una dolcissima bambina di quindici mesi.
Che dire delle splendide figlie di Armando che sapientemente coadiuvano il padre nei suoi numeri con le belve e con i coltelli?

Sandi, Shanon e Sharon, la trapezista che affascina con il suo numero al trapezio a testa in giù l’intera platea.
Il circo e soprattutto la vita di chi vi abita è stata una scoperta emozionante e interessante che spero di essere riuscita in qualche modo a trasmettere ai lettori, con l’invito ad assistere almeno una volta nella vita a un’opera circense e fare conoscere questo incredibile mondo ai bambini.
di Emanuela Di Napoli Pignatelli

14/08/2011 23.52.53

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