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Vent’anni da prigioniero in gabbia Otto ritorna libero… in televisione

da corrieredelveneto.corriere.it

Su «Striscia» il racconto della «nuova vita» del leone marino a Gardaland. Dal ’91 l’esemplare da 350 chili era «detenuto in cattività» in un circo itinerante

VERONA – «Prigioniero» («umiliato» – per usare la definizione dell’«inviato degli animali» Edoardo Stoppa) fin «dal giorno in cui è nato, nel ’91, a oggi». Sta «pian piano ritornando libero in questi giorni, all’interno del parco acquatico» di Gardaland un esemplare di leone marino «unico nel suo genere», già ribattezzato Otto, che non primeggia soltanto per il suo peso (alla bilancia fa segnare qualcosa come 350 chili) ma, soprattutto, per «la dolcezza infinita» dei suoi «grandi occhi tristi». Quella del «dolcissimo Otto», una volta tanto, «è una storia a lieto fine» ed è andata in onda venerdì in prima serata, davanti a milioni di telespettatori, nel corso della seguitissima puntata di Striscia la notizia. «Finalmente, qui a Castelnuovo del Garda, il povero Otto non è più costretto a vivere in quella gabbia invivibile, senza poter neppure alzare la testa, ridotto a sopravvivere senza un filo d’aria, senza la possibilità di vedere un solo istante la luce del sole»: parole, quelle dell’inviato del tg satirico di Canale 5, a cui facevano la sfondo le crudeli immagini degli «anni di prigionia» con cui il leone marino è stato suo malgrado costretto a fare ogni giorno i conti.      «Quella in cui era stato posizionato dal ’91 a oggi era una vera e propria trappola infernale di appena due metri quadrati che non gli permetteva neppure di alzare la testa – ha puntato il dito l’incontenibile Stoppa -. Non è plausibile rinchiudere un simile gigante in quello scatolone senza vie d’uscita, ventiquattr’ore su ventiquattro, senza poter respirare, lontano da un minimo filo di luce…». Fin da quando è venuto al mondo nel ’91, il «povero» Otto è stato costretto a seguire per tutta Italia una sorta di circo itinerante che, per due volte nell’arco degli ultimi tre anni, è finito nel mirino delle forze dell’ordine: dopo un primo sequestro datato 18 marzo 2009 e messo a segno nel Modenese, ce n’è stato un secondo, effettuato l’8 febbraio scorso dagli uomini deli Corpo forestale dello Stato. Sono stati proprio loro ad accertare come, oltre a quella location «infernale», il leone marino risultasse sottoposto «a ogni genere di umiliazione, al punto da ritrovarsi addirittura costretto a suonare una trombetta con il suo enorme naso». Una «vergogna, per no dire un’indecenza» a cui, come ha illustrato dal vivo Stoppa, «si sta ponendo fine in questi giorni in un parco acquatico (seppure non citato, si tratta di Gardaland, ndr) di Castelnuovo del Garda, dove lo si sta progressivamente trasferendo, abituandolo a poco a poco, da quella terribile trappola a un’ampia vasca». A confermarlo davanti ai microfoni di Striscia è stato proprio il responsabile del parco, Daniel Gonzalo Barros: «Per lui la vita è destinata a cambiare, ma questo deve avvenire gradualmente. Quando è arrivato qui, era limitato nei movimenti ma anche a livello mentale. Stiamo cercando di dargli una nuova esistenza, ma lo dobbiamo fare un po’ alla volta. Soltanto i veterinari decideranno quando sarà arrivato quel fatidico momento». Per Otto, però, la vita «è già cambiata»

12/04/2012 9.49.38

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