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Stampa: In Italia arriva il Cirque Eloize

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Lo spirito «Nomade» nelle evoluzioni del Cirque Eloize

 

Dopo il sorprendente Cirque du soleil è tempo per i palcoscenici e per il pubblico italiani, di altre sorprese circensi sulla strada della nuova estetica circense, a metà appunto tra teatro, danza, acrobatica e nuovo circo. Tra pochi giorni sarà di scena in dieci città italiane (tra cui, dopo lo Smeraldo di Milano a novembre ed il Bellini di Napoli in dicembre, anche Roma, al Teatro Eliseo, dal 10 al 15 gennaio) il canadese Cirque Eloize, eccellente realtà del Quebec francofono. A presentare «Nomade» i suoi due creatori: il regista Daniele Finzi Pasca e Jeannot Painchaud, direttore artistico della compagnia. «Alla fine di una riflessione sul ruolo dell’arte del circo – dice Finzi Pasca – abbiamo deciso di portare il circo a teatro. Se l’artista circense sale sul palcoscenico non è più un semplice performer ma diventa attore, personaggio. Abbiamo perciò scelto artisti di tecniche diverse disponibili a questo guado nella estetica e nella dimensione teatrale. Nomade è una produzione che portiamo da tre anni in giro per il mondo e sono sicuro che piacerà molto al pubblico italiano anche perchè alcuni dei suoi creatori hanno origini italiane». Gli fa eco Painchaud: «Il nostro Cirque è nato dodici anni fa. Allora non esisteva una tradizione circense in Canada. Già da quando studiavamo ci muovevamo verso una dimensione dell’acrobatica alla ricerca di altre forme d’arte. Il Cirque Eloize nasce da un piccolo gruppo di artisti ed oggi ha raggiunto la soglia dei tremila spettacoli presentati in venti diversi Paesi. La ricerca è alla base delle nostre intenzioni: ad esempio nel nostro primo spettacolo, Excentricus, abbiamo portato sul palcoscenico con noi un’intera orchestra sinfonica». Cirque Eloize promette dunque uno spettacolo senza barriere, non solo all’insegna di circo ed acrobatica, ma anche di una dimensione magica e visionaria. Si tratta di una riconferma del tentativo dell’arte circense di reinventarsi all’insegna della spettacolarità e di una nuova poesia teatrale. «Nomade» giunge in Italia in concomitanza con la celebrazione del quarantennale della presenza istituzionale del Quebec in Italia. «Con questo lavoro – dice ancora il regista Finzi Pasca – abbiamo voluto rendere un tributo ai nomadi per esprimere la frenesia dei loro festeggiamenti, i misteri dei loro rituali e la passione con la quale forgiano il loro destino. Ma la storia che raccontiamo in scena risveglierà anche lo spirito nomade dello spettatore e si insinuerà inconsciamente nei suoi sogni. In fin dei conti siamo tutti dei nomadi, passando da un amore all’altro, da un dolore all’altro».

 

di LORENZO TOZZI

Da Il Tempo del 29-09-05

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