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Devlin Bogino, alias Frigo, il piccolo grande clown

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Il più grande storico del circo, Tristan Rémy ha scritto: “I clowns sono sempre esistiti, a quanto pare. Esisteranno sempre… Essi avranno, come li hanno avuti per il passato, nomi diversi. Ecco tutto. Ogni volta che è stato necessario, sono risorti dalla ceneri. Sono emersi dai ricordi. Il tempo, con la sua falce, non li ha mai sfiorati. Essi sono eterni, come l’erba dei sentieri, come i frutti selvatici e i fiori di montagna…”

Noi di Persinsala abbiamo avuto l’occasione di incontrare un clown/acrobata dei giorni nostri e, curiosi come siamo, non ce lo siamo fatto sfuggire!

Raccontaci chi sei…
Devlin Bogino: Mi chiamo Devlin Bogino e sono metà italiano, ma abito in Francia da tanti anni. La mia famiglia fa circo da
anni, mio padre si chiama Bogino, ma siamo della famiglia Togni. Sono nato dentro al circo Togni e per quattro o cinque anni ho girato con loro finchè non ci siamo stabiliti in Francia dove ho studiato arte grafica e storia dell’arte e poi ho frequentato l’Accademia del circo Fratellini dove mio papà insegna acrobazia e ho lavorato con i miei parenti in molti circhi che ci sono in Francia. Più recentemente sono stato a lavorare in Finlandia e Germania… In fondo se faccio questo mestiere è proprio per girare un po’ d’appertutto.

Quella di lavorare nel circo, per te è stata una scelta quasi obbligata, dato che tutta la tua famiglia fa circo, oppure è stata una scelta tua, indipendente?
DB: Ho deciso autonomamente di farlo perchè la famiglia di mio padre fa circo, ma mia madre proviene da una famiglia
francese, borghese, che non aveva nulla a che fare col circo. Faceva danza, teatro, musica, ma niente circo e proprio lei havoluto che tornassi in Francia a studiare e io l’ho fatto. Sono stato a scuola e ho smesso il circo per abbastanza anni, facendo solo sport études, non so come si dice in italiano (n.d.r.: un programma che combina gli studi tradizionali con la pratica di sport ad alti livelli).e in quegli anni mi è mancato proprio tanto il pubblico, così ho abbandonato gli studi di storia dell’arte e sono tornato a fare circo.

Nello spettacolo che stai portando in giro adesso e che si chiama Cirque Solò, a un certo punto si abbassano le luci, un piccolo frigorifero giallo viene spinto in mezzo alla pista e a quel punto esci tu e dai vita ad un simpaticissimo personaggio di nome Frigo. Ma come è nata questa idea?
DB: La creazione di questo personaggio è stata fatta mettendo insieme tutte le mie esperienze da piccolo. Ero alla fine del
secondo anno dell’Accademia Fratellini ci era stato dato il compito di creare e presentare uno spettacolo e io ho creato Frigo perchè avevo deciso di utilizzare cose che erano intorno a me e così ho visto un frigorifero, mi ci sono infilato dentro e quando ne sono uscito è stato un po’ come un parto, come se uscissi da mia madre e mi trovassi, da piccolo, in un mondo già adulto circondato da oggetti comuni, come un tavolo e una sedia, che però non utilizzavo per gli scopi per i quali solitamente la gente li usa… Cioè, di solito a un tavolo ci si siede per mangiare, invece Frigo lo usa come trampolino per fare acrobazie…

E che acrobazie!! Ma dicci la verità Devlin, è faticosa questa vita da circense?

