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COM.STAMPA FEDERFAUNA:..contributo al fallimento dell’Italia

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Comunicato Stampa di Federfauna:

Riceviamo e pubblichiamo il seguente Comunicato Stampa inviatoci da FederFauna.

Un valido contributo al fallimento dell’Italia

Ieri, leggendo le notizie, mi e’ saltato all’occhio il titolo di un articolo pubblicato da Agenparl, Agenzia Parlamentare per l’informazione politica ed economica: “Animali: Lav, Grecia esempio da seguire”.

Vista l’attuale situazione economica della Grecia, il cui default a quanto si legge sarebbe ormai questione di giorni, mi sono subito chiesto se la Lav, nota associazione animalista italiana, auspicasse una piu’ rapida rincorsa in tale direzione da parte del nostro Paese. Poi, leggendo l’articolo, mi sono accorto riguardasse invece una legge che sarebbe stata approvata in Grecia per vietare l’utilizzo degli animali nei circhi.

La notizia, che in realta’ non mi sorprende un granche’ (la cronaca recente mi ha permesso di farmi un’idea sul livello di rispetto e considerazione che possano avere i politici greci per i propri Cittadini…) e’ poi stata riportata anche da altre fonti e sempre commentata con parole di soddisfazione degli animalisti (non solo della Lav) per il fatto che la Grecia diventi “la prima nazione in Europa, seconda al mondo dopo la Bolivia”, a porre tali divieti.

Io ho pensato: “bel modello la Bolivia, che e’ al novantunesimo posto nella classifica mondiale per quanto riguarda il PIL procapite e che ha il 30,3% della popolazione che vive al di sotto della soglia di poverta’!…”

Poi, leggendo, mi sono accorto che la Bolivia non e’ l’unico Paese che gli animalisti suggeriscono come modello, infatti, “a luglio e’ stato approvato il bando all’uso degli animali selvatici dai circhi peruviani”. Peccato che il Peru’ sia settantaduesimo nella classifica del PIL procapite e che in Peru’, in termini assoluti, ci siano 4,5 milioni di bambini con un’eta’ inferiore agli 11 anni che vivono in poverta’.

La Grecia, del resto, era gia’ da tempo considerata un esempio da seguire da parte degli animalisti, perche’ era stata precursore nell’avere i cani di quartiere (i randagi con medaglietta che scorrazzano liberi per le strade), che gli animalisti vorrebbero anche da noi, e perche’, come scriveva a novembre 2011 l’agenzia animalista GeaPress: “Atene, nonostante la crisi, riesce a trovare i fondi per i randagi”.
 
E siccome anche in Italia, mentre SuperMario parla di  crescita, equita’ e rigore di bilancio, ho letto che in Commissione
Affari Sociali prosegue l’esame delle nuove norme sul randagismo, ho pensato a quanti soldi gia’ spendono Stato, Regioni, Province e Comuni, solo per mantenere in galera a vita i randagi nostrani, quanti ne spendono le varie Istituzioni per i vari progetti e campagne degli animalisti, quanti per operare sequestri di animali che poi vengono affidati agli animalisti, quanti per condurre processi che raramente portano a condanne, ma in cui gli animalisti si costituiscono parte civile, ecc., ecc., ecc. Tutti soldi che in un modo o nell’altro escono dalle tasche degli Italiani!…

Ho pensato a tutte le azioni dirette ed indirette degli animalisti, contro imprese che contribuiscono al Pil, contro imprese che offrendo posti di lavoro e benessere ai Cittadini, contribuiscono appunto alla crescita, all’equita’ e al rigore di bilancio.

Qualche rappresentante della politica sembra inizi a capire. Speriamo, pero’, non sia ormai troppo tardi. Nella citata classifica del PIL procapite, l’Italia e’ al ventinovesimo posto, subito prima della Grecia che e’ al trentesimo.

Massimiliano Filippi
Segretario Generale FederFauna

08/02/2012 11.18.34

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