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Stampa: Il Circo di Vienna ribatte le accuse e racconta la propria versione

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Il «Vienna» replica all´insegnante: «È lei ad averci procurato danni»
«Ma quale aggressione al circo? Abbiamo la coscienza pulita»

 

«Ma quale aggressione? Quale violenza? Noi del circo abbiamo la coscienza pulita. È la signora Crescenzo che ci ha procurato danni materiali e morali». Diverge la versione dei gestori del Circo di Vienna, in questi giorni in Val di Fiemme, circa l´episodio che ha visto protagonista un´insegnante elementare di Besenello, Cristina Crescenzo. Giovedì sera la donna aveva protestato contro i presunti maltrattamenti degli animali. Ne era nato un acceso confronto fra lei, un domatore di tigri, Giordano Caveagna, e una parente dell´uomo.
La docente aveva superato i cancelli chiedendo di parlare con un responsabile degli spettacoli. Era indignata dalla presenza di un orso bianco fra le attrazioni circensi. «La signora ha inveito contro chi lavora nel circo – racconta l´amministratore Giglio Prescianotto -. A quel punto Caveagna è intervenuto: nel frattempo la donna aveva iniziato a litigare con sua cognata. È intervenuto per separarle. Le ha afferrato le braccia, ma non c´è stata violenza: è evidente che qualche piccola traccia, qualche piccolo livido, può essere rimasto, ma non c´è stata aggressione. Anzi è stata lei a mettere le mani addosso al nostro domatore, tanto che gli ha rotto la montatura degli occhiali».
Prescianotto racconta la propria versione dei fatti e spiega che ci sono testimoni fra i dipendenti e fra gli spettatori. «Spettatori – dice – che si sono spaventati di fronte a quella scena». Spiega che la donna continuava a invitare la gente a disertare lo spettacolo. Sul posto è intervenuto anche un vigile urbano. «Lei ha detto di essere del Wwf, ma non aveva tessere di riconoscimento». Poi Prescianotto ha chiamato i carabinieri. La vicenda pare destinata a concludersi davanti ad un giudice, visto che la denuncia dell´insegnante sarà seguita da una controdenuncia. «All´inizio avevamo pensato di lasciare perdere – racconta – anche perché noi siamo sempre in giro, ma visto il danno, anche di immagine, (la signora ha protestato anche la sera successiva invitava la gente a non pagare il biglietto, ndr), troviamo giusto muoverci di conseguenza».

Da L’ Adige del 07-08-05

 

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