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Sinfonie circensi al Salieri Circus Award

Sinfonie circensi al Salieri Circus Award

Un numero di circo nasce come opera compiuta con una propria musica. Qualche mese fa immaginare di variarlo e trasporlo su musica classica poteva sembrare eretico e folle. Così come l’idea di proporre un festival di circo in teatro il cui filo conduttore fosse appunto la musica classica. La prima edizione dell’International Salieri Circus Award ha invece dimostrato la bontà dell’intuizione di Antonio Giarola che ha affrontato (e vinto) in pochi mesi una sfida assolutamente non scontata, peraltro in un momento così complicato. Sul palco del Teatro Salieri di Legnago sono andati in scena 31 artisti di 13 nazioni accompagnati da musiche di Vivaldi, Puccini, Chopin, Beethoven e Rossini, ma anche Einaudi, Bosso e Coulais. Classica e neo classica dunque, in grado di condurre lo spettatore in contesti ed atmosfere nuovi e diversi, anche differenti da quelli in cui quegli artisti sono abituati ad esibirsi. Alcuni numeri si sono integrati maggiormente con la colonna sonora, dialogando con essa, altri si sono comunque ben adattati all’inedito accompagnamento. Per alcuni era una novità, altri già annoveravano nel proprio repertorio quello stile musicale.

Anthony Cesar (Foto Irene Barbiero)

Una sfida vinta si diceva che ha convinto e soddisfatto aprendo la strada a una manifestazione originale nel concept che trova una sua specificità e unicità nel contesto internazionale dei festival di arti circensi, senza sovrapporsi a quanto già esiste nel settore. Il futuro del Salieri Award ha obiettivi ancora più importanti: la presenza di un’orchestra dal vivo come accompagnamento alle esibizioni. E la proposta di vere e proprie creazioni ad hoc affidate a coreografi e registi internazionali incaricati di proporre alla direzione artistica performance su musica classica. Questo per andare maggiormente incontro al concetto di ricerca e di creazione evocato da Giarola nella definizione di “Circo d’arte” a cui tiene particolarmente, così come 36 anni ebbe a cuore l’idea di circo di regia quando in collaborazione con la famiglia Cavedo diede vita allo spettacolo “Clown’s Circus, il Circo una Festa” primo modello italiano di circo-teatro.

Il Principe Maurice al finale

Gli spettacoli sono stati introdotti da un omaggio ad Alessandra Galante Garrone (precorritrice del circo contemporaneo in Italia, scomparsa nel 2004) portato in scena dal Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei e Sneja Nedeva e presentati dal Principe Maurice (Maurizio Agosti) in veste di Cerimoniere perfettamente in tema col contesto e protagonista di un momento di notevole intensità nella coreografia finale dove si esibisce anche come cantante. Tra le performance che maggiormente hanno esaltato il connubio con la musica classica, il mano a mano di Giulia Serra e Mattia Rossi Ruggeri che hanno dialogato in scena con il violinista Virtuoso Artale sincronizzando i crescendo delle note con i passaggi più spettacolari della loro routine. Molto intensa la performance di roue Cyr di Sarah Togni (prossima al debutto nella produzione Luzia del Cirque du Soleil) impreziosita dall’accompagnamento di Vivaldi: una esibizione messa a punto con un lavoro di due mesi appositamente per questa manifestazione. Il gradino più alto del podio è andato alle cinghie di Antony Cesar, eccellente danzatore sia a terra che in aria. Argento per il giocoliere Viktor Krachinov dal ritmo trascinante, soprattutto quando verso la fine del numero una elaborazione elettronica di un brano di Beethoven incalza il pubblico; e per il Duo Hoop (anche Premio della Critica) protagonista di un adagio aereo molto seducente. Ancora Bronzo per il quartetto di acrobati ucraini Man’s World sui Carmina Burana, per il trapezista Joao Godinho, molto espressivo e per il verticalista cubano Nirio Rodriguez che ha convinto con la forza della sua tecnica.

