I numeri da circo (Bellucci) per scappare dalla Tunisia
Il Circo Bellucci in Tunisia. Nelle frecce Attilio ed Emilio
Roma, febbraio
Per poco nella crisi tunisina non entrava anche un branco di tigri. Attilio ed Emilio Bellucci, domatori di professione (del circo Bellucci), la tentazione di aprire la gabbia e andare incontro alle bande di aggressori tenendo al guinzaglio un gattone di 300 chili l’hanno avuta. In tournée in Tunisia col circo di famiglia, si sono ritrovati di colpo al centro della «rivolta del pane». Erano a Sfax, seconda città del Paese, 270 chilometri a sud di Tunisi e, senza capire cosa stesse succedendo, il 12 gennaio hanno visto esplodere una rivoluzione in piena regola, con decine di migliaia di manifestanti, la polizia in assetto antisommossa e scontri a ripetizione.
«CE LA SIAMO VISTA BRUTTA…»
Rivivendo quei momenti, oggi Attilio Bellucci può permettersi il lusso di un sorriso. Il pericolo è scampato. Il circo con 72 persone, 50 animali e 48 mezzi è tornato in Italia su una nave messa a disposizione dal ministero degli Esteri e ora è a Roma in attesa di riprendere l’attività. «Ce la siamo vista brutta», dice. «Attorno a noi succedeva di tutto. Scontri, sparatorie, morti. Due uomini sono stati uccisi sotto i nostri occhi a 20 metri dall’ingresso del circo e abbiamo visto una camionetta della polizia accerchiata dai manifestanti partire a tutta velocità facendo volare in aria decine di persone. Le nostre donne e i nostri figli piangevano terrorizzati. Ma eravamo bloccati, non potevamo muoverci e dopo 48 ore non avevamo più da bere e da mangiare».
Giuseppe Fumagalli – foto Massimo Sestini
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Da Oggi.it
03/02/2011 15.21.11
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