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ARLETTE GRUSS 2018:CIRCO DEL FUTURO SALVAGUARDANDO

ARLETTE GRUSS 2018: IL CIRCO DEL FUTURO SALVAGUARDANDO LA TRADIZIONE

Arlette Gruss si riconferma anche quest’anno un circo sempre in ascolto di ciò che avviene al di fuori dei propri cancelli, al passo con i tempi, e sensibile alle esigenze del pubblico ma al contempo, fedele alla missione del circo di tradizione, elemento quest’ultimo ancora più importante ricorrendo i 250 anni della nascita del circo moderno a cura di Astley. Astley e successivamente Franconi ebbero l’intuizione di riunire le esibizioni equestri in uno spazio circolare e di aggiungervi tra l’una e l’altra esibizione di bravura, talento e creatività, un teatro delle arti dunque varie.

Il Circo oggi come ieri, deve essere questo: esibizioni con animali ma soprattutto discipline in grado di stupire, meravigliare un luogo dove si vedono cose che normalmente non si possono ammirare, dove l’impossibile diventa possibile, dove il senso comune viene capovolto, “un cerchio magico in cui può succedere di tutto” parafrasando un concetto caro a Fellini. Del resto quando si parla di “circo tradizionale” contrapposto al “contemporaneo” la differenza principale sta nella struttura dello spettacolo a numeri, con una sequenza di esibizioni ed artisti. Questo è esattamente il senso dello spettacolo montato da Gilbert Gruss che quest’anno non a caso è intitolato “Osez le Cirque!”. Il termine “osare” è molto vicino a quello di circo. Osare ha due accezioni: “avere l’impudenza, la sfacciataggine di compiere un’azione sconveniente, scorretta” e lo ritroviamo per esempio nel filone circensi degli spettacoli horror, freak, burlesque, rock che sta vivendo una seconda giovinezza e che sicuramente, si affermerà ulteriormente, se fatto con professionalità, mezzi adeguati e stile. Ma vuol anche e soprattutto dire: “avere il coraggio di compiere un’azione difficilissima o rischiosa ardire, rischiare il tutto per tutto”. Questo è il succo dello spettacolo di Gruss di quest’anno: uno spettacolo che sfida l’animalismo, proponendo tre numeri (cavalli, elefanti, tigri) delicati e di gusto con begli elementi in pista, veicolando un bel documentario sul benessere degli animali nel circo (proiettato su un grosso telo bianco che copre tutta la pista prima dell’inizio dello show) che sfida le leggi della fisica con esibizioni ad alto rischio ed elevato tasso di spettacolarità che sfida il trend negativo che purtroppo sta subendo il circo, mantenendo una compagnia molto nutrita e un programma decisamente corposo che non si accontenta di mescolare gli ingredienti consueti, ma che attinge al di fuori dal repertorio circense per arricchire di stupore e di novità il proprio show.

L’interno del circo senza antenne
(il telo bianco viene alzato come schermo per la proiezione di un documentario sul benessere degli animali nel circo)

Il tutto in un ambiente sempre impeccabile e che è alla continua ricerca di professionalità e confort anche nelle strutture. Esattamente 10 anni fa su queste pagine annunciavamo il montaggio di un nuovo chapiteau rivoluzionario e innovativo, “La Cattedrale” di Arlette Gruss, ossia la grande tenda che rinnovando il sistema vigente all’epoca inglobava in un’unica struttura il foyer, la hall, lo chapiteau e i camerini. A 10 anni esatti, sfruttando una pausa estiva, Gilbert Gruss ha stravolto il proprio assetto per far posto a una nuova struttura a visibilità totale che sposta all’esterno le antenne per far posto a una piramide di americane che sorreggono la cupola eliminando ogni intralcio agli occhi del pubblico. Seppur vi fossero stati altri esempi con strutture simili, probabilmente il caso di Gruss è il primo relativo a un circo itinerante che ogni settimana si sposa e installa questo gigante e spettacolare tendone. Non essendoci più le antenne e con una struttura differente dell’interno, è cambiata la controporta ed è stato adattato l’impianto luci che risulta comunque eccezionale e sorprendente per quantità e qualità degli effetti. Spettacolari gli inserimenti laser che accompagnano tutto lo show.