Giulia e Mattia con il verticalista Virtuoso Artale
Sarah Togni (Foto Irene Barbiero)

Tra gli italiani in competizione, i coltelli e le balestre del Duo Caveagna che con Giarola hanno maturato esperienze internazionali e al Nikulin di Mosca, il delicato comico Pass Pass portatore di un universo comico intimo e poetico e il giovane Erik Triulzi che ha interpretato la sua performance di equilibrio sulle sedie su una nuova coreografia. Se da un lato il palcoscenico teatrale può aver serbato qualche difficoltà per gli artisti che avevano bisogno di un suolo pianeggiante (a causa del declivio della scena), dall’altro lo spettacolare ledwall ha consentito di ricreare per ogni esibizione uno scenario mozzafiato in grado di contestualizzare le esibizioni con l’efficacia di uno studio televisivo. A garantire la fluidità del programma la direzione tecnica del palco e degli appendimenti affidata a Paride Orfei e Marco Togni, circensi di razza in grado di gestire anche situazioni molto complesse.

La prima edizione del Salieri Award ha saputo attrarre operatori da tutto il mondo proponendo una giuria tecnica ampia e sfaccettata che riflette diverse anime dello spettacolo circense attuale, presieduta da un personaggio autorevole come Arturo Brachetti che oltre ad essere oggi un performer di altissimo livello, maestro del quickchange internazionale, nutre passione e affetto per l’arte circense. Al fianco di essa una nutrita e autorevole giuria della critica composta da rappresentanti delle principali testate europee sul circo. Tutti gli ospiti hanno riconosciuto l’impeccabile organizzazione curata da Antonio, Luciano e Letizia Giarola e dal loro staff, che per chi li ha vissute, ha ricordato le edizioni indimenticabili del Festival del Circo di Verona che fecero scuola nei primi anni Novanta. Con mostre, eventi collaterali, mostre, incontri dibattiti e conferenze stampa coordinate da Roberto Bianchin, già giornalista di Repubblica ed altre testate, con una particolare attenzione ed affetto per il circo.

La giuria tecnica presieduta da Arturo Brachetti

Tradizionale o Contemporaneo?

In questi mesi ha tenuto banco un dibattito acceso intorno alla proposta del Salieri Award che ha diviso alcuni operatori del settore non concordi nel classificare la manifestazione come vicina all’ambito del circo classico o a quello del cosiddetto contemporaneo. “Catalogare” una manifestazione del genere oltre ad essere particolarmente complesso è allo stesso tempo inutile e rivela come si stia andando in una direzione in cui determinate categorie si possono stemperare e superare. Non per negarle, sia ben inteso, bensì per prendere atto che il circo di oggi, il circo “attuale”, si può declinare in una varietà infinita di sfaccettature, senza tradire la sua natura. Deve essere “circo”, questo è imprescindibile, rispettando ritmi e tecniche del linguaggio circensi ma, soprattutto, deve essere efficace, di qualità, bello, emozionante. Il Circo ha queste caratteristiche quando non si limita a meravigliare (elemento imprescindibile), ma riesce a veicolare emozioni, rapire i sensi, coinvolgere. Senza bisogno di leggere un programma di sala per capire ciò che stiamo vedendo.

In futuro il Circo saprà vestire forme sempre nuove e diverse, adattandosi alle epoche, ai gusti e ai costumi in voga. L’auspicio è che vi sarà posto per ogni forma di circo, per ogni sfaccettatura, per ogni genere senza bisogno di proporre l’uno come alternativo ad altri. Affichè ciò avvenga è importante che a essere diffusa, salvaguardata e sostenuta sia la cultura del circo, la sua storia e la sua fruizione negli spazi urbani, siano essi un centro storico, una piazza, uno chapiteau, un teatro, una periferia. E in uno scenario come questo anche l’esperienza del Salieri Circus Award assume un ruolo importante nell’avvicinare all’arte circense un nuovo pubblico, nuovi stimoli creativi che fondono elementi della tradizione con spunti artistici vicini ad altri generi.  

Dario Duranti
Foto di Irene Barbiero


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IL BILANCIO DEL DIRETTORE ARTISTICO 
ANTONIO GIAROLA

Viktor Krachinov (Foto Irene Barbiero)
Men’s World
Il Principe Maurice, Maestro di Cerimonie
Duo Hoop

Le foto di questa pagina sono di Irene Barbiero

Sinfonie circensi al Salieri Circus Award

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