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DAVIS VASSALLO
Sono un clown che ha Chaplin come modello

«Il mio sogno era di fare l’acrobata o il giocoliere». C’è andato molto vicino, Davis Vassallo: fa il clown. Di Latina, ma nato casualmente a Campobasso, appartiene ad una prestigiosa famiglia circense. Famoso al grande pubblico per le sue apparizioni televisive al fianco di Filippa Lagerback, il ventottenne Davis è una delle star del Circo Americano che fino a domenica è a San Michele Extra. Simpaticissimo, versatile, una mimica irresistibile, abile nella musica e nell’acrobatica. Lo abbiamo incontrato.
Quando ha capito che sarebbe diventato un clown?
A 16 anni, quando ho visto che il pubblico rideva. In realtà ero in pista dall’età di 8 anni, mio padre e uno dei miei zii mi hanno insegnato il mestiere. Sono partito dai circhi di famiglia, il Circo di Vienna, il Coliseum e il Roller, poi mi hanno chiamato al Florilegio di Darix Togni, poi Billy Smart in Inghilterra, Arnaldo in Norvegia, Malter in Belgio.
Come nasce un suo numero?
Il repertorio è la base, nessuno inventa più nulla nel circo, ma lo adatta alla propria personalità, e questo vale anche per i clown.
Che sogno ha ancora da realizzare?
Non mi interessa vincere i festival, ma solo migliorare continuamente. Ho la fortuna che il mio hobby è anche il mio lavoro, voglio farlo bene divertendomi.
Cosa bisogna avere, per essere un clown?
Bisogna nascerci. Certo, si acquisiscono i tempi comici giusti, si imparano i trucchi del mestiere, e io lavorando con mio padre sono stato avvantaggiato. Ma se non ci sei tagliato, la gente non ride.
Ha dei modelli?
Chaplin. Lui sì che inventava sempre cose nuove. Ma anche Grock. E Larible, mio cugino.
È vero che il pagliaccio nella vita quotidiana è triste, o è un luogo comune per colpa di Fellini?
È un luogo comune. Il clown ha gli stessi problemi degli altri artisti, ma loro possono fare il numero senza fingere di divertirsi, lui non può.
Come si vede, da vecchio?
Con la mia famiglia vicino, i miei genitori e i miei zii e cugini e quando mi sposerò, mia moglie e i miei figli. Non mi interessa diventare ricco e famoso, se sarò solo. Per questo finora non ho mai accettato ingaggi in America per me da solo, ma continuo a lavorare con mio padre Walter, mia sorella Doina e mia madre Anna Maria. Sì, anche lei: mica da tutti avere un clown come mamma!

Da “L’Arena”

16/11/2007 13.50.38

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