
Il Papa offre un pomeriggio di serenità al circo ai senzatetto
Duemila clochard ospiti dei dormitori romani assistono questo pomeriggio allo spettacolo del Rony Roller Circus. Medici e infermieri in servizio in Vaticano saranno a disposizione di chi vuole farsi visitare
ANDREA TORNIELLI
Città del Vaticano
Un anno fa, rivolgendosi alle persone che lavorano nel circo, Papa Francesco nel corso di un&rsquoudienza generale aveva detto: «La gente che fa spettacolo nel circo crea bellezza, sono creatori di bellezza. E questo fa bene all&rsquoanima. Quanto bisogno abbiamo di bellezza!». Per offrire un incontro con questa bellezza, oggi Bergoglio attraverso l&rsquoElemosineria apostolica guidata dal vescovo Konrad Kraiewski offre a duemila senzatetto di Roma uno spettacolo circense. Ma non solo. I clochard, nell&rsquoarea dove sorge il tendone, potranno usufruire anche del servizio di ospedale mobile, e potranno essere visitati, oltre che ricevere alla fine uno spuntino.
Ecco il comunicato dell&rsquoElemosineria apostolica: «Nel pomeriggio di giovedì 14 Gennaio 2016, verrà offerta ai poveri, ai senzatetto, ai profughi, a un gruppo di carcerati, alle persone più bisognose, insieme ai loro volontari, la possibilità di partecipare a uno spettacolo circense. Il Rony Roller Circus in via di Torrevecchia, che ha messo a disposizione tutti i 2mila posti del grande tendone per questo evento di carità».
Tra l&rsquoaltro ad aprire lo spettacolo sarà uno dei senzatetto, che eseguirà una canzone dedicata a Papa Francesco: si tratta di un cantautore spagnolo, che vive nella precarietà insieme alla figlia e usufruisce del servizio docce e barberia inaugurato sotto il colonnato di piazza San Pietro. Questa canzone, spiega il comunicato, «diventerà una preghiera d&rsquoinizio e insieme un ringraziamento al Santo Padre per questo nuovo gesto di vicinanza a ciascuno di loro».
«Questo dono offerto dagli artisti del Circo, che con costanza, impegno e tanti sacrifici riescono a creare e a donare bellezza a se stessi e agli altri – continua la nota vaticana – potrà diventare anche per i nostri fratelli più poveri un incoraggiamento a superare le asprezze e le difficoltà della vita che tante volte sembrano troppo grandi e insuperabili».
«I nostri fratelli bisognosi – conclude l&rsquoElemosineria – durante lo svolgimento di tutto questo evento di carità, avranno la possibilità di essere visitati e assistiti dai medici e infermieri mandati dai Servizi Sanitari Vaticani con il camper mobile e le ambulanze dell&rsquoAutoparco Vaticano. Alla fine dello spettacolo verrà offerto un piccolo spuntino».
Quello che il comunicato non dice è che per il trasporto dei clochard dai dormitori al luogo dello spettacolo è stato mobilitato tutto l&rsquoAutoparco vaticano. I senzatetto viaggeranno nelle auto solitamente a disposizione dei vescovi e cardinali che prestano servizio nella Curia romana.
Da La Stampa
Papa invita al circo 2000 profughi, senzatetto e carcerati
Il Rony Roller Circus, in collaborazione con la Elemosineria Apostolica, ha offerto ieri a Roma uno spettacolo gratuito per i senzatetto, i profughi e un gruppo di carcerati. Nell&rsquooccasione, medici e infermieri, mandati dai Servizi Sanitari Vaticani con il camper mobile e le ambulanze dell&rsquoAutoparco Vaticano, hanno effettuato visite mediche a quanti ne hanno fatto richiesta. Il servizio di Veronica Di Benedetto Montaccini:
Sotto il tendone soffia aria di festa. Il circo Rony Roller e l&rsquoElemosineria Apostolica offrono infatti uno spettacolo a chi non può permetterselo una giornata speciale per sette generazioni di circensi, come racconta l&rsquoartista, Rony Vassallo:
&ldquoNello spettacolo addestro i cavalli, lavoro con i leoni e faccio il trapezista. Ho parecchie passioni. È bello dare la possibilità a queste persone disagiate di assistere allo spettacolo del circo. Noi ci sentiamo anche più appagati, è proprio una cosa che ci fa stare bene! Non so cosa impareranno da noi, noi non vogliamo insegnare niente, solo riuscire a far tornare nelle persone quel bambino che c&rsquoè dentro ognuno di noi e farlo uscire. Se ci riusciamo, se loro impareranno a tornare bambini per quelle due ore in cui stanno insieme a noi, sarà bellissimo!&rdquo.
