Torna in Italia lo chapiteau del Cirque du Soleil con Alegria in a New Light
Alegría, lo spettacolo forse più simbolico del Cirque du Soleil quest’anno celebra i 30 anni dalla prima messa in scena nel 1994 (per il 25° anniversario è nata la versione Alegría – In A New Light) e nel 2025 tornerà finalmente in tournée in Italia: del cast itinerante fanno parte 118 persone provenienti da 25 Paesi, i 54 artisti rappresentano 17 nazionalità con 14 le lingue parlate e tutti hanno sperimentato nuove soluzioni per arrangiamenti musicali, acrobazie, coreografie, costumi, trucco e scenografie. Prevendite aperte dal 1° luglio.
L’innovazione diventa protagonista a partire dal Big Top, una grande tenda in grado di ospitare più di 2.500 persone: sfrutta soluzioni sostenibili che l’hanno resa autosufficiente a livello energetico ma sottoposta alle bizze del tempo. Fondamentali per la sicurezza degli artisti diventano le previsioni meteo. «Usiamo app per conoscere la distanza dei fulmini: se sono a 30-40 km interrompiamo lo spettacolo — afferma Stefano Visentin, il responsabile delle luci per Alegría – In A New Light —. Ora siamo a Barcellona e fa caldo, ma prima ha piovuto e solo tre mesi fa eravamo da un’altra parte sotto la neve. I numeri degli artisti vengono modificati perché, se la tenda tende a muoversi, a ruota lo faranno anche altre strutture: è tutto attaccato assieme».
Alegría, che si basa sull’idea della dualità tra luce e ombra, ha scelto di dare l’addio alle lampade a favore dei led, «così l’impatto energetico è veramente basso — spiega al Corriere della Sera responsabile delle luci Stefano Visintin — Siamo avanti in questo rispetto ad altri spettacoli. Solo nella grande corona, protagonista della scenografia, abbiamo 1.714 led. E chi assiste allo spettacolo non percepisce che sono meno luminosi delle lampade normali. Quindici anni fa sarebbe stato impensabile. E ora si parla di tecnologia a laser, il futuro dell’illuminotecnica».
Visintin spiega poi che «molta tecnologia è affidata al reparto di automazione. Ci sono trampolini che scompaiono e vengono inclusi nel palcoscenico grazie a pannelli scorrevoli che si arrotolano, cosa estremamente impressionante a livello visivo. Al centro della scena, invece, spiccano tre turntable, con telecamere e qr code sotto i girevoli per conoscere sempre il punto del palco in cui si trova durante la rotazione. In ogni tour, infine, ci portiamo una stampante 3D per realizzare alcuni oggetti che usiamo nello spettacolo, visto che gran parte dell’attrezzeria è fatta fisicamente da noi. Per esempio, usiamo lanterne di un metro per un metro: se una si dovesse rompere, siamo in grado di riaverla il giorno dopo». L’innovazione tecnologica va ovviamente integrata con la sicurezza. «Ci sono artisti che “volano” nello show e ogni settimana facciamo prove per simulare situazioni di emergenza e trovare il modo di superarle — rivela Visintin —. Oltre ad avere medici con noi, tutti noi tecnici siamo qualificati per il primo soccorso».
Poteva mancare l’intelligenza artificiale in un mondo così creativo? «Quando andiamo in nuove città, due settimane prima vengono fatti rilevamenti fisici e segnati i punti in cui monteremo la struttura, dove picchetteremo la tenda — conclude Visintin —. Presto a fare da solo queste misurazioni sarà un robot».
In Italia lo spettacolo Alegría – In A New Light sarà presentato da Alveare Produzioni di Gianmario Longoni e Vivo Concerti di Clemente Zard. Dal 1° luglio partiranno le prevendite per i biglietti del tour che toccherà anche Roma e Milano.
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