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Alegria:
riuscita la scommessa di David Zard

 

La scommessa di David Zard, l’ennesima, di riuscire a convertire gli italiani al grande neocirco internazionale nato in Canada, pare decisamente vinta. Dopo “Saltimbanco”, che vide l’esordio del “Cirque du Soleil” in Italia, anche “Alegrìa”, il secondo spettacolo approdato in Italia dei tanti che la compagnia canadese ha allestito in giro per il mondo ha ottenuto un successo tanto clamoroso da convincere l’organizzazione a prolungare fino al 16 aprile la permanenza a Milano del grande tendone bianco che occupa l’area di fronte al Forum di Assago, in cui tecnici e artisti con le loro famiglie hanno la loro casa temporanea.

“Alegrìa” è uno spettacolo di clown e acrobati, prevalentemente provenienti dall’est ex sovietico, Russia, Ucraina, Mongolia, perché è da quei luoghi che provengono i migliori specialisti dei quadri acrobatici scelti. «Cosa succederebbe se il buffone si facesse re?» è la domanda pretesto che fa da cornice l’allestimento? Succederebbe che il re buffone avrebbe bisogno di un buffone egli stesso e che il re diventerebbe buffone del suo buffone, e forse così la verità spunterebbe e i vecchi tornerebbero a guardare il mondo con occhi di bambino. Ironia e sofismi si trasformano subito in un progetto musicale teatrale e acrobatico straordinariamente gestito da quadretti comici affidati a due clown surreali che finiscono per coinvolgere l’intera platea in una furiosa finta tempesta di neve.

Ma “Alegrìa”, intesa come stato d’animo e come progetto sull’evoluzione dei governi dalla monarchia alla democrazia e l’evoluzione della vita dalla giovinezza alla vecchiaia, è soprattutto un grande spettacolo di abilità circense, della più nobile, quella che porta all’estremo le capacità umane di equilibrio e controllo del corpo.

Con una band di clown mascherati (tutte le maschere in cartapesta degli attori sono prodotte a Venezia, le altre tra Canada e Usa) che crea un moderno e continuo commento sonoro dal vivo, con arie, suoni e canzoni, e un gruppo di clown truccati da vecchi nobili incartapecoriti e ondeggianti nel loro stupore insipiente, i quasi cinquanta artisti coinvolti nello spettacolo alternano per oltre due ore quadri acrobatici di alta qualità e unicità, dai volteggiatori ai trapezi paralleli, al gruppo di saltatori acrobati del Bronx che volteggiano in maniera spettacolare sulle due strisce di tappeto elastico che appaiono incrociandosi sul palco, i lenti movimenti del ginnasta in equilibrio su un unico supporto sospeso, i giocolieri col fuoco e la sensuale contorsionista con gli hula hop metallici. Ma è nella seconda parte che Alegrìa cresce di intensità e stupore, fra i volteggi dell’acrobata sospeso a elastici, a quelli ancor più complessi dei tre acrobati lanciati in aria da sottili barre elastiche sostenute a spalla fino ai corpi volanti (che seguono le due contorsioniste dalla spina dorsale di gomma) che volano nell’aria intrecciandosi nell’aria tra l’ondeggiare dei trapezi.

Meno complesso alla fine di “Saltimbanco”, questo “Alegrìa” che gira il mondo già da diversi anni, è più in linea con il mondo del circo è più tradizionale, ma portando sempre a livelli estremi l’eleganza e la perfezione dei movimenti, con tempi e ritmi da musical, e un’eleganza formale da danza classica. È in questo gran miscuglio di arti e abilità che il “Cirque du soleil” è riuscito a reinventare lo spettacolo circense rispettandolo e restituendogli dignità assoluta. E la standin’ ovation e le continue entusiastiche “chiamate” del pubblico rivolto agli artisti è la prova di un successo che si replica spettacolo dopo spettacolo dall’Europa all’America, per ciascuna delle varie produzioni che le diverse compagnie del “Cirque” stanno portando in giro.

“Alegrìa” concluderà il 16 aprile la sua permanenza a Milano, per spostarsi a Roma dal 27 aprile al 28 maggio.

Giò Alajmo

Da Il Gazzettino on line del 05-04-06

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