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Stampa: Chiara, prima italiana alla scuola CNAC in Francia

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Chiara, prima italiana alla scuola circense
Da Catania alla Francia in equilibrio sul filo

Di Perla Maria Gubernale

La catanese Chiara Marchese è la prima italiana ad entrare al Centre National des Arts du Cirque, prestigiosa scuola di arti circensi francese. Dai primi passi sulla corda molle da autodidatta al Parco Gioieni, è arrivata a sbaragliare la concorrenza di atleti provenienti da tutto il mondo. Ad aiutarla passione, tenacia e la volontà di portare sulle scene il suo amore per il circo. Con il sogno di trasformarlo in un mestiere. Guarda il video

Nessun italiano era mai riuscito ad essere ammesso alla scuola nazionale di arti circensi francese. La prima è una giovane artista catanese. Si chiama Chiara Marchese, ha 23 anni, e può vantarsi di aver superato le durissime selezioni della Scuola Superiore di circo Cnac (Centre National des Arts du Cirque) di Chalons-en-Champagne, in Francia. «E’ stata una sorpresa – ammette Chiara. Non mi aspettavo di superare le selezioni perché non ho un passato da ginnasta». La giovane catanese, infatti, non è figlia di equilibristi e non è cresciuta a pane, acrobati e pagliacci, ma si è innamorata del circo mentre studiava Scenografia per il teatro all’Accademia delle belle arti di Catania. Un colpo di fulmine per cui, messa da parte la laurea, è volata a Torino, dove ha frequentato per tre anni la scuola internazionale di circo Vertigo. Qui ha studiato equilibrismo, acrobazia e danza con maestri di fama mondiale.

Ora, dopo tre giorni di audizioni, Chiara è stata accettata alla Cnac, sbaragliando la concorrenza di artisti provenienti da tutta Europa e da numerosi paesi extraeuropei. «Ho voluto provare e ce l’ho fatta!», commenta entusiasta. Per tagliare un traguardo così importante ci sono voluti tanta passione, tenacia, allenamento e il suo spettacolo, La FiloRuota suona, in cui Chiara si esibisce su un monociclo in equilibrio sulla corda molle – una tecnica di giocoleria in cui bisogna stare in equilibrio su un filo -, mescolando equilibrismo a clowneria. Un numero che si è inventata nel corso dei suoi studi e che si è già guadagnato gli applausi del pubblico in decine di festival, palchi e piazze internazionali. E che ha «colpito la giuria per la sua spontaneità», racconta la ragazza. «Volevo mettere in scena quella che per me è la magia del circo e prendere in giro le mie paure vestendo i panni di un clown, il personaggio che meglio di tutti rappresenta questo binomio», commenta.

 

La passione per il circo Chiara la scopre nel 2006 dopo aver assistito alla tappa catanese di Nomade, uno spettacolo circense del Cirque Eloize di Montreal. Da quel momento è diventato il suo chiodo fisso: «In ogni progetto che realizzavo all’accademia pensavo alla magia del circo e mettevo sempre qualcosa, anche un dettaglio, che mi permettesse di riprodurla. In me pulsava già la voglia di crearla e interpretarla», racconta. Da qui la decisione di avvicinarsi all’arte circense, di cominciare ad allenarsi. Così, grazie ad un gruppo di amici, artisti di strada siciliani, ha scoperto la disciplina della corda molle, sua attuale specialità. «Sono andata subito dal ferramenta a comprare una corda e ho cominciato ad esercitarmi al Parco Gioieni», ricorda Chiara.

Ma l’esercizio da autodidatta la stava stretto. Da qui la decisione di andare a Torino per studiare la tecnica. A scuola, però, le difficoltà non sono mancate: «All’inizio è stata dura – confessa – perché gli allenamenti sono molto intensi e io, a parte un po’ di danza, non facevo attività fisica da tanto tempo». Ma Chiara non si è arresa e le sue fatiche sono state ripagate. Adesso studierà in una delle scuole circensi più prestigiose del mondo. «Il corso durerà tre anni: due di preparazione e uno dedicato a una tournée internazionale dello spettacolo di fine anno, curato da registi importanti», anticipa entusiasta. Un biennio in cui «continuare la mia ricerca personale, sperimentare e unire la passione per la giocoleria alla voglia di creare qualcosa si avvicini al mio modo di essere». In Francia la attendono «tempo, spazio, e professionisti per farmi crescere in quest’arte», dice.

Finita la scuola, Chiara ha solo un obbiettivo dinnanzi a lei: fare dell’equilibrismo un lavoro. E farlo in giro per i teatri di tutto il mondo. «Voglio viaggiare, vedere sempre posti nuovi e conoscere persone con la mia stessa passione». E si augura di riuscire a «vivere di quest’arte che mi fa stare bene, interpretando quello che sento». Sempre in equilibrio su un filo.

Da https://ctzen.it

03/06/2012 18.59.46

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