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Stampa: Circo Wanet Togni, giudizio immediato per i titolari

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10/08/2011 6.51.20

Da www.gazzettadelsud.it del 09-08-11

Violenza privata, la Procura chiede il giudizio immediato per mamma e figlio Contestate ai due imputati, titolari del circo “Wanet Togni”, anche l’estorsione e l’appropriazione indebita

Giuseppe Baglivo

Subito in dibattimento per evidenza della prova. Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari, Gabriella Lupoli, che ha così accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura nei confronti di Egle Lozopone, 53 anni, e Giuseppe Mavilla, 36 anni, titolari del circo “Wanet Togni”.

Una procedura, quella avanzata dal pm Vittorio Gallucci, e controfirmata dal procuratore Mario Spagnuolo, che mira a velocizzare l’iter processuale saltando l’udienza preliminare. Il gip ha quindi fissato l’apertura del dibattimento per il 9 novembre prossimo. Dalla notifica del decreto che dispone il giudizio immediato, gli imputati, difesi dall’avvocato Francesco Stilo, avranno 15 giorni di tempo per decidere se accedere a riti alternativi.

Sette le persone offese individuate dalla Procura sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri della Stazione di Vibo, guidata dal luogotenente Nazzareno Lopreiato. Si tratta dei bulgari: Robertino Evdokimov, 45 anni, Ivaylov Pavlon, 54 anni, Mihail Ivanov, 53 anni, Aristotelov Iliev, 57 anni, Tudor Georgiev, 42 anni, del ghanese Maxwell Afoakwa, 31 anni, e di Mohamed Colibay, 23 anni, cittadino della Costa d’Avorio.

Quindici in totale i capi d’accusa di cui sono chiamati a rispondere Egle Lozopone ed il figlio Giuseppe Mavilla, nei cui confronti vengono ipotizzati i reati di appropriazione indebita, estorsione e violenza privata, tutti aggravati «dall’aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera». La condotta, secondo le risultanze investigative, viene ritenuta «permanente sino al 4 maggio 20011» con la città di Vibo indicata quale luogo di commissione dei reati.

A far scattare le indagini nei confronti di Mavilla e della Lozopone era stata la denuncia ai carabinieri del segretario provinciale della Uil, sindacato a cui si erano rivolti alcuni dipendenti del circo. Gli stessi avevano raccontato le condizioni di estremo degrado in cui erano costretti a vivere, percependo non più di 150 euro al mese. L’ipotesi di appropriazione indebita contestata in concorso alla Lopozone e a Mavilla fa riferimento alle carte d’identità sottratte a Robertino Evdokimov, Ivaylov Pavlon, Mihail Ivanov, Aristotelov Iliev, Tudor Georgiev affinchè – secondo quanto sostenuto dall’accusa – non si allontanassero dal circo. Tale sottrazione integrerebbe poi, ad avviso del pubblico ministero, il reato di violenza privata in quanto senza carte d’identità gli stranieri sarebbero stati impossibilitati a circolare liberamente sul territorio nazionale e, quindi, costretti a non allontanarsi dal circo.

L’ipotesi di estorsione fa invece riferimento a diversi episodi. Evdokimov, Pavlon, Ivanov, Afoakwa e Colibay, sarebbero stati costretti da Egle Lopozone e Giuseppe Mavilla a dormire con altri sette lavoratori in un piccolo cassone non munito di servizi igienici, a nutrirsi di scatolame e di avanzi di cibo destinato in realtà agli animali e, talvolta, a rimanere digiuni. Per impedire poi ai dipendenti di allontanarsi dal circo, i due indagati avrebbero paventato la mancata corresponsione delle prestazioni già rese – di gran lunga inferiori secondo l’accusa agli accordi presi -, proferendo infine frasi intimidatorie e lesive della dignità degli stranieri. Lopozone e Mavilla (difesi dal’avv. Stilo), caduta l’accusa di riduzione in schiavitù, si trovano tuttavia agli arresti domiciliari.

 

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