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Stampa: Continua la magia del Soleil a Roma

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“SALTIMBANCO”, LO SPETTACOLO ITINERANTE CON CLOWN TRAPEZISTI DI TUTTO IL MONDO La magia del “Cirque du soleil” 14/10/2004 Con la grazia e la raffinatezza senza confini della cultura francese (ma non fatevi ingannare, lo spettacolo nasce in Canada) il “Cirque du soleil” è giunto a Roma, all’Eur, nell’enorme spazio alle spalle del palazzo della Regione Lazio. Il grande chapiteau, il tendone bianco, che contiene posti per duemilacinquecento persone ed attrezzature di incredibile avanguardia, è la casa itinerante di centoventicinque persone, tra artisti e tecnici, è il centro della loro minuscola città su ruote, è lì la loro vita, nel suo svolgersi quotidiano (faccende, preparazione lavorativa, scuola, ecc.) e nella dimensione fantastica ed emozionante delle ore di rappresentazione quando tutti, proprio tutti, sono parte integrante dello spettacolo “Saltimbanco”. E’ allora, quando il suono di una invisibile campana dà il segnale dell’inizio della magia, che gli spettatori di ogni età (per la verità più grandi che bambini, forse perché il prezzo è veramente caro) si fanno trascinare in “un turbinio di vita, di ottimismo e di gioia”, come ha sottolineato il premier del Quebec, da dove partì venti anni fa l’avventura del Cirque, ed ha aggiunto: “Complimenti all’inesauribile creatività, passione ed energia della troupe di artisti, un team che ha raggiunto l’apice dell’espressione artistica!”. “Saltimbanco” è uno dei parecchi spettacoli che girano il mondo sotto la sigla del “Cirque du soleil” che oramai è una garanzia di professionalità ai limiti della perfezione, non solo per le grandi stelle del mondo circense che ne fanno parte, ma anche e forse soprattutto per tutte le altre componenti che formano un perfetto insieme di quella che può ben dirsi l’arte più genuina e fanciullesca di tutte. E così non si possono tacere le capacità di chi ha atteso alla regia di questo capolavoro, Franco Dragone, ma anche di chi si è occupato dei costumi – seicento e bellissimi – delle luci, delle coreografie, dei trucchi, delle scenografie, delle musiche che fanno da elemento coagulante e moltiplicano l’effetto dei numeri proposti. Poiché sapevo che gli artisti di “Saltimbanco” provengono da più di venti Paesi diversi, ho cercato un nome italiano, e l’ho trovato: c’è una giovane “boleadera” Elisabetta La Commare, orgogliosa certo di far parte di una realtà circense unica al mondo. Affascinati e senza parole gli spettatori partecipano per più di due ore col fiato sospeso alle acrobazie dei trapezisti negli a solo o in gruppo, alle evoluzioni della ballerina sul filo, a giochi di giocolieri, a mimate di mimi, a contorsioni di contorsionisti, a equilibri di equilibristi. Allegria e spensieratezza trapelano da ognuno degli artisti, tutti clown dalle maschere umane e divertenti, dai costumi coloratissimi e brillanti, in un succedersi di eventi senza soluzione di continuità al di sopra, su un palco in cima alla pedana, un gruppo di eccezionali musicisti anch’essi circensi, anch’essi clown e giocolieri, sottolinea la grandiosità della magia dello spettacolo. Tutti, proprio tutti è come se giocassero, che si divertissero più che gli stessi felici spettatori, niente espressioni di tensione o di stanchezza niente fatica, niente noia, tutto celebra la bellezza e l’esaltazione della persona umana, mente e corpo, spirito e anima. Lo spettacolo “Saltimbanco” inizia e finisce con un personaggio bambino: un piccolissimo acrobata di solo sette anni, che oltre a mostrare capacità stupefacenti, vuole anche essere il simbolo dell’innocenza del circo, della sua rinascita ogni nuovo spettacolo, sempre uguale e sempre diverso, come la vita. Renato Ribaud da Avanti

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