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Moira: <Potevo essere una Loren, ma il mio vero amore è il circo>


Moira Orfei, è con il suo circo a Como
(Foto by Alberto Bortoluzzi)

COMO – «Il circo è sempre stato la mia vita, morirò qui». A parlare così è Moira Orfei, figlia d’arte, nata e cresciuta all’ombra del tendone. È lei l’artista circense più nota e amata dal pubblico. Fino al 14 novembre porterà anche a Como, nella ex piazza d’Armi di Muggiò, lo spettacolo ideato dal figlio Stefano in suo onore: Tutti pazzi per Moira.
Signora Orfei qual è il segreto di cinquanta anni di successi?
Non lo so neanche io, sarà che ho fatto anche tanta tv, quarantasette film che mi hanno resa un personaggio noto e poi in me c’è la magia del circo.
Cosa significa essere una circense?
Una cosa bellissima, non potrei vivere senza circo! È un gran zibaldone in cui invecchi senza accorgertene. Ho iniziato a esibirmi a sei anni in un balletto acrobatico con mia cugina e da allora non ho mai abbandonato il circo e la vita nomade. Oggi non mi esibisco più, se non nei saluti finali, potrei starmene tranquilla nella mia villa a San Donà di Piave, ma adoro vivere sulle ruote e poi la mia carovana è lunga ventiquattro metri e larga otto, è come una casa!
Ha qualche ricordo legato a Como?
È una fantastica città con un bellissimo lago, ma purtroppo ci sono stata poche volte, spero di potermela godere durante questi giorni di spettacolo. Con il lavoro che faccio ho amici in tanti paesi e ci sono anche molti comaschi che mi seguono in tournée. Sono una chiacchierona, con me è facile socializzare!
Come è cambiato il circo negli anni?
Moltissimo, ma non devono mai mancare gli animali che piacciono tanto ai bambini. Oggi è diventato un vero e proprio show con musiche, belle coreografie, luci psichedeliche. Quest’ultimo spettacolo è un musical circense, con una favola di fondo, Il bacio del leone, che ha per protagonisti mia nuora, Brigitta Boccoli, che interpreta una principessa a cavallo inseguita da mio figlio.
Brigitta da ballerina è diventata una vera circense?
Eccome! È di una bravura spaventosa e ha un coraggio da leoni: entra persino nella gabbia con le tigri. Circensi si nasce, come nel mio caso, oppure si diventa, noi abbiamo un’Accademia del Circo a Verona.
Il nostro speaker ha due lauree, in economia e in ingegneria, ma è stato conquistato dalla magia del circo e non lo ha lasciato più. Anche mia nipote, che fa la quarta liceo, studia al mattino e si esercita sotto il tendone al pomeriggio. Non l’ha obbligata nessuno, ma vuole fare la circense.
Cosa risponde a quanti criticano la presenza di animali?
Vogliono farsi solo pubblicità, perché chi ama gli animali li tiene con sé. Io adoro gli elefanti, hanno l’intelligenza di un bambino di quattro anni, pensi che uno costa 160 mila euro, perché dovrei trattarlo male?
Non è pericoloso lavorare con gli animali?
Certo! Mio figlio ha rischiato grosso per una zampata di tigre, è un animale difficilissimo da domare e non sai mai come reagisce, a differenza del leone che prima di attaccare gira la coda.
Mai pensato di abbandonare il circo per il cinema?
Neanche per sogno! Mi ha scoperta Dino De Laurentiis a Roma, mentre facevo un balletto con le colombe e mi ha proposto una parte nel film Sotto dieci bandiere nel 1960. Pietro Germi mi disse che se avessi studiato e imparato bene l’italiano, togliendo il mio accento bolognese, avrei potuto diventare come la Loren, ma io non ho mai voluto abbandonare il circo.
È in quegli anni che è nato il suo look?
Sì, me lo consigliò De Laurentiis. Mi disse di non cambiarlo mai, perché le donne che cambiano continuamente look non hanno personalità. Così da cinquant’anni mi trucco e pettino da sola tutti i giorni e in un’ora sono pronta. Il neo ce l’ho di natura, me lo scurisco e basta.
Come sono i rapporti con le altre famiglie circensi?
Buoni, anche se il nostro è il vero circo Orfei, gli altri sono circhi minori ai quali i miei cugini di terzo o quarto grado hanno venduto il nome!
Ylenia Spinelli

La Provincia di Como

11/11/2010 9.57.43

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