DB: Ohh, bè… Non ho il diritto di dire che sia faticosa perchè alla fine faccio quello che mi piace e che desideravo fare da sempre… Però sì, diciamo che ci sono un sacco di cose da fare prima di arrivare al punto in cui sono oggi. Per esempio ho fatto tre anni di prove dalle nove della mattina alle sette/otto della sera, tutti i giorni. Adesso comincio ad allenarmi verso le cinque del pomeriggio…

La mattina dormi?
DB: La mattina dormo perchè lo spettacolo finisce molto tardi e poi ci si deve struccare, cambiare e questo prende molto
tempo, in più c’è bisogno di decomplessarsi e alla fine si va a mangiare alle tre del mattino. Ti dirò che però, quando siamoin belle città, mi alzo presto per andare a visitarle… In conclusione sì, fisicamente è faticoso, ma sono talmente felice di farlo e di vedere la gente che sorride ed è contenta del nostro spettacolo che mi ripaga di tutte le fatiche…Io, vivere dentro un ufficio per esempio, non potrei mai… Poi se non vogliamo più lavorare per un mese e mezzo possiamo dirci”non si lavora” e andiamo dove vogliamo, non abbiamo nessun padrone. Il solo vincolo che abbiamo è quando firmiamo un contratto, lavoriamo quei sei mesi e poi possiamo fare di nuovo quello che ci pare!

Tu hai molte strade aperte davanti a te: dal cinema, al teatro, alla televisione. Ma forse tra tutte preferisci sempre ilcirco.
DB: No, no, no… Forse a differenza di altri io ho la fortuna di essere nato in una famiglia che ama molto la cultura e il
cinema e per questo mi piace da sempre spaziare anche in altri ambiti, infatti ho lavorato con Corsetti e con Cronemberg..

Cronemberg? Sei un clown acrobata che fa ridere la gente, cosa hai da spartire con un Cronemberg che sicuramente fa un sacco di belle cose, ma di certo non fa ridere?

DB: Non so se si dice così, ma ho fatto il doppiaggio acrobatico (n.d.r. controfigura) nel riadattamento per l’opera de “La mosca” al Theatre du Chatlet… Camminare in aria, o acrobazie al suolo, quelle cose lì, insomma… Uguale per Corsetti, sempre al Chatlet facevo sempre acrobazie o anche imitazioni di animali perchè a me piace davvero scoprire altre cose…

Hai lavorato anche con Coline Serreau (regista di Tre uomini e una culla – La crisi – Il pianeta verde – Chaos) se non sbaglio.
DB: Coline Serreau è una vecchia storia, un’amica di famiglia che mi conosce da quando sono molto piccolo perchè ha
frequentato la scuola Fratellini insieme a mia madre e si è offerta di lavorare con me per migliorare il mio numero. Ora però le nostre strade si sono divise perchè sono poco a Parigi e lei è diventata preside dell’Accademia Fratellini, cosa che laoccupa molto. Ogni tanto ci vediamo e se c’è qualche festival si collabora ancora insieme…

Cambiando discorso, ti sei mai immaginato a fare un altro lavoro, chessò, il dentista, l’architetto?
DB: Ehhh, sì, quando ero piccolo sognavo di fare l’archeologo. Ho uno zio che viaggia molto per lavoro perchè è un grande
reporter e mi portava tanti piccoli oggetti da ogni parte del mondo finchè un bel giorno sono addirittura partito per l’Egitto col desiderio di coltivare il mio sogno, ma poi ho scoperto che per diventare archeologo bisogna studiare dieci,quindici anni, specializzandosi in un unico, piccolo periodo della storia e allora ho deciso che non faceva per me… Io volevo fare Indiana Jones!

Progetti futuri?
DB: Sicuramente portare avanti uno spettacolo con la mia compagnia Urka e poi, se questa collaborazione con Boris Vecchio e
col Festival Circumnavigando funziona, sarebbe senz’altro bello ripetere questa esperienza in cui lui ci porta in Francia il teatro, che da noi un po’ manca e noi portiamo qui il circo, mescolando queste due splendide culture….

da persinsala.it  __ il resto dell’articolo ed i commenti li potretetrovare direttamente cliccando qui.

08/01/2011 19.52.28

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