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Stampa: Arriva il Cirque du Soleil con lo show che compie 20 anni

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Al Palalottomatica l’ iperreale e sognante universo di uomini colorati capaci di mirabolanti acrobazie

Saltimbanchi. Arriva il Cirque du Soleil con lo show che compie 20 anni

Anna Bille: Non viviamo in roulotte, ma in albergo. E a ogni tappa della tournée vengono riallestiti uffici e spazi prove come in Québec

Tutto ebbe inizio nel 1984, a Baie-Saint-Paul, una cittadina nei pressi di Québec City, in Canada. Lì un gruppo di pittoreschi personaggi cominciò a percorrere le strade sui trampoli, esibendosi in giochi di prestigio, coreografie e musiche. Erano conosciuti come i «trampolieri» di Baie-Saint-Paul, e fra loro c’ era il signor Guy Laliberté, che con Gilles Ste-Croix e l’ italiano Franco Dragone, quando si trattò di celebrare il 450esimo anniversario della scoperta del Canada, suggerì agli organizzatori di metter su uno spettacolo di circo, dal nome Cirque du soleil (Circo del sole). Quelli accettarono la proposta. I «trampolieri» non si sono più fermati. Dal passato all’ oggi: da stasera a domenica il Cirque du Soleil sarà a Roma, al Palalottomatica, con «Saltimbanco», storica pirotecnìa del Cirque (www.ticketone.it e prevendite autorizzate), uno show che ad aprile compirà vent’ anni. E se lo staff per dare un’ idea di quel che è diventato il marchio esibisce un rosario di cifre da capogiro (5.000 lavoratori nel mondo, 50 diverse nazionalità, 100 milioni di spettatori fra tutti gli spettacoli, «zero sovvenzioni» però), a colpire è come un babelico, iperreale, caleidoscopico, funambolico e sognante universo di uomini tutti colorati dentro i loro costumi (da tre a cinque a testa) di spandex, capaci di mirabolanti acrobazie, siano entrati nell’ immaginario collettivo. La poesia e il fascino (pochi biglietti ancora disponibili) di vertigini sospese nel vuoto e di maschere dai nasi a becco, di creature in colori fluorescenti che si arrampicano come rettili sfidando la gravità con ritmo ipnotico, e di sagome che cadono come stelle comete dal cielo. Un groviglio di corpi manipolati, impilati in piramidi altissime, catapultati a 13 metri d’ altezza e avvitati in acrobazie sospese nell’ aria. La poesia dell’ impossibile contro la banalità, la noia, il già visto. Rimandi a Fellini e al teatro di Peter Brook. Sono persino riusciti a far passare l’ idea che senza animali è meglio: per costruire sogni non c’ è bisogno d’ andare a importunare tigri e leoni. «Saltimbanco» esplora l’ esperienza della città nelle sue svariate forme: le persone che ci vivono, la fretta e il trambusto della strada, l’ altezza smisurata dei grattacieli. Decisamente barocco nel suo vocabolario visivo, l’ eclettico cast dello show trascina lo spettatore dentro una città ideale in cui la diversità è motivo di speranza. E a impersonare la diversità, una comunità di artisti con un passato sotto i tendoni tradizionali, o ex ginnasti, che hanno spesso sfiorato le medaglie olimpiche, o le hanno appese alle parete, prima di passare ad altro. «Comunità, sì. Sono, siamo una comunità. Non è il circo classico, non viviamo in caravan e roulotte, ma in albergo. Però ci ritroviamo tutti insieme in mensa e ad ogni tappa della tournée vengono riallestiti uffici, palestre, spazi prove come si fosse al quartier generale, in Québec» afferma Anna Bille, da poco fra i quattro italiani attualmente arruolati nel Cirque, cantante lirica. Ancora incredula che sia toccato a lei. «Saltimbanco» è accompagnato dalla musica dal vivo (dagli anni ‘ 90 al rock, dalla classica alla world) di sette strumentisti e due cantanti che si alternano, la blu singer e la pink singer. «Un anno fa sono state lanciate audizioni su Internet – ricorda Anna, 26 anni, di Vicenza -. Io ero attratta da quella fucina di talenti e di show che mescola tutti i generi, cosa inusuale in Italia. Così ho mandato un primo curriculum con un video, poi mi hanno richiesto altro materiale, sempre via mail, finché mi hanno chiamato». Com’ è stato l’ inserimento? «Dopo un periodo a Montréal, dove il Cirque è una città dentro la città, pian piano sono stata affiancata all’ altra cantante in maniera da poter ruotare. Il cast si sta rinnovando con l’ entrata di molti giovani, è un periodo frizzante». Vedremo qualche stella, a Roma? «Il Cirque du Soleil non incoraggia il divismo. Non ci sono primedonne. Ognuno dà il meglio di sé, per tenere alto il nome della compagnia. C’ è un grande rispetto per tutte le discipline».

Laura Martellini

Da corriere.it

15/03/2012 10.17.12

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