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Il domatore Gaston Bosnam azzannato e ucciso da una tigre

INCIDENTE AL CIRCO MOIRA ORFEI 07/08/02

Il domatore Gaston Bosnam azzannato e ucciso da una tigre

Domatore azzannato e ucciso da una tigre. Il dramma durante l’ammaestramento. Ferita anche la moglie che è entrata nella gabbia per soccorrerlo Domatore azzannato e ucciso da una tigre Venezia, l’incidente sotto un tendone nella tenuta di Moira Orfei

VENEZIA «La tigre era sullo sgabello. E’ scesa forse per gioco ed è andata addosso al domatore, che è caduto. A quel punto lo ha morso al collo ed è stato un morso fatale». Così Valter Nones, marito di Moira Orfei, racconta la tragica fine di un ammaestratore di bestie feroci, azzannato ieri a Villa Orfei, nelle campagne veneziane a Novanta di Piave. Doveva cominciare alle 10, sotto quel tendone di allenamento, l’istruzione delle due giovani tigri: Kjsmet, una femmina, quella che lo ha azzannato, e Ceylon, fratello di Kjsmet. Gaston Bosman, olandese, 70 anni, era giunto da due settimane ed era al terzo incontro con i grossi felini. E’ possibile che la femmina fosse in calore e per questo sarebbe stata più nervosa del solito. Il domatore è morto all’istante: taglio netto dell’arteria giugulare e rottura dell’osso del collo.

La moglie, che ha tentato di soccorrerlo, è stata graffiata dalla tigre maschio ed è stata ricoverata in stato di choc, ma senza ferite preoccupanti. Un secondo assistente è intervenuto in tempo per far rientrare le tigri nella gabbia e dare l’allarme. Ma ormai per Bosman non c’era più niente da fare. «E’ un fatto che mi meraviglia molto dice il presidente dell’ente nazionale circhi Egidio Palmiri, discendente di una delle grandi famiglie circensi l’ultimo domatore ucciso da un animale risale a 50 anni fa. Ed è sorprendente perché tutti i felini presenti oggi nei circhi non provengono dal loro habitat naturale, ma sono in cattività da generazioni e hanno quindi perso gran parte della loro aggressività. Se poi la femmina era in calore, allora va detto che in questo periodo, poiché l’animale è poco trattabile, è bene lasciarlo tranquillo, come qualunque ammaestratore esperto sa». Ma Bosman esperto lo era: da 40 anni impegnato nel «dressage» dei felini per educarli agli esercizi del circo, era al primo contratto con il Circo Orfei, nella villa di famiglia adibita a «palestra» per gli animali; ed era stato ingaggiato grazie alla lunga esperienza ed alla fama della scuola in cui si era formato, la scuola di Valkemburg. «Si vantava che in 40 anni di lavoro con gli animali non aveva subito neppure un graffio commenta un altro erede di generazioni di domatori, Flavio Togni quindi ieri mattina deve essere accaduto qualcosa di eccezionale, come un cambiamento del tempo, o un rumore esterno che ha spaventato la tigre. Escluderei invece che la femmina fosse in calore: ha poco più di un anno e questi felini raggiungono la maturità sessuale solo a 3». Nones racconta che Moira Orfei, appena appresa la notizia alla radio, ha telefonato urlando e piangendo che, basta, non vuole più che il loro figlio continui a lavorare con le tigri. «Il nostro mestiere è pericoloso e difficile ammette Nones una cosa del genere rientra nei rischi del mestiere, e quando capita ti fa pensare». Ma il circo non vuole cambiare strada: «Negli ultimi anni, secondo le statistiche, sono più numerose le aggressioni mortali di cani che di felini», annota Palmiri. Giovanni Guadagna della Lega Antivivisezione produce altri numeri: il censimento degli incidenti nei circhi secondo la Lav ne conta 92 fra Europa e Stati Uniti, per oltre un terzo mortali. In Italia negli ultimi cinque anni sono stati cinque: un domatore del Circo Errani ucciso a Falconara da un’elefantessa: un bimbo di Torino dilaniato ad un braccio dal morso di uno scimpanzé del circo di Madrid; un altro bambino scaraventato in aria da un elefante del Circo Medrano, a Genova… Senza contare il censimento degli animali feroci tenuti in casa da bizzarri collezionisti; negli ultimi 15 anni in Italia sono entrati 65 mila rettili e la Lav ha censito mille animali pericolosi in 68 province. La più alta densità si registra a Varese e Bergamo, con oltre 250 animali feroci ciascuna. Torino e Aosta sono fra le dieci città che risultano a quota zero. Flavio Togni «Forse un rumore esterno o un cambiamento di clima ha spaventato l’animale»

Mario Lollo corrispondente da VENEZIA

Da La Stampa del 25/10/2000

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