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Coronavirus Milano, il circo bloccato da due mesi in piazzale Cuoco: «Venite ad aiutarci»

Circo Arbell a Milano

Nelle roulotte la compagnia del «Circo Arbell» di Mario Orfei: trenta adulti e quattro bambini. «Non chiediamo soldi, ma cibo, acqua, generi di prima necessità». Dalla Asl arriva la carne in regalo per le tigri e la leonessa.

di Laura Vincenti

Corriere della Sera
L’ articolo sull’ edizione cartacea del Corriere della Sera di questa mattina

L’ultimo spettacolo è andato in scena il 16 febbraio. Poi il «Circo Arbell» di Mario Orfei si sarebbe dovuto spostare ad Asti. Invece, a causa dell’emergenza Coronavirus, da quasi due mesi è bloccato in piazzale Cuoco. Della grande famiglia di questo circo fanno parte trenta adulti, quattro bambini e poi, naturalmente, anche gli animali, sei tigri e una leonessa. «Ci siamo trovati in grande difficoltà — racconta il direttore, Manuel Niemen —: i soldi che avevamo da parte, e che ci servivano per la tournée in Italia, li abbiamo spesi tutti: quando le nostre risorse sono finite, siamo stati costretti a chiedere aiuto».

E i sostegni, per fortuna, sono arrivati da diversi fronti. A provvedere all’alimentazione degli animali ci pensa la Asl, che ogni giorno procura trenta chili di carne rossa e pollo per sfamare le tigri e la leonessa, grazie a donazioni che arrivano da commercianti e supermercati. «Avevamo con noi anche cavalli e animali esotici, come cammelli, lama e struzzi: per fortuna, siamo riusciti a mandarli nelle nostre stalle all’estero, che si occupano della loro accoglienza», prosegue il direttore. «Ma dobbiamo mangiare anche noi artisti».

Senza spettacoli, mancano gli introiti: smontato il tendone, i circensi, che non possono muoversi e tornare a casa, vivono con le loro famiglie nelle roulotte parcheggiate in Piazzale Cuoco. Per esempio, Niemen, nato a Salerno ma milanese di adozione, ha una moglie che lavora sempre nel circo, mette in scena lo spettacolo di magia, e una figlia piccola di tre anni.

«Per poter sopravvivere, non chiediamo soldi, ma cibo, acqua, beni di prima necessità». Che sono arrivati da vari enti e associazioni: prima fra tutti la onlus «Ronda carità e solidarietà» che si occupa di senzatetto e che «viene qui con i suoi volontari una volta alla settimana»; e poi la Croce Rossa, «Pane Quotidiano», il Comune di Milano tramite «Milano aiuta», e anche la Protezione Civile: «Proprio l’altro giorno ci ha mandato alcuni dottori per sottoporci a visite mediche di controllo: per fortuna stiamo tutti bene».

Anche gli animali sono in salute, seguiti regolarmente da veterinari: «Fanno parte della famiglia», assicura il direttore del circo. Che non nasconde la sua apprensione: «La situazione è molto preoccupante: noi viviamo grazie al pubblico e non sappiamo quando potremo tornare a lavorare. Ho sentito che gli spettacoli, probabilmente, saranno l’ultima attività a poter riprendere in una eventuale fase di riapertura. Per noi questo è un grande problema, non so per quanto tempo ancora potremo andare avanti così».

Insomma, gli artisti del circo, come tanti altri, sperano di tornare in scena il prima possibile: «Abbiamo tanti numeri, anche nuovi, da far vedere al pubblico: come ad esempio quello di magia per i bambini; o il Transformer, con una macchina che si tramuta in un robot; abbiamo persino l’uomo proiettile; mentre io sono il presentatore, ma anche il protagonista di un “laser show”», conclude Niemen, che ringrazia tutti coloro che li stanno già sostenendo e lancia un ultimo appello: «Se qualcuno vuole aiutarci, noi siamo qua».

Da milano.corriere.it del 06/04/20

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