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CI HA LASCIATO EUGENE WEIDMANN

CI HA LASCIATO EUGENE WEIDMANN

Apprendiamo con grande dispiacere della scomparsa di Eugene Weidmann all’età di quasi 88 anni.

Eugene Weidmann, di nazionalità svizzera, è stato un grandissimo domatore e lo ricordiamo nei più importanti circhi d’Europa negli anni ’50, ’60 e ’70. Tra i suoi numeri più famosi quello misto con leopardi, leoni, tigri, orsi bruni e orsi polari, con cui lavorò nei maggiori complessi d’Europa tra cui Knie. In Italia ha lavorato al Circo Jarz tra il 1950 e il 1952 e nel periodo della società tra il Circo Jarz e il tedesco Circo Apollo di Emile Wacker in tournée nel nostro paese; con la famiglia di Enis Togni nel biennio 1971-1972 al Circo de Mexico e al Circo Americano; nei due anni successivi è al Circo Cesare Togni (1973-74).

Nei primi anni Ottanta collaborò con la famiglia Vulcanelli e fu maestro di Gilda Vulcanelli e di Ettore Weber che non a caso riprese la figura del domatore in guanti bianchi.

Dagli anni Ottanta gestiva un giardino zoologico ad Oria presso il Santuario di San Cosimo in Puglia dove risiedeva.

Lo vogliamo ricordare con alcune foto d’epoca e con una intervista del 2009 in cui ripercorreva alcune fasi della propria vita.

(Collezione Sabino Dioguardi)

25/12/2017 21.43.52

Intervista con Eugenio Weidmann che da 30 anni gestisce lo zoo di Oria


Eugenio Weidmann

(di Marco D’Errico) “Per occuparsi degli animali bisogna essere pronti a una vita di sacrifici e di duro lavoro. È indispensabile sviluppare una particolare sensibilità utile a conoscerne il carattere, le abitudini, le esigenze”. Dice Eugenio Weidmann, che da trent’anni gestisce insieme alla sua famiglia, il noto giardino zoologico di Oria presso il Santuario di San Cosimo. L’uomo, di origini svizzere, è un ex domatore, con alle spalle una vita di esperienza maturata con molte specie di animali, in particolare leoni e tigri. Anche la moglie, Edith Schickler proviene dal mondo del circo, e la sua passione è sempre stata per i cavalli.

 “A dodici anni mio padre mi ha nominato capo stalla – racconta – avevamo un grande circo e come mio marito sono cresciuta a stretto contatto con molti animali che ho imparato nel corso del tempo ad amare”. Il famoso giardino zoologico di Oria nasce nel 1964 dall’iniziativa del Vescovo Semeraro. Attualmente, come spiega il responsabile, ospita molte specie di animali: canguri, cammelli, coccodrilli, ippopotami, mufloni, scimmie, serpenti, molti volatili, e gli immancabili felini, i leoni e le tigri. “Non ci occupiamo solo di accudire gli animali – spiega Weidmann – ma di conoscerne bene il carattere.

In particolare con i felini il rapporto richiede molta sensibilità e attenzione: non si tratta solo di dargli da mangiare, bisogna guadagnarsi la loro fiducia. In molti anni di esperienza sono riuscito a stabilire un rapporto di amicizia solo con una tigre, che si lascia accarezzare, pur non essendo stata mai addestrata. Questi grandi felini sono parenti del nostro gatto domestico, hanno caratteri simili, la stessa imprevedibilità, se si riesce a conquistarsi la loro confidenza, il gioco è fatto. Naturalmente sono necessari anni, e bisogna prestare molta attenzione: una zampata di una tigre potrebbe essere letale.

 L’animale percepisce gli stati d’animo di chi conosce. Manifesta invece un certo nervosismo nei confronti degli estranei che potrebbe improvvisamente attaccare, parliamo naturalmente di situazioni di vicinanza e senza alcuna protezione. I visitatori dello zoo possono stare tranquilli: tutti gli animali potenzialmente pericolosi sono protetti da recinzioni a norma. Sono garantite le massime condizioni di sicurezza”.

Pietro Paolino fa parte dello staff dello zoo. “Sono sempre stato un grande appassionato di animali – dice – qui ho trovato il mio ambiente ideale. Sono molto affascinato dai felini, e dopo un lungo tirocinio ho imparato a relazionarmi con loro in modo corretto. Certo, ho ancora molto da imparare, il linguaggio degli animali va compreso sino in fondo, se si vuole svolgere questo lavoro. Non mancano i sacrifici: si deve essere disponibili a qualsiasi orario, in particolare quando si devono curare gli animali ammalati”. Hort starke spiega: “La tigre è un animale solitario, gli incontri tra maschi e femmine avvengono solo al momento dell’accoppiamento. Dopo, la coppia deve essere divisa, come accadrebbe in natura, per evitare lotte e spiacevoli conseguenze per i cuccioli.

 Un maschio adulto può arrivare a pesare fino a  e a misurare  di lunghezza, dal naso alla punta della coda. Un paio di anni orsono è accaduto uno spiacevole episodio: a causa del frastuono provocato da una fiera, che si stava tenendo nelle vicinanze dello zoo, una leonessa innervosita dal rumore riuscì con un balzo a scavalcare il muro di recinzione e a fuggire. Fortunatamente fu localizzata nelle vicinanze, e il personale del servizio veterinario riuscì a farla addormentare con un narcotico, in modo da riportarla allo zoo.

Recentemente abbiamo subito il furto di numerose tartarughe e di alcuni rettili. Ignoti individui sono penetrati nell’area dello zoo di notte, scavalcando le recinzioni. Abbiamo dovuto rafforzare i sistemi di sicurezza”. Edith Schickler, che si occupa della biglietteria all’ingresso, alla domanda se siano più aggressivi i leoni o le tigri, risponde senza esitazione: “Gli uomini”.

Da mesagnesera.mesagne.me del 17/11/2009

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