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Stampa: Dipendenti del circo ridotti in schiavitu’. Arrestati proprietari

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Dipendenti circo ridotti in schiavitu’, arrestati proprietari

Operai si sono presentati spontaneamente a carabinieri di Vibo

 

 

(ANSA) – VIBO VALENTIA, 5 MAG – Costretti a lavorare 18 ore al giorno, privati dei passaporti, senza poter riposare e ridotti per la paga misera a procurarsi il cibo chiedendo l’elemosina. E’ il ”calvario” raccontato da alcuni dipendenti bulgari del circo Wanet Togni ai carabinieri di Vibo che hanno arrestato la titolare Egle Lozopone ed il figlio Giuseppe Mavilla per violenza privata e riduzione in schiavitu’. I lavoratori si sono presentati spontaneamente raccontando le loro vicissitudini ai militari che si sono recati nell’area occupata dal circo per verificare quanto detto dagli immigrati.(ANSA).

 

Da ANSA

 


 

 

Lavoro o schiavitù?
A Vibo due arresti

Privati dei loro passaporti, costretti a lavorare per 18 ore al giorno e a procurarsi il cibo rovistando tra i rifiuti alla fine degli spettacoli. Vittime alcuni cittadini bulgari, dipendenti del circo ’Wanet Togni’. La vicenda e’ stata scoperta dai Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia ed e’ emersa quando le vittime si sono presentate, accompagnati da alcuni sindacalisti, alla Stazione dell’arma della citta’ calabrese, per denunciare la loro condizione. Una donna, Egle Lozopone, titolare del circo, e il figlio, Giuseppe Mavilla, sono stati arrestati per violenza privata e riduzione in schiavitu’. Secondo quanto e’ emerso dal racconto degli operai e degli artisti circensi, quello che, nelle loro aspettative, avrebbe dovuto essere un lavoro onesto si e’ presto rivelato una vera e propria prigionia. Secondo quanto hanno denunciato le vittime, la proprietaria e il figlio, quando assumevano personale gli sequestravano documenti e bancomat per impedire loro di allontanarsi e poi li costringevano a turni di lavoro massacranti dalle 6:30 alla mezzanotte. Un calvario che era retribuito saltuariamente con non piu’ di 150 euro al mese, a rate di 10 o 20 euro. Come se non bastasse, era loro consentito di uscire dal campo del circo solo per andare a distribuire i volantini pubblicitari per le strade, ma sempre sotto stretta sorveglianza. Gli uomini dell’Arma hanno fatto un sopralluogo e, effettivamente, nel caravan della donna, hanno trovato i documenti dei lavoratori e scoperto che le condizioni igieniche in cui i bulgari erano costretti a vivere erano disumane. In sette dividevano una serie di loculi ricavati sul piano di carico di un camion su un altro camion era stato allestito un improvvisato bagno, condiviso da decine di persone al giorno, in pessime condizioni igieniche. In una condizione analoga si trovavano anche alcuni artisti, costretti a vivere in roulotte fatiscenti, continuamente inondate dall’acqua piovana, senza finestre e senza riscaldamento. Gli uomini dell’Arma hanno sequestrato quindi il camion dormitorio e arrestato madre e figlio. I militari hanno accompagnato i bulgari al circo affinche’ potessero recupeare gli effetti personali e poi li hanno portati in una struttura in grado di ospitarli per qualche tempo.

(05.05.2011)

Redazione La Riviera On Line

05/05/2011 12.09.38

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