Era da tempo che alcuni conoscenti mi parlavano di questa compagnia di circo contemporaneo e trovandomela improvvisamente in città mi son mescolato tra il pubblico.

Presumo che siano giunti a Faenza invitati da una società (Faenza Sales) che gestisce lo spazio dell’ex complesso dei Salesiani.

Spazio che oltre a disporre di due sedi universitarie, prevede la nuova sede della Scuola di Musica, un teatro, un pub, ufficio informagiovani ed altre attività.

Uno spazio a ridosso del centro storico che mai potrebbe vedere (volere) installato un circo tradizionale.

E’ stata l’occasione per sentirmi il “Gigi Marzullo” della situazione: “si faccia una domanda e si dia una risposta”.

Di domande me ne sono fatte tante, le risposte però le lascio a chi ha fatto le scuole alte e capisce più di me.

 

 

Piccolo chapiteau con pavimento in legno, ed ampia tribuna su di un lato.

All’esterno una piccola tenda di accoglienza dove si ritirano i biglietti prenotati telefonicamente.

Si definiscono “collettivo mobile in dinamica elicoidale” ed a Faenza han presentato 3 differenti spettacoli (vedi foto pieghevole) più quello conclusivo a cui ho assistito, Cabaret Paniko.

Il termine “collettivo” in un primo momenti mi ha messo un po in crisi, ma poi ho capito che in una organizzazione di base si affiancano volta per volta artisti o compagnie differenti.

Allora forse la scelta di “Cabaret Paniko” è stata quella giusta.

 

 

Cominciamo col dire che tutto lo spettacolo è accompagnato da musica dal vivo eseguita da un terzetto composto da due ragazze ed un saxofonista (baritono, clarino, contralto).

Una delle ragazze al pianoforte, la seconda ha impressionato per la disinvoltura con cui passava dal sitar indiano, al contrabbasso, dal clarinetto, alla batteria.

Musicisti che partecipano allo spettacolo tra un numero e l’altro a volte con gag divertenti.

 

 

Vari gli artisti, dai giocolieri (in comico), alla ragazza chiusa in valigia, numero di danza indiana, numero di pazzia, e chiusura dello spettacolo con una bella esibizione di una ragazza appesa per i capelli.

Poi c’è il “bonazzo” e qui comincio a farmi delle domande.

 

In diverse occasioni entra bello, muscoloso e muto poi… parla: la voce sembra quella di Paperino ed il paradosso non può che portare ad una fragorosa risata del pubblico.

Ad un certo punto comincia a giocare con un foglio di carta: sì, fa il giocoliere con un foglio di carta!

Allora? …è banale? Possibile, però lui lo ha pensato e lo esegue… e come lo esegue! A volte può bastare un foglio di carta per stupire più di un uomo cannone.

 

 

I bambini.

Ce n’erano tanti, bambini da “Rai yoyo” da “Peppa Pig”, alcuni momenti dello spettacolo non erano il top per un bambino, eppure han riso per quasi tutto lo spettacolo.

Il pubblico che nelle varie serate si è alternato era prevalentemente giovane e in buona parte italiano, forse dovuto anche alla promozione mirata per i giovani (pieghevoli, articoli di giornale e qualcosa su Facebook).

 

Concludo con il costo del biglietto.

Non c’è biglietto! 

Entrata libera ed all’uscita “l’offerta libera e consapevole”.

Dicono Loro che saremo noi del pubblico a fare un’offerta basata sul nostro gradimento, si c’è un suggerimento, ma nessuno ti forza a fare l’offerta.

A questo punto mi è sorta la domanda a cui qualcuno prima o poi mi dovrà dare una risposta…

Ho visto persone correre per dare i 10, o i 20 euro, le stesse persone che avevo visto contestare il prezzo troppo alto di 7 euro alla biglietteria del circo tradizionale nell’aera fiera.

La compagnia del Circo Paniko senza dubbio merita quelle offerte, ma altri ti portano un circo da 1000 persone, artisti, animali e quant’altro e tu contesti 7 euro?

 

 

Dubbi a parte, ho trascorso più di un’ora divertente, quello che mi aspetto da un circo, che sia tradizionale, contemporaneo, tondo, quadrato non importa… importa che per il tempo che è i pensieri restino fuori dallo chapiteau ed in questo caso mi è andata bene.

 

mt