Circusfans Italia

IL PORTALE DEL CIRCO ITALIANO

Stampa: Nones torna fra le tigri “Così difendo i circhi”

33

LA STORIA

 

A 72 anni il marito di Moira Orfei ricomincia a fare il domatore

 

Nones torna fra le tigri “Così difendo i circhi”

 

“Siamo nati con le belve, senza di loro diventeremmo un semplice varietà”

 

DAL NOSTRO INVIATO

 

ROBERTO BIANCHIN
CROTONE – Torna in gabbia il vecchio domatore Walter Nones. A settantadue anni suonati, e dopo quindici che si era pensionato. Ci torna col suo vestito blu con le spalline d´oro di quand´era famoso. Solo, ostinato, contro tutto e contro tutti. A dispetto della vita strappata da Erun, tigre assassina, a un giovane inserviente indiano, Davinder Singh. E nonostante il sangue versato da suo figlio, Stefano, domatore anche lui, seriamente ferito a una gamba dalla stessa belva. Incurante della nuova ondata di proteste delle associazioni animaliste, Lav in testa, che hanno chiesto ai ministri Rutelli e Pecoraro Scanio di vietare l´impiego degli animali nei circhi.
«Non se ne parla nemmeno. Si va avanti, e si va avanti con gli animali. Il circo è nato con loro, se non li avesse più diventerebbe un varietà» tuona Walter Nones, bellunese, celebre domatore tra gli anni ‘60 e ‘80, direttore del circo di Moira Orfei e marito della regina del circo, anche lei finita in ospedale («ma ora sta meglio») per una leggera ischemia che l´ha colpita nei giorni scorsi. L´incidente capitato a Stefano, che due anni fa fu premiato al festival di Montecarlo proprio per il numero delle tigri, ha «costretto» il vecchio domatore a tornare nella gabbia. «Finché Stefano non si sarà ripreso – dice – in gabbia ci andrò io. E alla mia età! Così il numero delle tigri, sempre molto atteso, potrà andare in scena ogni sera». Paura? «Se hai paura non puoi fare questo mestiere».
Il ritorno di Nones, nel circo ferito, va in scena in Calabria, nel parcheggio di un supermercato alla periferia di Crotone. Circo strapieno per il debutto, e molti applausi per Moira quando il presentatore, Giorgio Vidali, spiega il motivo della sua assenza.
Erun, la tigre assassina, un giovane maschio del bengala di cinque anni, non c´è. Passeggia nervosa, da sola, nella sua gabbia. Ma tornerà in pista, pur con tutte le cautele. «Il rapporto non si interrompe – spiega Nones – gli animali sono liberi di riprovarci e di reagire, e non devono avere paura di te ma rispetto. Considerarti un capo-branco». Nones, 14 ferite in carriera, la più grave nel ‘78 a Teheran quando Tarzan, un leone, quasi gli strappò un braccio, lavora con cinque tigri tra i 9 e i 12 anni, tre femmine e due maschi che chiama tutte per nome: Royal, Akola, Mina, Bianca e Lacky, che ha il manto candido come la neve.
Quando va in scena, e sul circo scende un silenzio che mette i brividi, sono le undici e mezza della sera, e lo spettacolo è al suo culmine. Il numero dura quindici minuti. Il vecchio domatore è elegante ed impeccabile, in mano tiene una frusta e un bastoncino che non userà mai se non per indicare agli animali i movimenti.
«Quando ho cominciato, nel 1962, addestravo già in dolcezza» spiega. E con le belve si prende confidenze impensabili, fino ad accarezzarle, a camminare al loro fianco, a prenderle dolcemente per la coda, a far loro il solletico sotto le zampe, a farsele saltare sopra timore di dar loro la schiena per salutare il pubblico.
«Chi ci critica non sa come stanno le cose, come gli animali vengano trattati bene, e quanto amore ci sia». Il ritorno in gabbia non lo spaventa. Anzi. «Questa nuova responsabilità, in questo momento difficile per noi, mi ha quasi ringiovanito – sorride – perché, oltre che un´emozione, è ogni volta un piacere, una felicità e una gioia avere a che fare con gli animali. E pensare che sono così grandi, forti, che potrebbero farti sparire quando vogliono».

 

Da La Repubblica del 12-08-06

Se questo articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi social utilizzando i bottoni che trovi qui sotto

Translate »
error: I contenuti sono di proprietà di www.circusfans.eu - Contents are owned by www.circusfans.eu.