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Stampa: A Bari arriva il “Cirque Eloize”

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Da oggi a domenica a Bari

 

Eloize, quando il circo sposa il teatro e diventa sogno e festa

 

Per la prima volta in Italia, il Cirque Eloize di Montreal arriva da stasera a domenica al teatro Piccinni di Bari per la stagione del Comune – Teatro Pubblico Pugliese. Meno noto del Cirque du Soleil, ma non per questo meno importante, questo nutrito gruppo di acrobati, danzatori, attori arriva direttamente dal Canada per dar vita a una straordinaria performance tra acrobazie, incredibili evoluzioni e sconcertanti contorsioni. «Nomade» s’intitola il lavoro ed è una festa al chiaro di luna, colorata, quasi felliniana. Uno spettacolo che coinvolge lo spettatore in un’avventura da sogno, un rito in movimento, dove il «nomadismo» non è solo spostamento fisico, ma piuttosto uno stato mentale, un viaggio attraverso la memoria, l’immaginario. «Nomade», insomma, oscilla sull’altalena tra passato e presente, modernità e tradizione, comicità e malinconia. Firma lo spettacolo un italiano, più precisamente italo-svizzero, il regista-coreografo-clown Daniele Finzi Pasca, insieme al fondatore e direttore artistico dell’Eloize Jeannot Painchuad. Dice il primo: «Portare il circo in un vero teatro e di un vero palcoscenico preoccupa un po’ e comporta anche delle riflessioni sulla trasformazione del linguaggio circense in un linguaggio più propriamente drammaturgico. Il punto centrale del Cirque Eloize riguarda in particolare l’arte dell’attore». Concorda il secondo: «Il nostro circo nasce dall’acrobazia, ma si è poi sviluppato nella altre forme artistiche della danza, del teatro…». Nato dodici anni fa nell’Isola di Magdalen, località che con i suoi ambienti naturali ha avuto un ruolo di fonte ispiratrice, il gruppo circense ha riscosso successo e consensi in tutto il mondo, presentando più di duemila spettacoli in venti paesi, affascinando milioni di spettatori. Riprende Pasca: «L’idea dello spettacolo è calata in un immaginario vagabondo, inquieto, fatto di acrobazie. Insieme al sensazionale Cirque du Soleil (che, per inciso, si appresta a tornare in Italia con un nuovo spettacolo, «Alegría», da fine febbraio a Milano e poi da fine aprile a Roma), l’Eloize rappresenta a pieno titolo quel “nouveau cirque” di cui da qualche tempo si fa un gran parlare e che si trova in piena fase di trasformazione». Aggiunge Painchaud: «Un’esplorazione rituale della vita dei vagabondi espressa con virtuosismi particolari che possono appassionare sia gli adulti che i bambini. Un modo struggente e visionario di guardare la realtà come in un film di Fellini. E in questo senso posso dire che sul Cirque Eloize è forte l’influenza italiana». La precedente creazione s’intitolava «Excentricus» ed è stata presentata dalla Cina a Israele, dal Brasile alla Francia. E il segreto sta nell’universalità del linguaggio. Conferma Painchaud: «Le arti del circo consentono modalità di espressione straordinarie e interdisciplinari. In questo caso, danze, canti, musiche, esercizi di giocoleria e numeri acrobatici, costituiscono la materia di un percorso che si svolge idealmente dall’alba al tramonto, tra lampi di luce e cariche di energia». Il Cirque Eloize promette, dunque, uno spettacolo senza barriere, non solo all’insegna di circo e acrobatica, ma anche di una dimensione magica e visionaria. Si tratta di una riconferma del tentativo dell’arte circense di reinventarsi all’insegna della spettacolarità e di una nuova poesia teatrale. «Con questo lavoro – dice il regista Daniele Finzi Pasca – abbiamo voluto rendere un tributo ai nomadi per esprimere la frenesia dei loro festeggiamenti, i misteri dei loro rituali e la passione con la quale forgiano il loro destino. Ma la storia che raccontiamo sulla scena risveglia anche lo spirito nomade dello spettatore e si insinuerà inconsciamente nei suoi sogni. In fin dei conti siamo tutti dei nomadi, passando da un’amore all’altro, da un dolore all’altro».

 

Osvaldo Scorrano

 

Da del Mezzogiorno del 01-02-06

 

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