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Stampa: la Genesi per dare un senso alle parole della Brambilla

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Bisogna spulciarsi la Genesi per dare un senso alle parole della Brambilla

Le discussioni sul palio e le corse verso il macellaio di fiducia

Michela Vittoria Brambilla non sa quello che dice e però non lo sanno nemmeno molti dei suoi denigratori, quelli che hanno ridicolizzato la sua sparata anti Palio. Certo, il personaggio è comicamente inadeguato al ruolo: un ministro del Turismo che vuole cancellare uno dei nostri massimi richiami turistici non si era mai visto, già che c’era poteva chiedere l’abbattimento delle Tre Cime di Lavaredo (in effetti sono un pericolo per gli escursionisti) o il divieto di pastasciutta (in effetti induce obesità). E che dire di una politica che dirige i Promotori della libertà e a ogni intervista auspica proibizioni? Io purtroppo non ci trovo nulla di divertente in questa donna che quando passa ride tutta la città.

Il vero significato delle sue parole me l’ha spiegato una filosofa francese, Chantal Delsol, di cui ignoravo l’esistenza fino a quando la valorosa Liberilibri non mi ha spedito il suo “Elogio della singolarità”. “La dignità personale presuppone la specificità dell’umano rispetto all’animale”, scrive tanto per cominciare questa meravigliosa editorialista del Figaro, che infatti non ha fondato un canile ma l’istituto di ricerca Hannah Arendt. E ancora: “Dal momento in cui le certezze religiose che collegavano l’uomo a Dio venivano cancellate, la specificità dell’uomo si disintegrò, e con essa l’evidenza della sua grandezza”. Come dire che le parole della Brambilla contro il Palio (e la corrida e la caccia e i circhi con gli animali) segnalano una secolarizzazione talmente avanzata da non consentire all’uomo nemmeno di credere in se stesso. Impensabile che ciò potesse avvenire al tempo in cui Pio XII percorreva la navata di San Pietro in sedia gestatoria, a simboleggiare quanto l’uomo possa legittimamente elevarsi (legittimamente ovvero col via libera dello Spirito Santo).

Una volta Maurizio Milani mi chiese con piglio pauperista come mai gli alti prelati si presentassero con quei cappelloni: “Gesù mica portava la mitria!”. Per molto tempo non sono riuscito a dare una risposta convincente a quella domanda, adesso ce l’ho: “Gesù era talmente Dio da non dover temere di essere confuso con un cavallo”. Adesso che un ministro della Repubblica non si preoccupa dell’agosto desolato dei malati negli ospedali e dei vecchi negli ospizi bensì di quattro zoccoli, si capisce quanto sia urgente, siccome dignificante, riscoprire il copricapo. “La dignità umana non esiste senza il racconto biblico”, continua la Delsol. “Senza la storia della creazione, che eleva l’uomo al rango di immagine di Dio, serve più alla causa dell’umanità che a quella di Dio”. Questa è da sottolineare.

Chi crede nella Genesi crede nel proprio valore e io la domenica sempre mi stupisco di non vedere chiese rigurgitanti di fedeli: possibile che i miei simili abbiano così poca autostima da preferire un ingorgo in autostrada a una messa? “La modernità ha creduto a lungo che il progresso della scienza avrebbe reso obsolete le religioni. E’ vero il contrario. Quanto più viene gettata luce su quella zona incerta tra l’animale e l’uomo, tra l’embrione e l’uomo compiuto, tra il malato e il sano, tanto più sono necessari dei criteri spirituali per definire l’umanità senza ambiguità”. Altrimenti? Altrimenti “la mancanza di una frontiera netta tra l’animale e l’uomo toglie a quest’ultimo la sua sacralità”. Io che ci tengo a essere intoccabile chiamo all’impegno tutti coloro che sono persuasi della propria differenza, grandezza, superiorità. Non ridete della Brambilla, prendetela sul serio, e ogni volta che apre bocca mettetevi a correre: in direzione del vostro macellaio equino di fiducia.

© – FOGLIO QUOTIDIANO

di Camillo Langone

 

Da www.ilfoglio.it del 08/08/10

09/08/2010 18.30.07

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