L’ALTRA VERITA’ SULL’ELEFANTE DUMBA: UNO SCOOP FONDATO SULLA MENZOGNA
L’elefante Dumba che in questi giorni rimbalza sui media di tutto il mondo è sicuramente una vittima. Degli animalisti, però. Gruppi di fanatici che da anni bersagliano il pachiderma e i suoi proprietari per cercare in ogni modo di sottrarlo alla sua famiglia per trasferirlo in qualche santuario controllato da loro. Lo affermano loro stessi sul sito Faada.org sostenendo: “Noi di FAADA e One Voice continueremo a lavorare per ottenere la confisca di Dumba e per offrirgli una vita più dignitosa, lontana dallo sfruttamento circense e dall’isolamento senza stimoli che ha subito oggi e da 40 anni”. Sostanzialmente l’ammissione di una dichiarazione di guerra sulla base di posizioni ideologiche e di opinioni non supportate dagli esiti delle ispezioni delle autorità spagnole più volte da loro stessi sollecitate a intervenire.
Premesso che non abbiamo elementi in più di quelli che stiamo leggendo in questi giorni sugli organi di stampa, rileviamo però immediatamente la sensazione che qualcosa non torni, soprattutto ascoltando il primo delirante servizio trasmesso dal Tg5 in una delle edizioni di massimo ascolto e che vi proponiamo qui sotto. Il servizio è talmente paradossale che a chiunque si rizzano le antenne per l’odore di fake news:
Vergognoso! Si parla di un elefante rubato (ma chi ruba un elefante vivo? Si rubano gioielli, soldi, oro, cose che si possono nascondere!), poi di un elefante sequestrato (ma chi sequestra in genere vuole un riscatto!), poi di un abbandono in una discarica (ma chi abbandonerebbe un elefante vivo? Per di più in una discarica)… ma le immagini mostrano altro… mostrano un elefante nella sua scuderia, in un terreno verde a fianco alla carovana dei proprietari, forse anziano, ma non ferito come afferma il giornalista.
I Kludsky con Dumba nel 2011 al Circo (Foto Payaso Enrico da infocirco.com)
Si tratta appunto di Dumba storico elefante di Yvonne Kludsky nato nel 1979 e che dal 1982 abbiamo visto in centinaia di spettacoli in tutto il mondo (in Italia al 9° Golden Circus Festival di Liana Orfei nel 1992) in cui era protagonista di un numero in compagnia di un orango; successivamente nel numero entrò un cagnolino al posto dell’orango. La famiglia aveva casa in Spagna fino a qualche anno fa, ma dovette trasferirsi in Francia quando gli animalisti già lì iniziarono la loro persecuzione, chiedendo il sequestro dell’animale, affermando che il terreno dove era tenuto il pachiderma quando non si trovava presso il circo, non fosse adeguato. Nonostante fosse assolutamente pubblico, alla luce del sole, in un ampio giardino verde alberato, dove la popolazione locale portava frutta e cibo, venivano realizzate visite didattiche, attività terapeutiche per non vedenti, gruppi di scolaresche che andavano in visita all’animale.
Recentemente la famiglia si è trasferita in Francia, in un vasto terreno verde di svariati ettari. Anche in questo caso, tutto alla luce del sole al punto che il Sindaco del comune ospitante era al corrente della loro presenza, era favorevole e così anche la cittadinanza che regolarmente si recava dall’animale e oggi difende a spada tratta la famiglia Kludsky e la presenza dell’elefante.
Ora abbiamo due verità contrapposte. Quella forzata e criminalizzante purtroppo è quella che sta trovando più spazio dai media che raramente approfondiscono e verificano le “veline” animaliste che ricevono e anzi le amplificano in nome del pensiero unico animalista di cui è ostaggio la tv e anche della spettacolarità perché gridare “Commuove e indigna la vicenda di un elefante abbandonato ferito in una discarica” funziona, buca lo schermo, fa notizia, indigna e dunque suscita reazioni. 3 parole (abbandonato, ferito, discarica) di cui probabilmente nessuna è vera. Il presunto “abbandono” sarà probabilmente solo l’esito di una imboscata che gli animalisti hanno organizzato aspettando l’istante di distrazione dei proprietari per imbastire la vicenda e realizzare un video che da solo, senza un commento fazioso, nulla dice.
A sostegno di questa tesi vi proponiamo una serie di interviste e articoli che mostrano le reali condizioni dell’elefante e dei luoghi in cui era ospitato e danno parola alla proprietaria e addestratrice del pachiderma, Yvonne Kludsky. Ognuno si faccia la propria idea. Ma riteniamo che anche per un servizio di notizie di grande ascolto, verificare e dare voce a tutti i protagonisti di una vicenda così “sospetta” sarebbe corretto e doveroso. Quando anche questa storia finirà nel nulla perché non vi saranno verosimilmente elementi per procedere con un sequestro, rimarrà solo tanto fango contro il circo con animali. Un danno permanente all’opinione pubblica che si rafforzerà definitivamente sull’immagine di circensi carnefici.
Nel frattempo i proprietari dell’elefanti sono, giustamente, passati al contrattacco e hanno appena sporto denuncia contro l’associazione One Voice per molestie. Quest’ultima aveva precedentemente sporto denuncia contro di loro per maltrattamenti. Da allora i proprietari e il sindaco del comune sono stati molestati con minacce e insulti via e-mail o sui social network. Inoltre, la procura di Alès non prevede di aprire un’indagine in quanto non vi sono elementi per procedere contro i proprietari dell’elefante che non presenta alcun segno di maltrattamento: ” Dumba è in regola, non è tenuta in una discarica, come sostiene l’associazione, e non presenta alcuna traccia visibile di abuso ” – spiega il procuratore di Alès.
E ALLORA CI CHIEDIAMO. CHI PAGHERA’ I DANNI DI QUESTE INFAMIE? CHI HA PUBBLICATO GLI ARTICOLI PRENDENDO ESCLUSIVAMENTE COME FONTE LE TESI ANIMALISTE, RETTIFICHERA’ MAI? CHIEDERA’ MAI SCUSA? O IL SOLO FATTO DI LAVORARE NEL CIRCO E’ UN BUON MOTIVO PER ESSERE INFANGATI SENZA RISCONTRI NE’ PROVE?
Intervista ai proprietari su “Midi Libre” del 19/01/2021 con foto e video
La ricostruzione della vicenda di Marcel Barrera (da Blog de Circ)
Intervista a Yvonne Kludsky “Dumba è un membro della nostra famiglia” (2014)
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L’ALTRA VERITA’ SULL’ELEFANTE DUMBA: UNO SCOOP FONDATO SULLA MENZOGNA
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