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«Per molti la roulotte non è una soluzione»

 Massimo Converso: «Rumeni, bulgari e jugoslavi sono stanziali dagli anni ’40»

 Di MASSIMILIANO BORDIGNON

TORONTO – Massimo Converso è il presidente nazionale dell’Opera Nomadi, associazione che opera in diverse regioni d’Italia per favorire l’integrazione delle minoranze rom, sinti e camminanti nella società italiana, ottenere il riconoscimento di rom e sinti come minoranza etnica e linguistica, contrastare i pregiudizi diffusi in particolare sulla popolazione rom, ed esercitare un’opera di mediazione culturale fra queste minoranze e la cultura maggioritaria.

Come commenta le richieste di poteri speciali avanzate dal sindaco di Roma, Alemanno, dopo la tragedia che ha colpito il campo nomadi romano?

«Noi già dieci anni fa avevamo chiesto, quando non si era compreso che l’entità dell’immigrazione dei rom sarebbe stata tre volte superiore a quella del ventennio precedente, l’intervento della Protezione civile. Chiediamo però che si arrivi alle case in affitto per i rom rumeni, che non sono itineranti».

Può spiegarci la differenza?

«In Italia ci sono coloro che sono viaggianti, come quelli che operano nell’ambito dello spettacolo, gruppi, e non etnie, come i rom kalderascia, fiumani naturalizzati italiani, i lucidatori di metalli che girano per ristoranti, e i sinti giostrai, in pratica i fratelli minori degli Orfei e dei Togni. I rom rumeni, bulgari e jugolavi invece sono stanziali dagli anni ’40, quando nei loro Paesi d’origine subirono da parte dello Stato centralista lo stesso tipo di intervento socioeconomico del resto della popolazione. Come conseguenza queste persone le baracche e le roulotte non le sanno usare. Invece i giostrai sono razionali nell’utilizzo dei propri spazi, sono puliti nel tenere le baracche, nessuna fiamma viene usata dentro la roulotte, così come la cucina è all’aria aperta per essere sicuri che nessun incidente si verifichi all’interno della roulotte».

Torniamo ai poteri speciali di Alemanno. Quindi il vostro è un “sì”?

«Insisteremo che il sindaco ricorra a mediatori rom che affianchino gli operatori della Protezione civile. La differenza è che Alemanno propone campi controllati con costi altissimi, somme con le quali si potrebbe passare alla costruzione di case come ha fatto il Comune di Padova. Ora nel nuovo governo il ministero per la Solidarietà sociale non ha inserito nessuna somma riguardante i rom, ne ha previste solo il ministero dell’Interno, e solo per quanto riguarda la sicurezza delle aree di Milano, Roma e Napoli. Nei campi italiani si mischiano tutti, giostrai marchigiani e gente che arriva dall’Ungheria con mille anni di storia alle spalle, con famiglie di 6-7 persone chiuse in prefabbricati da 35 metri quadrati».

Da www.corriere.com del 08/02/2011

08/02/2011 18.05.28

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