C´era un tempo in cui quando arrivava il circo, erano tutti felici. Finalmente arrivava lo spettacolo con numeri stupefacenti. I loro camion colorati e i clown dipinti sulle fiancate ravvivavano la città. Erano piccoli circhi, ma riuscivano a portare tanta felicità. Nella zona dove abitavamo a Sciacca c´era una piccola piazzetta, dove ogni anno si posizionava il Circo Pierantoni. Quattro tiranti piantati per terra e via al montaggio del tendone a strisce gialle e blu. A quel tempo c´era solo un cinema che proiettava a settimane alterne le eroiche gesta di Maciste e di Ercole, e i film di Franchi e Ingrassia, e in pochi avevano la televisione. Il circo era la novità che tutti aspettavano per un anno intero, e quando arrivava, in quella piazza posta al centro di un complesso di case popolari, la gente si lanciava in una spontanea gara di solidarietà. Era come se la famiglia si allargasse con i parenti arrivati da un´altra città. La gente del quartiere forniva l´elettricità e l´acqua per gli uomini e gli animali. In cambio, i bambini curiosavano per scoprire i segreti degli artisti. Come faceva quella bella ragazza a camminare su quel filo posto a due metri di altezza? Qual era la magia di quel ragazzo che si infilava in bocca una torcia e sputava fuoco? E quando ci svelavano il trucco per noi ragazzi era la fine di un mito. Il Circo Pierantoni, integratissimo nella piazza a volte si fermava per quasi un mese. E la gente, seduta su quelle gradinate fatte con tavole di legno, seguiva attentamente, anche nel corso della ventesima replica, “O zappatore”, la “Cavalleria rusticana”, o la storia di Peppino Musolino, con momenti di grande commozione. Pierantoni era il Mario Merola siciliano. Giovanni Lozopone, ma come dichiara lui stesso, «nessuno mi conosce con questo nome», è nato a Marsiglia, in Francia, ma dall´età di 8 anni abita in Sicilia e ha passato tutta la sua vita nel circo. Prima insieme al padre, poi, dal 1961 con un proprio circo regionale, cominciato a viaggiare per paesi e città portando in giro il nome di un colonnello di Pinerolo. «Quando mio nonno morì, cadendo dal trapezio, Rodolfo Pierantoni, anche lui circense e titolare del circo dove lavoravano i miei nonni, si offrì di fare da tutore a mio padre, mio zio e mia zia, che a quel tempo erano giovanissimi. Crescendo con lui, siamo stati, da sempre, conosciuti come i figli di Pierantoni». Fino al 1993, quando, per ragioni d´età, decide di chiudere la sua attività circense. L´ultima serata è a Lentini, con un incasso di 3 milioni: una grande cifra per quei tempi. Oggi Giovanni Lozopone, meglio conosciuto come Gianni Pierantoni, ha 79 anni, vive a Francofonte dove ha acquistato un piccolo pezzo di terra e ci ha messo su le giostre per i bambini. Ma la tradizione continua, sua figlia Egle adesso fa parte della grande famiglia Togni.
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