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STAMPA: CIRCO NOCK – Si spengono le luci

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CIRCO NOCK

 

Speciale Vita da circo

Si spengono le luci

La vita dietro le quinte del circo inizia quando le luci si spengono Abbiamo trascorso una notte con gli artisti, gli operai e gli animali del Nock, nella sua trasferta da Lugano a Chiasso. Ecco il resoconto di un’intensa attività che comincia quando lo spettacolo finis…

 

a cura di Ariane Burckhardt Foto Ti- Press Reto Albertalli e Davide Agosta 
Un giorno al circo. Per tutti questo significa un paio d’ore di divertimento sotto quel tendone colorato, un momento di svago che finisce quando gli artisti salutano il pubblico e tra gli applausi le luci si spengono. Noi abbiamo voluto scoprire cosa sta dietro a quelle due ore di spettacolo e ci siamo lasciati coinvolgere seguendo la carovana del circo Nock durante l’esibizione di mercoledì sera a Lugano e soprattutto nel successivo spostamento notturno da Lugano a Chiasso.
Abbiamo vissuto momenti unici e abbiamo potuto renderci conto di come la vita circense dia molte soddisfazioni ma chieda in cambio una grande forza fisica, mentale e soprattutto una grande passione.
Lavorare in un circo significa sicuramente rinunciare ad una vita ‘ normale’ ma significa anche vivere un’esperienza di tolleranza e solidarietà. Ecco dunque uno spaccato di ‘ vita da circo’, una vita che inizia quando lo spettatore esce di scena È tutto pronto, il pubblico è sistemato sulle gradinate sotto il tendone, la musica dell’orchestra annuncia l’inizio dello spettacolo e gli artisti dietro alle quinte riscaldano i muscoli per l’ultima volta prima di entrare in scena. Lontano dalle luci dei riflettori altri artisti sono già al lavoro. Sono una trentina di giovani e meno giovani, padri, figli e fratelli. Sono una grande famiglia, legati dalla stessa terra d’origine, il Marocco. Al circo lavorano durante la tournée poi tornano dalla famiglia in Nordafrica per qualche mese. Ci hanno accolti con sorrisi e battute in un tedesco sorprendentemente scorrevole. In poco tempo abbiamo capito che nessuno al circo riposa. Quando il primo numero dello spettacolo stava andando in scena loro già smontavano l’entrata e preparavano le carovane che sarebbero partite poco dopo. In breve le coloratissime luci sono sparite e il cortile di fronte all’entrata è tornato a essere avvolto dall’oscurità.  Lo spettacolo sotto il tendone continua e mentre il pubblico si lascia trascinare in un mondo fantastico, dietro le quinte si lavora freneticamente. Gli animali che entrano in scena vanno preparati e quelli che escono vengono immediatamente risistemati per il trasporto. Noi, attratti dall’incessante movimento, ci distraiamo un attimo per ritrovarci con le briglie di uno dei cavalli in mano.
‘  Lo porti alla sua stalla per prepararlo  ’. Ci adattiamo all’imprevisto, coi marocchini che nella stalla si occupano degli altri cavalli. Imitando i loro gesti facciamo quattro trecce al cavallo, spazzolandogli la coda e liberandolo dalle varie imbragature. Intanto la prima parte dello spettacolo sta per terminare e ci si prepara alla pausa. Dietro i banconi degli hot dog e delle patatine ecco uno dei danzatori russi. Ha il viso ancora truccato e con un sorriso serve i clienti affamati. Sì, perché al circo tutti devono darsi da fare e nessuno è più importante degli altri. L’aiuto di tutti, dai direttori artistici ai lavoranti marocchini, ha lo stesso peso nella riuscita della serata.
Il suono di un altoparlante annuncia la fine della pausa e gli spettatori riprendono posto. Il lavoro di smontaggio fuori continua e quando lo spettacolo finisce, sulla faccia degli spettatori che lasciano il tendone c’è un velo di stupore. I banconi delle bibite, i tavoli e le sedie, le toilettes e le roulottes sono sparite. Durante lo spettacolo tutto quanto ha preso la strada in direzione di Chiasso dove già si sta lavorando.
Gli artisti corrono a sfilarsi tutine, paillettes e trucco e ritornano poco dopo in jeans e maglietta. Si avvicina la mezzanotte. La seconda parte della serata o meglio la prima della nottata, sta per iniziare: è ora di ripulire e smontare il tendone, un duro lavoro che, senza inconvenienti, dura solitamente due ore. I compiti di ciascuno sono organizzati minuziosamente, come un meccanismo di precisione qui il nostro aiuto non viene richiesto poiché tutti hanno un ruolo definito nel dettaglio e saremmo più che altro d’intralcio. Le mani di artisti e marocchini lavorano con rapidità e sicurezza e quando qualcuno è seduto e pare riposare, in realtà sta solo aspettando il proprio turno per entrare in azione.
Quando tutto è pronto saliamo sul camion del domatore e delle sue tigri alla volta di Chiasso. Il viaggio in autostrada è breve ma è facile capire quanto sia difficile spostarsi in continuazione con un circo da montare e smontare, soprattutto quando il trasporto avviene praticamente tutto su strada.
Quando arriviamo a destinazione è ancora notte e carovane a parte la zona dello stadio è deserta e immersa nel silenzio. Si inizia a montare il necessario per quel poco che resta della notte e si sistemano al più presto gli animali. Per noi una roulotte accogliente, ma poco sonno. Alle prime luci dell’alba ecco un rumore martellante, segno che i lavori sono già ripresi. Verso le sette il tendone è quasi montato: la giornata per i marocchini è evidentemente iniziata mentre altri ancora riposavano. E sì che questa sarà una giornata di pausa, senza spettacoli… Il chiacchiericcio e le risate tra sudore e fatica sono segno sicuro di un ambiente più rilassato del solito. Redi il domatore intanto monta il recinto delle tigri che dopo la notte sono ansiose di poter correre. È giunto il momento di andarsene: ciascuno torna alla propria quotidianità.   
Lo spettacolo è finito ma non il lavoro 
… e la mattina si rimonta 
La notte si smonta… 
Un duro lavoro manuale

 

Da La Regione Ticino

 

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