CIAO AMLETO. Un Grande Uomo e un Grande Clown
In una settimana funestata da una serie di lutti importanti per il mondo del circo arriva un’altra notizia che ci rattrista profondamente. Amleto Cagna, il clown di Parma, che per 14 anni, dal 1963 al 1976 è stato una delle anime del Circo di Liana, Nando e Rinaldo Orfei, si è spento oggi all’età di 91 anni.
Amleto era un uomo fuori dal comune e chiunque lo abbia conosciuto sa che non si tratta di formule di circostanza. Un uomo che è diventato clown per passione e che ha dedicato tutta la sua vita al sorriso, ai bambini e alle persone in difficoltà. Non apparteneva ad una famiglia di circo: i genitori erano commercianti ambulanti. Ma lui già aveva la passione per lo spettacolo e per la comicità. “Da ragazzino quando tornavo da vedere spettacoli in teatro imitavo gli attori, ripetevo le battute con gli amici per farli divertire” raccontava. Lui portato alla battuta, alla comicità, alle imitazioni, iniziò la carriera di artista come comico, imitatore e mimo lavorando nella compagnia dei fratelli Clerici e da lì poco a poco, avvicinandosi al mondo del circo, prima con i fratelli Rossetti, poi con i Merzari, al Circo di Cipriana Folco e infine con gli Orfei dove fu presentatore e clown. Il Circo Orfei divenne casa sua e la famiglia Orfei la sua famiglia
Nel Circo Orfei crebbe i figlio Ginetto fino a diventare un ragazzone alto e prestante con cui costruì la celebre coppia “Amleto e Ginetto” che Fellini volle riprendere nello sketch dell’acqua in una sequenza iniziale del film “I Clown” e quello fu l’unico numero di clown ripreso da Fellini in quel film non riprodotto da attori, bensì appunto affidato ai suoi interpreti reali. Ginetto da ragazzo, usciva dalla valigia di Amleto, incarnava la bambola di pezza snodata e con il padre costituiva una coppia di grande efficacia.
Amleto divenne incarnò anche il personaggio di Cico e Bum, la famosa bambola parlante della Sebino che negli anni 70 era tra i giocattoli più ambiti e di cui Cagna fu il testimonial. Anche questo è un caso più unico che raro nella storia del circo italiano. E durante gli spettacoli del Circorama i bambini avevano così modo di incontrare Cico e Bum, e ricevere la bambola dalle sue stesse mani.
Tra i partner di Amleto ricordiamo Peppino Anselmi, Vanes Carpi e i nanetti Guido Scalzone e Filippo Ruffa. Ma era anche un valido solista, dalla battuta pronta e la parlantina sciolta. Mimo straordinario.
Fu l’amore per la moglie Luciana, che era affetta da una malattia che le rendeva faticosa la vita nel circo, a indurlo a lasciare il mondo del circo nel 1976, nel momento in cui i fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei, si separarono. Fu una scelta non facile per Amleto, ma come ho detto in apertura, è l’amore ad aver caratterizzato la sua vita e per amore tornò nella sua Parma, città di cui divenne veramente un beniamino, un’icona, un esempio. Amleto aveva lasciato il circo, ma non il personaggio di Cico, il suo clown. E così non esitava a indossare il naso rosso e a recarsi negli ospedali, nei ricoveri per anziani. E per tantissimi anni, contando sulle numerose amicizie rimaste nel circo, Amleto organizzava lo spettacolo dell’AVIS per la Befana nel palazzetto dello sport di Parma. Occasioni benefiche, per tornare a far sorridere e far del bene, missione della sua vita.
Conosco Amleto da quando ero un bambino. Mia nonna era di Parma e la sua famiglia gestiva un bar. La passione del circo mi aveva già colpito e fu inevitabile per me incontrare Amleto. Ricordo conversazioni fiume, infarcite da aneddoti, con la voce dolce di un uomo che amava la sua vita e lo dimostrava con estremo candore, commuovendosi mentre ricordava i momenti allegri e quelli più tristi della sua vita. Si commuoveva a raccontare della moglie che gli fu portata via dalla implacabile malattia, ma si commuoveva anche a ricordare quel circo che gli aveva dato così tanto. E al quale, non dimentichiamolo, anche lui aveva dato tutto se stesso.
Di Amleto ho sentito parlare tantissimo in questi anni, come grande clown e soprattutto come grande uomo. Ho sentito dire da Liana Orfei “Amleto, l’amore della mia vita”, intendendo un sentimento di straordinaria amicizia e confidenza. Fellini a proposito della figura del clown, scrisse: “Non è vero che il clown è morto, finché c’è Amleto”.
Ma il sorriso di Amleto, quella voce dolce, i suoi racconti teneri, il suo amore per il circo e per la vita ci accompagneranno per sempre. Viva Amleto. Per sempre.
Dario Duranti
Amleto e Dario Duranti nel 1984
1972. Amleto a sinistra con Vanes Carpi e Peppino Anselmi al Circorama Orfei
11/04/2015 16.55.45
CIAO AMLETO. Un Grande Uomo e un Grande Clown
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