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CI HA LASCIATO VITTORIO PATATA SALY

CI HA LASCIATO VITTORIO PATATA SALY

Questo pomeriggio alle 15.35 si è spento all’ospedale di Barletta Vittorio Saly, conosciuto da tutti come Patata. Un clown popolare e amato, un artista benvoluto che ha attraversato la storia del circo italiano attraverso scritture importanti e traguardi professionali degni di menzione.

CI HA LASCIATO VITTORIO PATATA SALY

Malato da tempo, da 15 anni era parte integrante del Circo Moira Orfei in cui si è esibito fino a pochi anni fa nei suoi ultimi spettacoli al fianco del figlio Gyula, della nuora Elisa e del nipote Victor.

In gioventù, dopo i primi contratti nei principali complessi dell’epoca (Bellucci, Bisbini, Bizzarro, Canestrelli, Zoppis, …), vennero le scritture all’estero, con una fortunata permanenza al Circo Medrano delle Sorelle Swoboda in Romania. E proprio al termine di una tournée in questo paese, nel 1965 Vittorio in coppia con il partner dell’epoca, Ginetto Bisbini, partecipa al 1° Festival dei Clowns di Sofia. Il caso volle che nella giuria di quella manifestazione ci fosse il nostro Pino Correnti, giornalista e impresario italiano, all’epoca impegnato nell’organizzazione di importanti manifestazioni internazionali, quali il Festival dei Clown e il Festival dei Giocolieri che portò nel nostro paesi i migliori artisti dell’epoca. Il pezzo forte di Vittorio e Ginetto era l’entrata della boxe che oltre a fargli ottenere un contratto per un mese allo stabile di Sofia, fruttò ai due la proposta di un contratto al Ringling-Barnum negli Stati Uniti.

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Vittorio Saly e Ginetto Bisbini

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In Italia sono davvero pochi i circhi in cui Vittorio non ha lavorato, prima da solista poi con la prima entrata musicale (messa in piedi nel 1976 anche grazie ai consigli di Pietrino Rossi) insieme alla moglie Lina Sollazzo e ai figli Gyula, Soara e Rita. Elencarli sarebbe davvero lungo, ma ciò che è bello e interessante è vedere come il lavoro quotidiano di Vittorio, la capacità di trasmettere al figli l’amore e la passione per questo lavoro ha costruito una carriera che ha attraversato tutti i circhi, arrivando come coronamento di un percorso professionale importante al Circo Moira Orfei nel 2001. Quindici anni durante i quali i Saly sono ulteriormente cresciuti, rinnovando il proprio repertorio che spazia dall’entrata musicale classica, alle riprese più tradizionali, fino al coinvolgimento del pubblico ed una presenza nello spettacolo costante che accompagna lo spettatore per mano.

CI HA LASCIATO VITTORIO PATATA SALY
Vittorio con il figlio Gyula e il nipote Victor al Circo Moira Orfei

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Vittorio con la nuora Elisa e Gyula

Nel circo, e soprattutto nell’ambiente dei tony, ogni artista ha sovente un soprannome. Talvolta, come in questo caso, è un nome d’arte, che poi rimane anche fuori dalla pista, fino ad identificarsi col nome. Vittorio Saly per tutti ormai è e rimarrà per sempre Patata. E tutto nacque per caso negli anni Cinquanta quando prese “in prestito” il nome da Pietro Canestrelli che si trasferì per un periodo in America per lavoro concedendo a Vittorio l’uso del proprio nome d’arte. Al suo ritorno il nome “Patata” era diventato molto popolare presso il pubblico grazie al volto e alla comicità di Vittorio e Canestrelli fu lieto di lasciare quel nome al collega che lo aveva portato così bene. Così il nome gli rimase da allora per sempre. Un’altra caratteristica di Patata Saly è stata la sua maschera di grande efficacia: il volto bianco e la grande bocca rossa appuntita. Una maschera molto riconoscibile, scelta il giorno in cui vide al cinema il kolossal americano “Il più grande Spettacolo del Mondo” di Cecil B. De Mille il cui protagonista, James Stewart vestiva i panni del clown Bottom. Quella maschera fu ripresa anche da Totò (ne “Il più comico Spettacolo del Mondo”) e da Sandra Mondaini per il suo clown “Sbirulino”, ma al circo è la truccatura di Patata Saly e per il suo impatto non ci stupisce che il volto truccato di Vittorio sia stato scelto nel 2004 come immagine simbolo della Biennale di Arte Contemporanea organizzata a Castel Sant’Angelo a Roma.

Un anno fa pubblicammo la notizia che il costume di Vittorio era entrato a far parte dello stupendo museo privato del Dottor Alain Frere. Siamo felici di questo riconoscimento e di sapere che il costume di scena con cui Vittorio ha calcato così tante piste importanti oggi si trovi al fianco di quelli di Grock, dei Fratellini, dei Rastelli e di Charlie Rivel in un luogo simbolicamente tanto significativo.

I Saly regalano il costume di Patata a Alain Frere (Foto Giovanni Lagorio)

Il nostro pensiero va a tutta la famiglia Saly che ha assistito amorevolmente in questi ultimi anni di malattia e difficoltà il caro Vittorio. La sue eredità artistica è in buone mani, nel grande libro della storia del Circo il suo nome è inciso a chiare lettere in tante pagine importanti e migliaia di spettatori di varie generazioni sono tornati a casa dopo aver assistito ad uno spettacolo portando con se il ricordo di quel clown.


2007. Una bella foto di Vittorio Saly ritratto da Christoph Enzinger

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Dario Duranti

05/06/2016 23.27.04

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