
Il circo di Botero
Fernando Botero
L’artista colombiano: «Tra clown e giocolieri trovi il colore e la poesia come non si trovano altrove. I miei ricordi di Medellin». Una mostra alla Galleria Contini di Venezia
Benvenuti al circo di Fernando Botero. Equilibristi, contorsionisti, Pierrot e Arlecchino, domatori e clown. Ironia e colori, il tutto con il tratto inconfondibile del 77enne artista colombiano. Una rievocazione non nostalgica, neppure elegiaca, ma il segno di un mondo mosso da un moto perpetuo, lontano dal tempo. L’occasione per ammirare il caleidoscopio circense è l’importante mostra allestita da domenica alla Galleria Contini di Venezia, aperta fino al 5 aprile. Si vedranno le consuete forme morbide rotonde, dal tratto netto, essenziale, abitate da gioia di vivere. Accanto alle tele e alle carte saranno in mostra alcune sculture in marmo bianco di Carrara e in bronzo, debito della grande lezione italiana di Piero della Francesca e Raffaello, che rappresentano animali, donne sedute e in piedi e soggetti ripresi dalla mitologia greca.
Maestro Botero, un ritorno a Venezia dopo le grandi sculture disseminate per la città qualche anno fa. Che rapporto hanno le sue esplosive figure con la città d’acqua? «È un piacere per me esibire le mie opere a Venezia con il nuovo tema del circo. In passato ho avuto un’esperienza grandiosa con l’esibizione delle mie sculture monumentali lungo il Canal Grande e in alcuni meravigliosi campi di Venezia, città che adoro per la sua bellezza, per le opere e per gli artisti del passato».
Ci sono ascendenze nobili per trapezisti, clown tristi e domatori, da Picasso a Fellini: perché ha scelto di dedicarsi a questo soggetto? «Il circo è un tema che è stato affrontato da molti artisti, più o meno conosciuti: Seurat, Renoir, Picasso, Chagall, Leger… Nel circo trovi il colore, il movimento, la poesia, gli animali e l’espressione del corpo umano che non trovi in nessun’altro argomento. In un piccolo borgo in Messico ho visto un circo molto povero, come quelli che venivano a Medellin, Colombia dove sono nato. Sono stato subito sedotto per la plasticità dell’evento e ho incominciato a lavorare su questo tema».
Un rapporto privilegiato, in laguna, è quello con il gallerista Contini. Rapporto stretto come stretto è il suo legame con l’Italia. «Stefano Contini prima di tutto è un grande amico. Anche prima di conoscerci lui esibiva le mie opere nella sua galleria. Ha organizzato l’esibizione delle mie sculture monumentali a Venezia e la mostra di pittura a Palazzo Ducale, nonché la grande mostra di Palazzo Venezia a Roma e l’altrettanto importantissima a Palazzo Reale di Milano con le sculture monumentale sparse per la città. Il suo entusiasmo è per me una continua fonte di energia. Con la Colombia ho un rapporto molto stretto: tutti gli anni passo il mese di gennaio nella casa di campagna che ho a Medellin e curo i due musei che ho donato al paese».
Botero e la politica. Accanto alle forme generose delle sue dame hanno preso vita anche denunce molto forti, pensiamo epr esempio alle opere su Abu Ghraib: la politica di oggi sta in qualche modo ispirando una sua nuova serie di opere? «La politica a volte può essere un soggetto molto interessante, ma lo devi sentire in modo speciale per poterlo trasformare in arte. Ero infuriato quando feci la serie sulle torture compiute dai soldati americani nelle prigioni di Abu Ghraib. Ora ho donato tutte quelle pitture e disegni all’University of Berkley in California e tuttora rimangono lì in esibizione. Anni fa, feci una serie di opere sui dittatori e le giunte militari in America Latina e un’altra su la violenza in Colombia. Ora sto lavorando su un classico argomento della pittura: nature morte, paesaggi, animali, ecc.»
Che cosa sta creando adesso? Esiste un’evoluzione evidente nell’arte di oggi così strettamente legata al proprio «stile»? «Un’artista non completa mai la sua maturazione: continua ad apportare correzioni ai suoi lavori, muta spesso il suo stato d’animo e la sua posizione nei confronti del grandissimo argomento che è l’arte impegnata. Io credo nell’evoluzione e non nel cambiamento di stile: cambiare stile vuol dire cambiare le cose in cui si crede. Tutti i grandi maestri del passato hanno avuto uno stile e una normale evoluzione. A parte Picasso, …ma è un’eccezione».
Alessandro Zangrando
Da www. corrieredelveneto.corriere.it del 23/10/09
Venezia – dal 24 ottobre 2009 al 5 aprile 2010
Fernando Botero – Gente del Circo
CONTINI GALLERIA D’ARTE
Calle Dello Spezier (San Marco), 2765 (30170) |
+39 415204942 , +39 0415208381 (fax) |
A Venezia, la Galleria d’Arte Contini espone una serie di oli e disegni dell’artista incentrati sul mondo del circo, di cui si è innamorato in Messico, dove trascorre in genere i mesi invernali, rimanendo attratto dai suoi personaggi, dai colori, dal movimento, dalle storie legate ad uno spettacolo antico e moderno a un tempo. |
orario: tutti i giorni dalle 10,30 alle 13,00 e dalle 14,30 alle 19,00 |
vernissage: 24 ottobre 2009. |
autori: Fernando Botero |
genere: arte contemporanea, personale |
Da www.exibart.com del 24-10-09
25/10/2009 22.52.12
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