CHIUDE L'ECOCIRQUE?

CHIUDE L’ECOCIRQUE?

L’Ecocirque di Andrée Joseph Bouglione potrebbe chiudere (o aver chiuso) dopo la fine della piazza di Lione conclusasi ieri 27 aprile. Aveva aperto ad agosto 2021 a Montpellier e dopo una settimana vi fu una prima sospensione delle repliche dovuta alla scarsa affluenza, forse anche a causa della situazione sanitaria. Gli spettacoli ripresero poi a settembre.

Sul sito ufficiale, sono annunciate le prossime piazzi: Clermont Ferrand (11-22/05/2022) e Bordeaux (4-26/06/2022) e a seguire Rennes, Poitiers, Grenoble, Toulouse… Ma per nessuna di queste città sembra che sia possibile acquistare o prenotare i biglietti in prevendita. Non vi sono comunicazioni ufficiali, né sulla cessazione della tournée né sul suo proseguimento, ma al momento sui siti di biglietteria online, risultano problemi tecnici che impediscono di portare a termine l’acquisto.

Le voci sullo scioglimento della compagnia e sulla chiusura del complesso circolano da alcuni giorni, ma al momento sembrano indiscrezioni. Tra le possibili cause, un riscontro di pubblico inferiore alle aspettative, nonostante uno spettacolo ritenuto bello e soddisfacente da chi lo ha visto. Evidentemente lo slogan ecologista e l’insegna si sono rivelati controproducenti e di scarso appeal sul pubblico. Ed effettivamente non ricordiamo nessun progetto di spettacolo incentrato sull’assenza degli animali premiato dal pubblico.

Roncalli forse è l’unico marchio che sta reggendo bene, senza risentire in alcun modo (se non addirittura beneficiando) della scelta di eliminare anche i cavalli dagli spettacoli. E l’introduzione (in un momento marginale dello spettacolo e non rilevante in termini di minuti e di composizione del programma) di proiezioni ologrammatiche si è rivelata una campagna di marketing straordinaria che non ha impattato però in alcun modo sullo spettacolo. Ma Roncalli è Roncalli e da sempre rappresenta un caso a sé stante.

Attendiamo sviluppi e continuiamo a credere che si possano sperimentare formule di circo senza animali, siano pure legate alla tradizione o di stampo più innovativo, ma senza che tale scelta debba tramutarsi in una campagna ecologista o che debba ritorcersi contro invece chi il circo continua a proporlo nel formato che prevede animali domestici e selvatici.