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Cirque du Soleil: «Portiamo all’Expo la gioia della vita»

 

da avvenire.it

Un&rsquoesclusiva festa per i sensi» promette il sottotitolo di Allavita! lo show che il Cirque du Soleil deposita dal 13 maggio tra i padiglioni dell&rsquoExpo con un&rsquoagenda di ottanta repliche che lo terrà a Milano fino al 30 agosto.

E le prove in corso al Palaghiaccio di via Piranesi sembrano proprio dargli ragione. Acrobati che si lanciano da un trapezio all&rsquoaltro traversando scroscianti pareti d&rsquoacqua, tappeti giganti, un elfo in volo sulle teste del pubblico appeso a grappoli di palloni aerostatici, gli &ldquosway poles&rdquo, le lunghe pertiche flessibili che consentono agli acrobati formidabili coreografie ondeggianti, sono solo alcune delle sorprese di Allavita!, spettacolo in quattordici quadri in scena per cinque sere la settimana, con turni di riposo il lunedì e il martedì.
Questo sorprendente mix tra musical e circo racconta di un ragazzino che riceve in dono un seme magico da sua nonna. Da questo seme appare un amico immaginario che lo guida in un fantastico viaggio tra stupore, coraggio e speranza. Ovviamente è stato il tema di Expo Milano 2015, &ldquoNutrire il pianeta, energia per la vita&rdquo, ad avere ispirato la storia.   
Pur discussa e criticata, la scelta dell&rsquoensemble canadese risponde a quei criteri d&rsquointernazionalità con cui un evento di portata globale come l&rsquoesposizione universale è tenuta a confrontarsi. Davanti alla scelta dei circensi nordamericani alcuni addetti ai lavori nazionali hanno storto la bocca parlando di mortificazione della cultura italiana e di &ldquoprovincialismo esterofilo&rdquo, di mancata valorizzazione della nostra eccellenza nello spettacolo e, per non farsi mancare proprio nulla, di trionfo dello show business sull&rsquoarte. Il Cirque ha risposto coi fatti, mettendo in campo un&rsquoorganizzazione inesorabile e mentre a Rho la costruzione dei padiglioni
arrancava dilaniata dai ritardi, dai commissariamenti e dalle vertenze giudiziarie, nella &ldquofabbrica del sogno&rdquo di Montréal l&rsquoorganizzazione di Allavita! procedeva come un gioiosa macchina da guerra. Inizialmente l&rsquoExpo aveva progettato di ospitare come spettacolo residente un &ldquomust&rdquo della compagnia canadese già in tournée quale Amanluna, portato al debutto tre anni fa e liberamente ispirato a La tempesta di Shakespeare. Poi però si è preferito puntare su una produzione originale, realizzata con un investimento di otto milioni di euro, sei dei quali per il Cirque du Soleil e due per l&rsquoinfrastruttura, ovvero un teatro sotto le stelle da seimila posti. Anche se presumibilmente queste cifre non tengono conto di delle spese accessorie di Allavita!, a cominciare da infrastrutture tecniche come l&rsquoimpianto luci o quello di amplificazione, personale specializzato, addetti alla sicurezza, servizio catering e quant&rsquoaltro. In totale altri quattro-sei milioni di euro, alleviati dall&rsquointervento degli sponsor.

Amaluna approderà in Italia con il suo tendone solo a primavera 2016. «Storicamente ogni edizione dell&rsquoExpo ha fatto del tema e del contesto in cui si svolgeva il suo elemento caratterizzante, quindi sarebbe stato difficile adattare al tema dell&rsquoalimentazione uno spettacolo già esistente» spiega Krista Monson, regista di Allavita!. «Ho diretto a Las Vegas One day One drop, evento unico a sostegno dell&rsquoomonima organizzazione [impegnata a garantire a tutti l&rsquoaccesso ad un bene primario della vita quale l&rsquoacqua, ndr] che aveva un messaggio altrettanto forte e un soggetto ugualmente importante. Il tutto fondendo, anche in quella circostanza, spettacolarità e poesia. Qui abbiamo puntato ad uno show internazionale che avesse però un sapore italiano. Molta musica e molta passione, quindi. Pure il finale, a sorpresa, è molto italiano». […]

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28/04/2015 13.27.50

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