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Stampa: Lo Zoomarine è da chiudere

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Torvaianica/Per l’assessore De Petris è abusivo. Ma la società replica: «Siamo in regola»

 

«Lo zoomarine è da chiudere»

 

al ministro: ha solo l’autorizzazione come circo

 

L’assessore provinciale all’Ambiente chiede di nuovo la chiusura del delfinario Zoomarine di Torvaianica, perché avrebbe solo le autorizzazioni per fare spettacolo, ma non quelle da zoo. «Non è vero, siamo in regola e siamo stati autorizzati dal ministero dei Beni culturali», rispondono però dalla società che ha realizzato il parco nei pressi di Pratica di Mare, con un investimento di 20 milioni di euro. Insomma, secondo lo Zoomarine i permessi ci sono e gli spettacoli sono autorizzati, anche perché le aree dove risiedono gli animali «non sono accessibili né visibili al pubblico. Il pubblico vedrebbe i delfini sono durante l’esibizione. Come in un circo». Il parco acquatico – che ha aperto i battenti il 15 settembre, sulla scia di altri delfinari come a Rimini e Albufeira del Portogallo, da cui provengono gran parte degli animali, tutti con ”passaporto” – offre spettacoli acquatici con delfini, orche marine e otarie (in tutto 20), con uccelli tropicali, cigni e anche un galeone. Il tutto in un grande spazio verde. Un vero e proprio parco di divertimenti acquatico, dove i delfini ammaestrati eseguono spettacoli di acrobazie, «senza alcuno stress causato da privazioni di cibo». Il parco impiega 350 giovani. «Il ministro dell’Ambiente deve chiudere il delfinario Zoomarine di Torvaianica», chiede l’assessore provinciale all’Ambiente, Loredana De Petris, insieme alle associazioni Lav e Animalisti italiani, aggiungendo poi: «Perché opera senza senza i requisiti previsti dalla legge ed è una struttura abusiva». Mentre Monica Cirinnà, delegata per i diritti degli animali del sindaco di Roma, aggiunge: «Mi auguro una volta per tutte che gli animali non vengano più sbattuti da una parte all’altra del pianeta e costretti ad assumere comportamenti innaturali per il mero divertimento degli uomini». «Questi delfini – replica però lo Zoomarine – sono nati in cattività in Portogallo e se dovessimo lasciarli liberi morirebbero. Le nostre vasche sono più grandi di altri parchi e nessuno si sogna di chiuderli al Nord. Noi siamo in regola». Il delfinario, di proprietà di una società portoghese-argentina, dichiara insomma di essere in possesso di tutti i permessi necessari rilasciati dalle autorità competenti.
Nel dossier presentato ieri, invece l’assessore provinciale contesta l’apertura avvalendosi di un decreto legislativo (il n.73) frutto di una direttiva europea, secondo il quale qualsiasi zoo deve avere l’autorizzazione del ministero dell’Ambiente con i ministri di Salute e delle Politiche agricole. In sostanza, l’assessore dice che il Delfinario è uno zoo, mentre la società sostiene di poter aprire il parco in funzione del fatto che agisce come un circo e quindi di essere in regola con le autorizzazioni. «A seguito dell apertura dello Zoomarine – ha aggiunto – ho contattato il ministero dell’Ambiente e appurato il tentativo di aggirare la vigente legge sugli zoo, attraverso il riconoscimento di ”struttura spettacolo”. Ma manca comunque l’autorizzazione che deve essere concessa dai ministeri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche forestali».
King, Luna, Marco, Vasco e Gil (questi alcuni dei nomi dei grandi mammiferi acquatici) e altri intanto continuano a nuotare felici, ignari di tanta bagarre: finora li hanno ammirati 5000 visitatori.

 

di MARCELLA SMOCOVICH

 

Da Il Messaggero del 24-09-05

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