Rispetto ai numeri si tratta di un ottimo equilibrio di ingredienti. Uno spettacolo come questo è difficile da raccontare, ma anche solo scorrendo il programma ci accorgiamo di qualcosa che esce dall’ordinario. Credo che sia abbastanza inconsueto sotto lo chapiteau di un circo assistere a un numero con 12 droni “addestrati”: si, droni, come se fossero 12 aeroplanini telecomandati di piccole dimensioni, ciascuno dotato di una luce, che si muovono con una sincronia eccezionale intorno ad un danzatore “Matrix” (Alexandro Hurtado) che come un illusionista li fa muovere a mani nude. E’ un concentrato di adrenalina ed entusiamso la break dance e l’hip hop a luce nera dei Neon Extreme light: una sorpresa continua, personaggi che appaiono e scompaiono nell’oscurità, illuminati solo da costumi a led, creando effetti ottici davvero sorprendenti.

E poi il motor show, con un motoclista free style in pista, i salti sulle teste del pubblico e un quad che segue anch’esso le evoluzioni della moto che lo precede. E ancora gli adrenalinici Michael e Alejandro Vanegas alla ruota della morte, che scaldano il pubblico con i loro salti mortali all’esterno della ruota. Non meno spettacolari le pertiche oscillanti a grande altezza che siamo abituati a vedere all’aperto, nei parchi di divertimento e che in una pista diventano ancora più elettrizzanti. E’ un omaggio alla storia del circo l’omo proiettile (Ramon Kathriner), che pur essendo un numero iconico per il circo, è decisamente poco inflazionato e mantiene intatto il suo fascino ed è un ottimo collante tra le nuove tecnologie e i numeri più classici.

Sarah Houcke

I droni di Hurtado

La tradizione è saldamente in mano alla famiglia Gruss. Sorprende ogni anno Kevin Gruss per il suo talento e per la disinvoltura con cui in ogni spettacolo si cimenta in nuove discipline, raggiungendo sempre un livello altissimo. Ogni anno “osa” e supera il traguardo dell’anno precedente. Se mettessimo in fila tutte le esibizioni proposte in questi anni, probabilmente ne uscirebbe materiale per un one man show! Ma il circo è un’attività che non si può rimandare e non c’è età per iniziare. E così quest’anno la pista tiene a battesimo Alexis ed Eros Gruss con una performance di giochi icariani creata sotto la guida del maestro Flavio Vernuccio. Alexis Gruss la ritroviamo agile in un numero di mano a mano insieme a Sergei Baryshnikov e successivamente al fianco della madre Linda Biasini e della sorella Laura Maria con cui si alterna nella presentazione della cavalleria in libertà caratterizzata da grande eleganza.

Alexis, Laura Maria e Linda Biasini Gruss  (Foto C. Roullin)

Linda Biasini Gruss  (Foto C. Roullin)


Laura Maria Gruss  (Foto C. Roullin)

Anche Eros si fa le ossa in pista, accompagnando Mathieu in alcune gag. Mathieu è ormai di casa, una presenza fissa del cast, ma ogni anno propone nuove riprese o rinfresca dei capisaldi della comicità. Quest&rsquoanno tocca alla ripresa del cinema rivista in chiave “Star Wars”, dunque è possibile rinnovare anche la comicità! E persino la ripresina del peluche che salta il cerchio in casa Gruss viene proposta niente meno che con due riottosi droni! Risate tecnologiche vien da dire…

Mathieu


John Vernuccio Togni  (Foto C. Roullin)

È una garanzia anche John Vernuccio-Togni responsabile degli animali che porta in pista i quattro elefanti di Flavio Togni in una nuova routine. Cogliamo l’occasione per congratularci con John per il sangue freddo che ha dimostrato qualche mese fa quando quattro disturbatori facinorosi (non chiamiamoli animalisti perché persino gli animalisti “oufficiali” pare abbiano preso le distanze da un gesto così sconsiderato ed incosciente!) hanno fatto irruzione in pista durante il suo numero urlando e inveendo contro il circo. John ha subito capito la gravità della situazione ed ha saputo placare il nervosismo dei suoi animali e terminare il numero senza che la situazione precipitasse. Il pubblico inevitabilmente si è schierato dalla parte del circo fischiando contro quella irruzione folle e ignorante. Gli animali in casa Gruss sono esempio di benessere e cura estrema. E’ questo il senso del numero di tigri (cinque esemplari in passato mandati in Inghilterra da Martin Lacey Senior, padre di Alex e Martin Jr) presentato con charme e stile da Sarah Houcke.  

Cosa aggiungere? Bè il fatto che la musica è eseguita dal vivo grazie ad una eccellente orchestra, che i bar della hall sono ormai all’altezza o superiori a tanti bar che possiamo trovare nelle nostre città per offerta e candore, che tutto è curato all’inverosimile in pista e fuori. Astley non potrebbe che essere fiero di uno spettacolo così che mantiene lo spirito della sua intuizione di 250 anni fa…

Dario Duranti

Kevin Gruss (Foto C. Roullin)

06/09/2018 10.03.36

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