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Circo sulla SS 172. Un paio di considerazioni

da martinanews.it

Un elefante si dondolava sopra il filo… L’attacco giusto di un articolo come quello che state per leggere, che è a metà tra la cronaca, il retroscena politico e un articolo di costume. Anche un po’ editoriale, se mi passate il termine.

Iniziamo dall’inizio, come è meglio fare in questi casi. A Martina Franca arriva il circo Orfei “Mamma Mia”, oltre 150 persone che ci lavorano, un costo giornaliero per la carovana di oltre ottomila euro. Il proprietario, memore delle passate edizioni, conosce un po’ il territorio e capisce che andarsene nascosto al Pergolo non conviene. E’ pur sempre un lavoro e come tale deve avere la giusta visibilità. Non sappiamo come o in che modo, entra in contatto con Patrizio Mazza, ex consigliere regionale, proprietario della casa e del terreno sui cui oggi sorge il circo. Il medico, generosamente, decide di concedere l’utilizzo gratuito del campo.

Prima di iniziare a montare, però, deve riunirsi la commissione pubblico spettacolo (di cui abbiamo scritto qui) di cui il presidente è il Sindaco, che delega un assessore, in questo caso Nunzia Convertini, che a sua volta ha delegato perchè impossibilitata, Gianfranco Palmisano. La commissione è puramente tecnica e a nulla sono valse, pare, le richieste di Palmisano di andare prima a dare un’occhiata con un sopralluogo. Della commissione fanno parte un funzionario comunale nel ruolo di segretario (in questo caso Pietro Mastrovito), un ingegnere acustico, un ingegnere elettrotecnico, un rappresentante della Polizia Municipale, un rappresentante dei Vigili del Fuoco e un rappresentante sindacale dell’Agis (in questo caso Giulio Dilonardo) e ovviamente un rappresentante dell’Asl per le autorizzazioni igieniche.

Secondo la commissione, che si deve riunire per spettacoli che superano le cento presenze di pubblico (e questo circo può ospitare 200 persone), è tutt’apposto. Guardate le carte, lette le autorizzazioni, strette le mani, si pone la firma per l’autorizzazione (qui il nostro articolo in proposito) Ma la vita si sa va oltre i seicentrotrenta centimentri quadrati di un foglio di carta. In particolare la vita in questo caso è delimitata da un muretto a secco in Valle d’Itria oltre il quale c’è una giraffa, cammelli, lama del Perù, struzzi, somarelli cavalcati da scimmie, le zebre, un ippopotamo e, ovviamente, l’elefante. In Valle d’Itria si sa, gli automobilisti sono abituati a tollerare un centro di raccolta rifiuti, un centro di depurazione delle acque reflue, addirittura in distributore di benzina che è abbellito dalla copertura in pietra, ma animali no. Quanto meno è insolito, tanto insolito da aumentare il rischio di incidenti, per frenate brusche e cittadini increduli. Se poi aggiungiamo anche il corteo di papà che portano i figli a vedere “la giraffa! hai visto a papà la giraffa? guarda che collo lungo che ha la giraffa!”, allora possiamo renderci conto che diventa un caso di Stato. O meglio, il gran parlare su Vox Populi di questo argomento, ha legittimato il nuovo intervento dell’amministrazione.

Stamattina c’è stato finalmente un sopralluogo, da parte di Nunzia Convertini, Gianfranco Palmisano, tre vigili, un funzionario non specificato e un geometra dell’Anas, che si lamentava dei cartelli abusivi “da rimuovere immediatamente”. Gli operai del circo, nel frattempo, pazientemente, toglievano il fango dalla strada un pezzetto alla volta.

Dal sopralluogo è emerso che: 1) l’Anas non ne sapeva niente 2) gli animali saranno tolti dalla vista della strada 3) sicuramente non pioverà nei prossimi giorni perchè altrimenti col fango sarebbe un casino.  A sentire Dilonardo, il problema sarebbe a monte, ovvero riguarda il fatto che il Comune di Martina Franca non dispone di un’area attrezzata. Questa mancanza non fa che reiterare la polemica annuale su dove devono andare le giostre, i circhi, i mercati, le fiere e compagnia ambulando. Senza spazio attrezzato ognuno fa un po’ come gli pare. Il risultato è che l’autorizzazione non è sbagliata, perchè la legge fa delle prescrizioni rispettate, ma la legge non prevede la curiosità delle persone nè cosa può scatenare unire una giraffa, un’amministrazione un pochetto superficiale, una serie di papà premurosi, Vox Populi e ovviamente il classico comunicato stampa dell’opposizione che vuole tutelare la Valle d’Itria dal circo che “deturpa e inquina“.

La discussione è ovviamente polarizzata dall’opportunità o meno che ci sia un circo in Valle d’Itria, quel diritto al paesaggio che invocano i turchi in questi giorni con le proteste in piazza Taksim, per difendere il Parco Gezi, e il rischio per l’incolumità degli automobilisti non è che un argomento a sostegno del fronte del no. Ci viene in mente, con le dovute differenze, la situazione che si era creata tre anni fa, quando centinaia di cittadini protestarono contro l’apertura del distributore Simeone Carburanti in Valle d’Itria, ma il fronte del sì sosteneva che “bisogna pur lavorare” e “è meglio lì che in città”, dimostrando che l’opportunismo, o meglio, la possibilità di trarne un beneficio fa saltare a piè pari ogni tipo di remora sacrale. In culo alla Valle d’Itria, l’importante è risparmiare sul gasolio.

In questo caso il fronte del sì, diventa del no, perchè un circo, per quanto sia un’installazione mobile, temporanea, che lascia pochissime tracce (qualche cagata di cammello, al massimo) e al netto del fatto che usare gli animali come attrazione non è una cosa che condividiamo (perchè non pensare di fare un’ordinanza che lo vieta?), un circo in Valle d’Itria dovrebbe lasciarci al quanto indifferenti. Perchè o si decide che la Valle d’Itria è sacra e non si tocca e quelli che vogliono le piscine andassero a quel paese perchè lì sicuramente le possono fare, oppure decidiamo che la Valle d’Itria è un posto come un altro e ogni polemica contro il circo è puramente strumentale per attaccare l’amministrazione.

Anche perchè a pochi metri dal circo, la più importante e grande ex vinicola del nostro territorio, la vinicola Miceli, è stata quasi smantellata per far posto a non si sa bene cosa, considerando che è ormai un anno che chi scrive ha chiesto di accedere agli atti e il permesso non gli mai stato accordato. Vedremo, quindi, quando gli elefanti che si dondolano se ne andranno e sul filo della ragnatela avremo probabilmente un grosso centro commerciale se le reazioni saranno le stesse.

08/06/2013 13.16.20

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