Circusfans Italia

IL PORTALE DEL CIRCO ITALIANO

Stampa : afta epizootica

33

AFTA EPIZOOTICA

riportiamo alcuni comunicati delle ultime ore , per il momento non si regista alcun tipo di restrizione riguardante i Circhi con animali in Europa se non l’ovvio divieto di importazione di animali dall’Inghilterra dove (come nel precedente caso di afta epizootica) è nato il problema. (mt)

_ _ _ _

da www.corriere.it

Esteri -06 ago 09:24

Gran Bretagna: afta epizootica, e’ virus da laboratorio

LONDRA – Il virus di afta epizootica, che ha colpito il bestiame in una fattoria del villaggio di Normandy, nella Contea britannica del Surrey, e’ stato identificato: si tratta dello stesso usato per i vaccini all’Istituto per la salute animale di Pirbright, distante solo tre chilometri dalla fattoria colpita. Lo ha detto il ministero dell’Agricoltura britannico in un comunicato. ”Le indicazioni in nostro possesso dicono che si tratta di un ceppo del virus 01 BFS67, isolato nell’epidemia di afta epizootica del 1967 in Gran Bretagna”, scrive il Defra in un comunicato. (Agr)

 

Esteri – 06 ago 10:03

Gran Bretagna: afta epizootica, laboratorio smentisce errore

PIRBRIGHT (Gran Bretagna) – Nessun errore nelle procedure di laboratorio nella ‘Merial Animal Health’ di Pirbright. Lo ha affermato il direttore David Biland, dopo l’inchiesta degli inquirenti britannici sull’epidemia di afta epizootica scoperta la settimana scorsa in una fattoria nella Contea britannica del Surrey. “Le nostre indagini – afferma Biland – continuano per mostrare che non ci sono stati errori. Tuttavia e’ ancora troppo presto per qualsiasi persona per affermare quali sono le cause dell’epidemia”. (Agr)

_ _ _ _

da rainews24.rai.it

Londra | 6 agosto 2007

Il primo ministro britannico Gordon Brown cerca di frenare i timori di una nuova ‘mucca pazza’: l’afta epizotica può essere “contenuta, controllata e sradicata”, entro 48 ore gli esperti diranno di più sulle origini del focolaio dell’epidemia nella contea di Surrey, nel sud ovest dell’Inghilterra. Ma le indagini degli inquirenti si concentrano sul laboratorio della Merial e sull’Instituto governativo per la sanità animale che si trovano a Pirbright a soli 5 chilometri dalla fattoria dove è stato necessario abbattere 60 capi infetti.

Il ceppo identificato non è quello che solitamente viene ritrovato negli animali infetti dell’afta epizotica, ma quello utilizzato per la produzione di vaccini e per le ricerche, scomparso nelle fattorie britanniche 40 anni fa. Con un comunicato il Ministero dell’Ambiente Defra ha confermato che si tratta del ceppo 01 BFS67, uguale al virus isolato in Gran Bretagna nell’epidemia del 1967.

Questo ceppo è stato utilizzato lo scorso mese per la preparazione di un vaccino dalla compagnia farmaceutica privata Merial Animal Health, che condivide il laboratorio di Pirbright con l’Institute for Animal Health, un istituto di ricerca governativo. La Merial ha sospeso la produzione del vaccino per precauzione.

Il premier britannico ha affermato che il governo sta “controllando con attenzione cosa e’ successo in questo sito” e che sta pensando di rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza nell’area colpita.

Il problema, ora, sono gli allevatori. Il ministro dell’agricoltura Hilary Benn ha detto che le misure che vietano il trasferimento degli animali all’interno del territorio nazionale restano in vigore, anche se non sono emersi nuovi focolai. Di più, per rassicurare i parnter europei, già scottati dalle titubanze di Londra ai tempi dell’epidemia della mucca pazza, il governo ha anche attuato un bando volontario alle esportazioni di carne. Ecco allora il risentimento degli allevatori che subiscono già in questi giorni danni per migliaia di sterline e temono un crollo nei consumi e nelle esportazioni a causa di un virus molto probabilmente sfuggito al controllo in un laboratorio di ricerca. Nulla a che vedere, insomma, con fattori riconducibili a proprie responsabilità nell’allevamento dei capi.

