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Il circo del mondo

da eilmensile.it

I riflettori del circo si sono accesi per la prima volta a Siena sui diritti dell’infanzia negata dei bambini di strada, e sul loro recupero attraverso l’attività circense. Sono stati i piccoli argentini, palestinesi, brasiliani, e italiani, strappati alle loro sfortunate realtà, i protagonisti del Festival ‘Circomondo’, tenutosi nella fortezza medicea di Siena la scorsa settimana.

Protagonisti, per la prima volta insieme, dodici giovani artisti tra gli 11 e i 23 anni, appartenenti ai cinque circhi ospiti della manifestazione: il Circo Corsaro di Napoli il Tappeto di Iqbal di San Giorgio a Cremano il Circo Social del Sur argentino, il Crescer e Vivir brasiliano e la Palestinian Circus School.

Conferenze, seminari, mostre, proiezioni, workshop si sono svolti nei quattro giorni del festival nella Fortezza e per le strade di Siena, dove sia l’inaugurazione, il cinque gennaio, che la chiusura, l’otto, hanno visto gli artisti circensi sfilare in Piazza del Campo con la cittadinanza in festa. La manifestazione, organizzata dall’associazione di volontariato e cooperazione Carretera Central e dall’Arci di Siena, è culminata domenica in uno spettacolo che ha unito tutte le realtà dei Paesi partecipanti sotto il classico tendone, a raccontare storie diverse, ma unite dal riscatto, dalla speranza, e dalla comune passione per il circo e per la vita. Bambini sottoposti all’occupazione israeliana nei Territori palestinesi, o provenienti dalle favelas di Rio, o ancora, dalle ‘villas’ di Buenos Aires o dal degrado dei formicai di Scampia, hanno trovato un linguaggio comune non tanto per esprimere il loro particolare disagio, o per raccontare la loro sofferenza, quanto per poter dialogare tra loro, attraverso trampoli, trapezi, cerchi e birilli. Il circo è diventato la lingua comune – tra chi non comunicava altro che attraverso la propria lingua madre – per trasmettere emozioni e informazioni agli altri ragazzi.

Il circo sociale nasce come metodo pedagogico di integrazione sociale negli anni ’20 negli Stati Uniti, con l’obiettivo di sottrarre alla povertà le piccole vittime della Grande depressione, dando loro la possibilità di riscattarsi dall’emarginazione sociale attraverso la loro creatività e l’arte circense. Da allora si è diffuso come strumento di lavoro con bambini e giovani socialmente emarginati o in condizioni di vulnerabilità e di rischio, per favorirne l’educazione e l’istruzione sociale.

Circomondo nasce dall’esperienza che Carretera Central ha maturato con il circo sociale in Brasile, a Cuba e in altri Paesi del sud del mondo, collaborando a progetti volti a ridurre il disagio giovanile, l’esclusione sociale e la violazione dei diritti dell’infanzia.

13/01/2012 12.32.24

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