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CIRCUS KNIE 2023: La Tradizione si apre al futuro

CIRCUS KNIE 2023: La Tradizione si apre al futuro

Il 10 marzo ha debuttato a Rapperswil sotto ad uno chapiteau gremito fino all’ultima fila un Knie che sorprende dall’inizio alla fine. Da alcuni anni a questa parte la famiglia Knie ha intrapreso un percorso di rinnovamento notevole che punta a raggiungere un pubblico più giovane per allargare il proprio target e coltivare nuove generazioni. Lo ha fatto prima con l’inserimento di elementi propri del Circo Flic Flac (moto nel globo e freestyle e scelte estetiche coerenti con il genere), poi con il connubio con il cantante Bastian Baker (protagonista per due edizioni) e ora con questo show che si ispira al musical, ad alcune produzioni del Cirque Soleil, puntando alla spettacolarità attraverso grandi dispositivi tecnologici, a un repertorio musicale che guarda alla scena canora contemporanea e che amalgama tutto ciò con la classe di casa Knie che non rinuncia alla tradizione equestre.


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Lo spettacolo era annunciato con una notevole componente “acquatica”. Ma non bisogna aspettarsi la tradizionale formula di “circo nell’acqua” che deriva dalle pantomime acquatiche degli anni Trenta dei grandi circhi tedeschi e portate in Italia da Busch, Apollo e poi dai vari complessi della famiglia Togni. E infine più recentemente da Zoppis e altri. Niente dunque pista che si allaga completamente, gondole, fontane e animali acquatici (come con una certa ciclicità si vide anche nelle produzioni di Knie che propose per l’ultima volta nel 1989 questa formula).

Manifesto del 1989 per la produzione del Circo Knie “Circo sotto l’Acqua” ultima produzione acquatica di casa Knie

Bensì un sofisticato dispositivo tecnologico che dall’alto della cupola crea una cortina d’acqua sulla cui superficie vengono disegnati, da precisi ugelli grafiche, immagini ed effetti molto spettacolari. La cortina crea un cilindro d’acqua al centro del quale si esibiscono acrobati in aria e a terra o la talentuosa cantante Evgeniya Aknazarova.

Complessivamente sono circa 7000 i litri d’acqua che cadono dall’altro, ma che non creano pozze né allagano lo spazio scenico, bensì drenano all’interno della pista rialzata che è un po’ la grande protagonista di questo show. Una pedana circolare di circa 120 quintali che compare in scena e fuoriesce dalla pista (chiudendosi a libro e uscendo dalla barriera) in diversi momenti per liberare l’arena circolare o far posto ad altre strutture.

Nonostante innovazioni tecnologiche da show per grandi arene o residenti, Knie infatti non rinuncia alla tradizione, ai cavalli fiore all’occhiello di casa con un quadro equestre che vede protagonisti Ivan, Chanel e Maicol Jr che suscita una meritatissima standing ovation. Prima l’alta scuola di Chanel, poi il “massimo e minimo” di Maicol Jr e Ivan e infine il sontuoso carosello: un vero e proprio capolavoro, fluido come una melodia, armonico, una sincronia perfetta dei movimenti, giochi di colori (il bianco, nero e marrone del manto di cavalli) favolosi e a sorpresa, quando si spengono le luci, si accendono i finimenti luminosi. Davvero un bel momento.

Il carosello equestre, Foto Katja Stuppia

Di bei momenti ce ne sono tanti, a partire dall’opening che vede in scena quasi tutti i membri della compagnia (complessivamente sono più di 60 gli artisti di quest’anno!): un’esplosione di energia, colore, musica e danza. L’energia del gruppo dei Bingo, pervade tutta la coreografia ed è davvero un bel modo per iniziare lo show.

Jeka Dehtiarov, Ruota Cyr

Dopo un inizio così vulcanico, è forte il contrasto con il quadro che vede protagonista Jeka Dehtiarov danzare con la roue Cyr sotto la cascata d’acqua. Se da un lato altera il ritmo dello show, dall’altro conduce lo spettatore in un altro universo, dal sapore più “contemporaneo”. Per quanto l’acqua non bagni direttamente l’artista, non è semplice eseguire questa disciplina su un fondo che può essere anche scivoloso. Segue un quartetto di contorsioniste mongole e un secondo quadro che vede nuovamente protagonista il water curtain. Mentre al suo interno l’Aerial Trio compie evoluzioni alle cinghie, sulla superficie della parete si compongono immagini sempre più varie e sorprendenti.


