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BIG APPLE CIRCUS: Ha debuttato il nuovo show

BIG APPLE CIRCUS: Ha debuttato il nuovo show

Nelle scorse settimane vi avevamo iniziato a raccontare dell’ultima impresa di Nick Wallenda, far rinascere il circo di Newyorkese per eccellenza il Big Apple. Giovedì 11 novembre il nuovo spettacolo è finalmente venuto alla luce Era tanta l’aspettativa e la curiosità dietro la riapertura del nuovo Circo. I primi giorni di rappresentazioni sono stati diversi i servizi delle principali reti televisive e gli articoli sui giornali, fomentati anche dalla polemica innescatasi tra il teatro del Lincoln Centre ed il circo.

L’opening durante uno shooting fotografico

Wallenda ha mantenuto la promessa di un Big Apple reinventato: il circo newyorkese con la nuova direzione riacquista gli elementi teatrali, peculiarità che era andata sostanzialmente persa durante la precedente gestione. Nonostante questo, poco è rimasto dello spirito, delle estetiche e dello stile dei fondatori Paul Binder e Michael Christensen, che fondarono il complesso nel 1977, rivoluzionando la fruizione del circo in America. C’ è molto musical nella nuova produzione, dovuto anche alla firma di un regista come McKinley. Alla base dello spettacolo un grande classico del circo americano “make the impossible possible” (sono stati diversi gli spettacoli, del Ringling e non solo, ad ispirarsi a questo tema) che accompagna gli spettatori dall’opening al finale attraverso le numerose canzoni, appositamente composte ed interpretate da Elly Huber e dal ringmaster Alan Silva, ed i dialoghi. Rispetto alla 42° edizione, caratterizzata da numeri adrenalinici come ruota della morte e volanti, si punta meno sul sensazionale a favore della relazione tra artisti e spettatori, in un ambiente più intimo che mai. La scenografia è una spettacolare rielaborazione della classica “barriera” di velluto rosso, a cura del designer David Gallo.

La pista soprelevata è sovrastata da un grande sipario circolare (che ricorda quelli usati di frequente del regista russo Ganeev) ed il nuovo grande impianto luci. Nel montaggio dello spettacolo si percepisce l’intenzione di raccontare l’uomo dietro l’artista, attraverso delle video interviste (tratte per lo più da programmi televisivi a cui gli artisti hanno partecipato) che scorrono alle spalle degli artisti durante il numero o poco prima (scelta coraggiosa e discutibile); queste attenzioni sono dedicate più che ad ogni altro al ringmaster ed artista aereo Alan Silva, che dopo quasi 20 anni al Cirque du Soleil (Zumanity) torna sotto uno Chapiteau raccontando la storia di un piccolo uomo che voleva volare. I costumi richiamano l’estetica degli spettacoli di meta-circensi di successo, ma non mancano gli elementi che attualizzano lo spettacolo, in particolare le riprese del clown Johnny, lo raccontano come tiktoker in erba preso tra cellulari, lampade e challenge da superare.

Nelle prime rappresentazioni il circo ha riscosso un’ottima affluenza di pubblico. Le performance sono previste fino al 30 gennaio anche se non si esclude una proroga fino al mese di marzo.

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