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Stampa: “Circo Marino, il commento di Don Luciano Cantini”

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Stampa: “Circo Marino, il commento di Don Luciano Cantini”

ROMA – (Migranti-press) – “Una notizia di cronaca, immagini di squallore trasmesse in tv, tanti interrogativi in cerca di risposte e le risposte arriveranno dalle autorità competenti”. E’ il commento di don Luciano Cantini, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale dei Circensi della Fondazione Migrantes, alla notizia dell’accusa ad una famiglia circense di aver sfruttato alcune persone di origine bulgara. Secondo l’accusa la famiglia bulgara era costretta dai titolari, padre e figlio di Santa Croce di Magliana (Campobasso) e il genero di Lucera (Foggia), a vivere in condizioni di schiavitù. In particolare, le due figlie di 16 e 19 anni, sarebbero state  costrette ad esibirsi, rispettivamente in una vasca con serpenti e in acqua gelida con piranha e tarantole.

Per don Cantini “c’è una verità, che non è però quella del Circo Marino, ma di tanti altri complessi come quello e di tante famiglie che da generazioni vivono con quel mestiere scritto nel loro Dna. Il circo di piccole e medie dimensioni – spiega il sacerdote – sta vivendo un periodo difficile, un po’ per le generali difficoltà congiunturali, un po’ per l’emarginazione in cui è costretto a vivere. L’arrivo del circo era l’’evento’ di un paese o di una città… si annunciava con manifesti e parate adesso per il circo c’è solo la periferia, quando non è la discarica o un più deciso ‘non c’è posto’. Purtroppo la logica dell’umano genere è che l’emarginazione crei ancor più emarginazione, ed il degrado generi degrado”. Riferendosi al fatto che le ragazze si esibivano con piranha e tarantole don Cantini si chiede: “E’ possibile che l’uomo per divertirsi, invece di cercare il bello, cerchi il truculento? Il genere horror non è un invenzione del circo, purtroppo per sopravvivere si è costretti ad andare dietro alle richieste del mercato”.

 

(Da “Migranti-Press”)

27/03/2008 9.27.36

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