I MOMENTI CLOU DELLO SPETTACOLO

Una gag musicale sulle gradinate consente al grande apparato di liberare la pista per le esibizioni seguenti: il laser show degli Extreme Light (con danzatori hip hop e breaker a luce nera ricoperti di led colorati) e la bascula della Troupe Zola con un allestimento rinnovato rispetto agli spettacoli in cui li abbiamo visti recentemente, di grande effetto. In tutto 13 persone affollano la pista (10 acrobati della troupe, 2 danzatrici sempre del collettivo mongolo e un danzatore dei Bingo). La coreografia è una deflagrazione di energia e ritmo. Gli esercizi perfetti, precisi gli arrivi e sempre più spettacolari seguendo un crescendo molto efficace. Bello il triplo mortale con arrivo in poltrona (tenuta da un porteur sui trampoli in equilibrio su barra russa!) e l’arrivo in sesta colonna (ovviamente con la pertica).

La Troupe Zola

Dopo il quadro equestre e l’intervallo, lo spettacolo riparte con le BMX freestyle di Juan Carlos Ordoñez. Lo spazio scenico è nuovamente stravolto: l’arena di segatura lascia il posto a due gigantesche rampe che occupano tutta la pista. Le evoluzioni consentite da questa struttura sono effettivamente spettacolari. E la colonna sonora delle musiche dei Maneskin sottolineate dal violino elettronico di Evgeniya Aknazarova le esaltano. E il pubblico a sua volta esplode.

Si smontano le rampe e rientra la pista rialzata con movimenti di scena che costituiscono uno spettacolo nello spettacolo. Seguono il quadro ai pali cinesi di 5 Boys (formazione della troupe Bingo laureata con il Bronzo al 44° Monte Carlo nel 2020) e il palo aereo di Kateryna Korneva viene nuovamente rimossa la pista alta per lasciare il tappeto rosso all’adagio acrobatico del duo cubano Dust in the Wind (Monte Carlo 2023).

La Troupe Zola, Foto Katja Stuppia

 

Negli ultimi anni le moto hanno sempre avuto uno spazio importante aprendo o chiudendo lo spettacolo. Quest’anno i Knie al posto dei salti freestyle sono tornati al globo, ma in una versione da record, ossia con 10 piloti in un globo progettato per essere anche apribile. Per ragioni tecniche, al momento il globo non si apre, ma l’esibizione è ugualmente elettrizzante: è raro vedere 10 motociclisti sfrecciare insieme nella sfera. E non è escluso che in corso di tournée si possa assistere all’exploit dello “splitting globe” con le due calotte che si aprono lungo l’asse orizzontale.

Per fare entrare e uscire un globo della morte del diametro di 8 metri la barriera sovrastata dal podio dell’orchestra si alza con un sistema a soffietto.

Il Gran Finale, Foto Katja Stuppia

Nonostante siano macchine sceniche molto ingombranti, gli allestimenti non rallentano il ritmo dello spettacolo in quanto coperti dagli interventi del comico elvetico Marc Haller che costruisce delle gag parlate intorno a dei giochi classici dell’illusionismo e della magia comica: da uno scatolone apparentemente vuoto fa comparire una ragazza; moltiplica bottiglie nascoste in due cilindri; in un momento poetico, seduto in gradinata con Maicolino, fa nevicare sotto lo chapiteau; il pubblico ride di gusto e sembra apprezzare Haller che non è alla prima esperienza nel circo, avendo già lavorato nelle piste di Salto Natale (2021/2022) e dello Young Stage Circus Festival di Basel (2019).

Marc Haller e Maycol Jr, Foto Katja Stuppia

Torna per l’ultima volta la pista idrica per il gran finale in un tripudio di zampilli, pedane a scomparsa, cascate d’acqua (sul muro d’acqua compare in un flash anche la scritta Knie!), canzoni dal vivo e tutta la compagnia come in un grande musical. Il musical è uno dei fili conduttori dello spettacolo, oltre all’acqua e al brivido. Il mood dello spettacolo è fortemente influenzato dall’estetica del Circo Teatro Bingo che scandisce i propri interventi con coreografie dal ritmo frenetico e gioioso. La colonna sonora, talvolta eseguita dall’orchestra, altre volte affidata a brani cantati dagli interpreti originali, richiama tra gli altri The Greatest Showman, i Maneskin, Black Strobe (“I’m a man” sui 5 Boys), Woodkid (“Run Boy Run”), Lady Gaga (“Hold my Hand” sull’Aerial Trio) e numerosi altri successi odierni.

I 5 Boys, Foto Katja Stuppia

L’indimenticabile spettacolo del centenario del 2019 ha segnato sicuramente una volta nella storia di Knie. Il nuovo corso si permea di tecnologia, modernità, brivido e spettacolarità. E’ un circo che cerca il punto di equilibrio tra i canoni della tradizione e la spinta all’innovazione. Knie è un caso unico al mondo. Forse l’unica famiglia di tradizione ancora alla testa di un grande complesso itinerante sotto chapiteau che armonizza il passato con il futuro, che cerca di tenere insieme mondi diversi per non rinunciare alla propria storia, ma cercando non rimanervi impigliata. A tutto questo si aggiunga l’unicità del brand, parte del patrimonio genetico del popolo elvetico, votato a proporre ogni anno uno spettacolo nuovo e con elementi distintivi molto forti e riconosciuto da media prima ancora che dal pubblico come una eccellenza nazionale. E lo testimoniano le telecamere e le testate nazionali presenti ad ogni premiere intente a intervistare i protagonisti dello show e i numerosi vip accorsi all’evento mondano. I Knie sono ancora delle star in Svizzera le cui storie e foto sono pubblicate sui rotocalchi elvetici.

