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Aspettando la nave che ci salverà

Attilio Bellucci Impresario del circo italiano prigioniero nel caos tunisino da una settimana. Una nave partita ieri mattina da Cagliari li porterà in salvo.

La vostra disavventura non si è ancora conclusa. Ma con quale stato d’animo ve ne andate dalla Tunisia?

Guardi, potrà sembrarle strano, ma al di là del sollievo che proveremo non appena saremo imbarcati insieme ai nostri animali, devo dirle che andiamo via di qui con rammarico.

In quanti siete? Ci sono con voi donne e bambini? Quali sono le vostre condizioni di salute e quali quelle degli animali?

Siamo quasi ottanta persone tra artisti ed operai, e abbiamo con noi sei bambini al seguito, il più piccolo di appena tre mesi e il più grande di undici. Abbiamo avuto una gran paura, ma stiamo tutti bene. Anche gli animali sono in buone condizioni (grazie alla generosità delle altre storiche famiglie circensi italiane, la nave messa a disposizione dal ministro degli Esteri è stata attrezzata anche per trasportare gli animali, ndr).

Qual è la situazione in città oggi?

Il clima resta teso, ma almeno qui a Sfax non si sono sentiti spari. La gente è scesa in piazza per manifestare, ma senza che si verificassero episodi violenza o incidenti.

Avete subito tentativi di aggressione? Qualcuno ha cercato di introdursi nel vostro accampamento?

Sì, anche questa notte. Tentativi di furto ce ne sono stati tutti i giorni da quando sono scoppiate le proteste in piazza. In special modo da quando si è appreso della fuga del presidente Ben Alì e la polizia è scomparsa dalle strade. Il momento peggiore è stato sabato mattina, quando siamo stati assediati da un gruppo di trenta persone che volevano rubare quel poco che era rimasto. Ora però la situazione sembra essersi un po’ normalizzata.

Come avete fatto a difendervi ?

Dopo l’appello al nostro ambasciatore a Tunisi, ci è stato affidato un presidio dell’esercito. Una camionetta che transita quattro o cinque volte al giorno per scoraggiare i malintenzionati. E abbiamo organizzato un servizio d’ordine interno per sorvegliare anche la notte.

Avete avuto problemi per il cibo? Come siete riusciti a procurarvelo?

Sì, avevamo delle scorte, ma sono finite presto. E poi ci sono i neonati. La scorsa settimana abbiamo dovuto pagare la polizia perché costringesse una farmacia locale ad aprire e venderci due chili di latte in polvere.

E come avete fatto per gli animali?

Fino a ieri i negozi erano ancora chiusi e le riserve per noi e per loro cominciavano a scarseggiare. Oggi però qualche alimentari ha aperto. E questa mattina ci siamo avventurati nelle campagne con due dei nostri camion per procurarci il foraggio per le bestie. Nonostante la situazione sembri più tranquilla che nei giorni scorsi, temevamo che ci potessero fermare. Ma non avevamo scelta e siamo stati fortunati. Siamo anche riusciti a trovare della carne per le tigri. Abbiamo comprato dei polli dai contadini.

Perché non siete fuggiti prima?

Quando hanno cominciato a sparare in strada, mia moglie mi ha detto ‘Prendiamo il bambino e scappiamo’. Ma al di là delle difficoltà pratiche di fuggire da una città assediata, io mi sono rifiutato. Non volevo e non potevo abbandonare gli animali e la struttura. Sono il mio mestiere e la nostra vita.

Come sono stati i vostri rapporti con la popolazione locale?

Buoni. In giro, specie la notte, ci sono sempre i ‘ragazzacci’ malintenzionati pronti a tutto, ma qui durante il giorno ci sono famiglie e brave persone. Anche oggi che ci hanno visti prepararci a sbaraccare, sono venuti a chiederci quasi dispiaciuti se ce ne stavamo andando. Sembravano sinceramente dispiaciuti.

Era la prima volta che vi spingevate in tourneè fino a qui?

Siamo arrivati circa due mesi e mezzo fa. Qui in Tunisia era la prima volta che venivamo, ma all’estero siamo già stati molti altre volte riscuotendo tra l’altro un grande successo. Anzi, tra i circhi italiani siamo sicuramente uno di quelli con una vocazione più internazionale.

E perché l’italianissimo spettacolo del Circo Bellucci per andare in scena si è spinto sino al Nord Africa ?

Per noi artisti circensi è sempre più difficile trovare un palcoscenico su cui esibirsi. Le leggi che regolamentano l’impiego degli animali negli spettacoli, in Italia e un po’ quasi in tutta Europa, non ci permettono quasi più di esibirci. E poi qui siamo ben voluti. Nei due mesi e mezzo che abbiamo trascorso qui, prima che scoppiasse la rivolta, qui per noi è stato come essere in paradiso. Non ci sono compagnie circensi tunisine e quando siamo arrivati con la nostra carovana in città, siamo stati accolti con gioia. Qui si sente ancora il calore della popolazione.

Per quando è previsto l’arrivo della nave?

Di preciso non lo sappiamo. Continuiamo a guardare all’orizzonte, in attesa che questa brutta avventura finisca.

Marco Fantini

Da City.News

19/01/2011 9.26.40

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