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Bella e Tarra, l’amicizia fra una cagnetta e una elefantessa spopola sul web

dal nostro corrispondente Anna Guaita
NEW YORK (15 luglio) – Corrono insieme, l’una a fianco all’altra. Una cagnetta bianca e un’elefantessa asiatica. Bella e Tarra. Due amiche per la pelle. Giocano, si fanno piccoli scherzi, si fanno tenerezze, e passano ore a esplorare i boschi insieme o a tuffarsi negli stagni. La loro amicizia è già leggenda: «Americani, guardateli! – esortava qualche mese fa un servizio della Cbs News – se questi due animali hanno superato immense differenze e sono stati capaci di diventare amici, che scusa abbiamo noi esseri umani?».

Ma non è stata solo l’America a guardare. La storia dell’amicizia fra la cagnetta e l’elefantessa corre sul web, e il video che li mostra girovagare insieme nel “Santuario degli Elefanti”, nel Tennessee, è diventato ”virale”: centinaia di migliaia di persone l’hanno visto, e in 23 Paesi è stato per mesi il video più popolare.

La vicenda di Bella e Tarra sembra tolta di peso da un film di Walt Disney, e difatti la società cinematografica avrebbe voluto comprarne i diritti. Ma al Santuario degli Elefanti, dove Tarra vive dal 1996, dopo una triste vita nei circhi, gli amministratori hanno sorpreso il mondo: «Grazie, no» hanno risposto alla lucrosa proposta di fare un film. Per loro, elefanti e cani non sono su questa terra per intrattenere gli esseri umani. E se la storia di Bella e Tarra può servire a salvare altri elefanti, sono felici di raccontarla e di farla circolare sul web, come sono felici di invitare ospiti a visitare la grande tenuta dove tanti vecchi elefanti si sono ritirati a vivere gli ultimi anni della loro vita. Ma trasformarla in uno spettacolo, quello no: perché è proprio dal mondo dello spettacolo che la fondatrice del Santuario, Carol Buckley, è fuggita, ”sottobraccio” a Tarra, 13 anni fa. Dopo aver lavorato come organizzatrice di spettacoli con elefanti, la signora non ha resistito più davanti alla sofferenza e all’umiliazione di questi dolci giganti, e insieme a un addestratore, Scott Blais, ha aperto una ”casa di riposo” per elefanti.

La ”casa” in realtà è una tenuta di 1350 ettari fra le colline, i campi e i torrenti del Tennessee. Negli anni, e con l’aiuto di finanziamenti pubblici e di offerte, la coppia ha creato un centro modello, dove gli elefanti vengono trattati con grande umanità, e lasciati liberi di fare quel che vogliono. 24 elefanti sono approdati nel Santuario, alcuni ridotti talmente male che ci sono voluti mesi per rimetterli in forze. Carol e Scott avrebbero decine di storie commoventi da raccontarvi. E almeno una ve la vogliamo raccontare: quella di Jenny e Shirley, due elefantesse che si erano conosciute in un circo, quando Shirley era già anziana e Jenny era una ”cucciola” spaventata.

Shirley fece da madre per la piccola elefantina. Ma la vita le separò presto, per farle reincontrare casualmente 22 anni dopo, proprio nel Santuario del Tennessee. Nel 1999, Jenny e Shirley si sono trovate a pochi metri di distanza, e dopo più di due decenni senza vedersi si sono immediatamente riconosciute. Il loro incontro è stato così emotivo e intenso, proboscidi intrecciate, orecchie che si agitavano, barriti, che Carol e Scott hanno deciso di assegnare loro un unico spazio per la notte. Le due elefantesse sono state inseparabili per dieci anni, Jenny ancora immersa nel ruolo filiale e l’anziana Shirley in quello di materno. Ma è stata Jenny ad andarsene per prima: una vita durissima nei circhi, complicata da una ferita causatale durante gli addestramenti, e mai completamente rimarginata, l’hanno stroncata, nell’ottobre del 2006. Accanto a lei, tenera e fedele, la vecchia Shirley ha continuato a carezzarla con la proboscide fino all’ultimo.

Ce ne sono di storie tristi e amare, fra i vecchi elefanti che vivono finalmente sereni nel Santuario del Tennessee. Ma è quella più gioiosa di Bella e Tarra che ha conquistato la fantasia del mondo. Gli elefanti del santuario si scelgono sempre un amico, e girano a coppie o a gruppetti. Tarra ha scelto Bella, una buffa cagnetta bianca, uno dei tanti cani che hanno trovato anch’essi ospitalità nel Santuario. Bella si fida ciecamente di Tarra, e nei giorni caldi si accuccia sotto di lei, per stare all’ombra. Quando vuole una carezza, le si sdraia pancia all’aria sotto il muso, e Tarra le gratta con la proboscide. Le due passano le giornate girovagando, e talvolta si seggono fianco a fianco a guardare l’orizzonte, perse in chissà quali pensieri. E quando Bella è stata male, ed è stata ricoverata nell’infermieria del Santuario, Tarra si è piazzata giornate intere davanti alla costruzione, testa bassa, occhi in giù, proboscide pendula: il ritratto della malinconia. Fino a che Scott non ha sollevato la cagnetta in braccio e gliel’ha portata, permettendole di farle una carezza sulla testa con la punta della proboscide, e ha fatto così ogni giorno fino a che Bella non è guarita del tutto e non è potuta tornare a scorrazzare con la sua gigantesca amica del cuore.

Da www.ilmessaggero.it del 16/07/09

16/07/2009 9.43.41

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