La fase attuale del complesso in oggetto ci induce ad una riflessione che si colloca nel momento storico che il circo sta vivendo in tutto il mondo. Un momento di passaggio sicuramente. Aldilà dei gusti personali, è una constatazione che in tutti i complessi europei e occidentali si stanno riducendo i numeri di animali. Da un lato le limitazioni alle importazioni, le norme sempre più restrittive e la moda e il gradimento di alcune fasce di pubblico, hanno causato in tutti i paesi una riduzione degli animali presenti nei circhi e la quasi sparizione di alcune specie. Tanti circhi hanno chiuso, alcuni hanno eliminato gli animali dai propri programmi, per scelta o imposizione. Knie ha deciso di mantenere i cavalli, scegliendo di rinunciare a grandi felini ed elefanti. Ma uno spettacolo di circo non è molto diverso da una ricetta, e quando si rinuncia a ingredienti molto saporiti, affiche il palato non ne risenta, è giusto integrare in altro modo. Con idee nuove, scelte musicali, discipline originali, arricchimenti tecnologici affinché il circo mantenga quella dose di sorpresa, stupore, esotismo e magia che ha sempre avuto. Una volta questi elementi arrivavano dalla ricchezza di animali, per esempio, le possibilità infinite di creare combinazioni, di far ruotare nelle varie produzioni orsi, rettili, felini di ogni sorta, elefanti, rinoceronti, in quadri sempre diversi etc… oggi tutto questo è un ricordo. Supplire con la tecnologia o con spunti provenienti da altri generi di live entertainment è doveroso. Affinché da un “circo senza” si passi a un modello di spettacolo circense che sia ancora spettacolare, magico e sorprendente. Oggi dobbiamo dare atto a Knie della capacità di investire nel cambiamento: negli ultimi anni Knie ha rinnovato le strutture, il modello organizzativo-logistico, la struttura della tournée, parte dello staff, il parco luci (impressionante!) e appunto, il modo di concepire lo spettacolo. Il processo è in atto, ogni anno assistiamo a qualcosa di nuovo e di diverso rispetto a un modello che ha dominato le produzioni del complesso elvetico sempre di altissimo livello, ma più fedeli a sé stesse nella struttura. Come sarà il Knie di domani? Avrà una linea artistica affidata a registi esterni? Vedremo produzioni a tema? Manterrà la contaminazione di stili come elemento distintivo? Oggi è difficile dirlo. Ma l’entusiasmo che vi si respira, la voglia di sperimentare, di uscire dal seminato ma perseguendo valori storici, sono elementi che lasciano ben sperare. Non è un’eresia dire che Knie è ormai diventato il circo classico più importante al mondo, per capacità di rinnovare gli spettacoli, per l’alto livello dei numeri, per l’ambiente impeccabile, per il prestigio della famiglia che costantemente “mette la faccia” in ciò che propone e la capacità di osare come sta facendo in questi anni, senza perdere di vista elementi fondamentali come cavalli, segatura, orchestra, chapiteau che sono elementi identitari forti e imprescindibili.

Dario Duranti
Foto Presse Knie, Katja Stuppia e Dario Duranti

La magnifica e accogliente hall allestita a Rapperswil e gremita di ospiti in occasione della Premiére

LA SCALETTA

  • Opening
  • Jeka Dehtiarov, Ruota Cyr
  • Marc Haller, Comico
  • Mongolian Ensemble, quartetto di contorsioniste
  • Aerial trio, cinghie aeree water curtain
  • Violinista e Marc Haller (gag beatbox e violino)
  • Marc Hallermagia comica con  bottiglie
  • Extreme Light, laser show
  • Troupe Zola, Bascula
  • Marc Haller, Comico
  • Chanel Knie, alta scuola
  • Ivan e Maicol Jr., Mini & maxi
  • Ivan Knie, carosello equestre
  • Marc Haller, gag loop station

INTERVALLO

  • Freestyl con BMX (4 ciclisti)
  • 5 Boys, pali cinesi
  • Kateryna Korneva, palo aereo
  • Marc Haller, apparizione nello scatolone
  • Dust in the wind, adagio acrobatico
  • Marc Haller e Maicol Jr. nevicata
  • Globe of Speed, globo della morte in 10
  • Finale

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