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Brillano stelle nel Piccolo Circo dei Sogni

Oltre duecento gli allievi dai sei ai diciannove anni che partecipano ai corsi. Clownerie e trapezio prendono vita sotto il tendone della scuola della famiglia Orfei

Peschiera Borromeo, 8 gennaio 2011 – Le evoluzioni di acrobati, la vertigine del trapezio, la colorata giocoleria, ma anche contorsionisti e buffi clown, le maschere tristi tanto amate da Fellini. Artisti, il cuore pulsante del tendone circense. Se c’è chi li crede lontani tra ruolotte e caravan si sbaglia. Il circo cresce nuovi talenti proprio nel cuore delle nostre città. Prova nè è la scuola Piccolo Circo dei Sogni di Peschiera Borromeo, dove l’arte circense è insegnata da un nome storico come la famiglia Orfei. Leader da quasi due secoli nel panorama circense italiano, gli Orfei da diversi anni sono radicati nel territorio milanese e dal 2006 hanno aperto una scuola a Peschiera. Capofila Snejinka Nedeva, ginnasta diplomata alla Scuola del Circo di Mosca, e Paride Orfei, un uomo che ha saputo puntare in alto grazie al supporto degli oltre duecento allievi che animano il suo tendone. “In quattro anni i ragazzi sono cresciuti dai quindici iniziali ai duecento attuali — racconta Paride —. Vanno dai sei ai diciannove anni, e in molti hanno abbandonato i precedenti sport per dedicarsi ad un’arte dove sfogare grinta e creatività”. Al Piccolo Circo dei Sogni c’è l’imbarazzo della scelta, e acrobazia, giocoleria e clownerie sono solo alcuni dei corsi tra cui scegliere. Tanta libertà quella che i sette insegnanti danno ai ragazzi, che in autonomia fanno costumi, coreografie e spettacoli: insomma, l’arte del creare dalle proprie mani. “Già abbiamo visto che nella scuola ci sono venti ragazzi ad un buon livello, che facciamo lavorare con noi e a cui proponiamo contratti: perché del circo e dell’arte, si può ancora vivere”. Ma anche al Piccolo Circo dei Sogni i problemi non mancano.

La struttura, per esempio, non è adatta a contenere un così alto numero di allievi. “Siamo alla ricerca di un’area dove sviluppare al meglio le nostre potenzialità — continua Paride —. Qui, oltre ai problemi oggettivi come le infiltrazioni d’acqua, lo spazio è troppo piccolo per contenerci tutti. Speriamo di riuscire a venire ad un accordo con il Comune, pesche non vorremmo essere costretti ad andarcene da Peschiera». Ma nonostante questa amara riflessione, «è forte la speranza che sarà il sogno che i bambini hanno del circo e il loro desiderio di poter vivere con noi questa favola, a tenere in vita la nostra meravigliosa realtà”.  di Elisa Murgese

ilgiorno.it

08/01/2011 20.03.26

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