Da lunedì stop delle importazioni deciso dalla Ue Afta in Inghilterra, forse da un laboratorio All’origine della propagazione del virus potrebbe esserci un errore commesso durante la preparazione di un vaccino per il bestiame

LONDRA – L’incubo afta epizootica ha colpito di nuovo la Gran Bretagna e stavolta all’origine della nuova propagazione del virus potrebbe esserci un errore commesso in una laboratorio di ricerca per la lotta contro le malattie del bestiame che stava mettendo a punto un vaccino contro la malattia. Il ministro dell’ambiente Hilary Benn ha infatti avvalorato con la Bbc l’ipotesi che la fonte dei nuovi casi riportati potrebbe essere l’Istituto per la salute animale di Pirbright, a circa tre miglia dalla fattoria contagiata nel Surrey tra Guildford e Aldershot dove sono stati 60 bovini colpiti dall’afta: “Questo è un indizio promettente ma non lo sappiamo ancora per certo”, ha spiegato Benn che sta precipitosamente tornando a Londra dall’Italia dove si trovava in vacanza. Il ministro ha comunque invitato alla prudenza rivelando che oltre al caso noto le autorità veterinarie erano state chiamate dagli allevatori della zona per altri quattro possibili casi di infezione ma le “verifiche hanno dato esito negativo”.

L’IPOTESI DI BIOTERRORISMO – Benn ha preferito non sbilanciarsi sull’ipotesi che si tratta di un caso di bio-terrorismo: “Semplicemente non lo sappiano ed è proprio per questo che abbiamo avviato le indagini su tutti i fronti”. Sabato sera era stato il Defra (acronimo inglese per l’ufficio per l’agricoltura del ministero dell’Ambiente) che aveva reso noto che il ceppo trovato tra il bestiame è lo stesso di quello utilizzato per un mettere a punto un vaccino. Dopo il primo allarme lanciato venerdì sera per il Regno Unito è tornato lo spettro delle precedenti infezioni e numerosi Paesi hanno già deciso di bloccare l’importazione di carne dal Paese.

STOP DELLE IMPORTAZIONI – A seguito della scoperta del focolaio di afta – secondo quanto annunciato da Philip Tod, portavoce del commissario Ue alla sanità Markos Kyprianou – la Commissione europea imporrà da lunedì il divieto sulle esportazioni di tutti gli animali vivi dal Regno Unito. Si tratta di un provvedimento di prevenzione praticamente automatico, hanno spiegato a Bruxelles.

LA COLDIRETTI: “RAFFORZARE I CONTROLLI” – In Italia la Coldiretti ha chiesto che “venga immediatamente esteso a tutti i tipi di carne l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza come già avviene per la carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza e per quella di pollo dopo l’aviaria”. “Una misura necessaria che va estesa anche alla carne di maiale e a quella di pecora – sottolinea la Coldiretti – per consentire la rintracciabilità delle produzioni e favorire i controlli che devono essere intensificati”. Inoltre “bisogna evitare allarmismi che si riflettono pericolosamente sui consumi ma – conclude la Coldiretti – occorre seriamente proteggere dal rischio di contagio gli allevamenti nazionali considerato che i rischi per la salute sono nulli per l’uomo mentre possono essere estremamente pesanti le conseguenze economiche nelle campagne”.

06 agosto 2007

 

06/08/2007 15.59.47

Se questo articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi social utilizzando i bottoni che trovi qui sotto

Translate »
error: I contenuti sono di proprietà di www.circusfans.eu - Contents are owned by www.circusfans.eu.