Non solo divertimento e numeri di magia, ma anche un utile servizio medico, nell&rsquoiniziativa dei Servizi Sanitari Vaticani. La dott.ssa Lucia Ercoli:
&ldquoLe persone che abbiamo incontrato non le abbiamo soltanto ascoltate sul problema di salute: sono state visitate, curate. Diciamo che a Roma si viene a configurare ormai una situazione di ‘apartheid sanitario’. Il fatto che noi andiamo, cerchiamo e ci facciamo prossimi a loro, dà veramente a queste persone un&rsquoopportunità che altrimenti non avrebbero&rdquo.
Sugli spalti 2000 persone: senzatetto, rifugiati e detenuti, che per un giorno si lasciano trasportare dall&rsquoemozione, con uno zucchero filato in mano:
&ldquoSono molto emozionato, perché è la prima volta che finalmente entro dentro un tendone meraviglioso, pieno di sogni e di emozioni&rdquo.
&ldquoRingrazio Papa Francesco, perché mi ha dato questa oppotunità. E non solo a me, ma a tante persone&rdquo.
&ldquoIl circo me lo ricordo da bambino. Mi divertivo tantissimo e sono contento di essere qui!&rdquo.
&ldquoÈ tutto bello e pieno di emozioni! Ci sono tantissime persone che fanno delle cose mai viste, ed è fantastico tutto questo!&rdquo.
&ldquoOggi è una giornata bella, perché queste persone vedono una cosa nuova&rdquo.
Uno degli spettatori ha detto che la vita è &ldquotutta un circo&rdquo. Le acrobazie per queste persone saranno forse più facili dopo questa esperienza.
La proprietaria del circo, Daniela Vassallo, spiega questo evento di festa e di amicizia, al microfono di Stefano Leszczynski:
R. &ndash E&rsquo straordinariamente semplice, perché chi e cosa più del circo potrebbe esprimere questo senso di appartenenza, di tolleranza totale, di convivenza, di messaggio multirazziale, multireligioso. Quindi ciò che può sembrare straordinario, alla fin fine è semplicissimo, perché dentro ai cancelli di un circo, dentro alle transenne di un circo, ci sono sempre molte nazionalità, molte persone, molte mentalità, miliardi di storie. Per noi c&rsquoè l&rsquoemozione, perché comunque è un evento molto emozionante, che ci fa stare bene con noi stessi, ma allo stesso tempo è anche semplice, non ci sciocca più di tanto. Siamo, infatti, proprio culturalmente abituati all&rsquoapertura totale agli esseri umani, fermo restando anche il discorso della fede. Siamo, infatti, una famiglia molto religiosa. Ovviamente non siamo santi come vorremmo essere! E&rsquo una cosa, però, che viviamo con molta naturalezza ed è un evento che aspettiamo con molta naturalezza.
D. &ndash Non è la prima volta che il vostro circo si apre a delle attività di tipo caritatevole o comunque di tipo umanitario. Come mai il circo, nonostante questa capacità di apertura verso l&rsquoesterno, non riesce ad acquistare o ad ottenere la visibilità che merita in Italia?
R. &ndash E&rsquo veramente una domanda da un milione di dollari. Non solo noi, infatti, ma tutti i circhi. Spesso noi nei Paesi ospitiamo ragazzi di case famiglia, disabili, persone che non hanno la possibilità economica, anziani. Tanti ci accusano di essere un po&rsquo troppo chiusi nella nostra cultura. Non so, forse potrebbe anche essere vero, ma è anche vero che siamo tanto attaccati. Tante volte non ci sentiamo apprezzati come vorremmo, ma va bene così: ci basta l&rsquoamore e il rispetto che ci dimostrano le persone che ci conoscono. Il circo ha tante cose belle da raccontare.
D. &ndash Quali sono le reazioni che avete notato durante questo tipo di attività pro bono, quindi non prettamente lavorativa? Le reazioni di queste persone, che magari arrivano al circo per la prima volta, vedono uno spettacolo circense per la prima volta e che non sono abituati ad essere accolti? Come reagiscono? Cosa vi dicono, cosa vi raccontano dopo?
R. &ndash Sono persone a cui sai che stai trasmettendo un messaggio e questo messaggio viene percepito. Vedi persone che inizialmente entrano titubanti e basta un sorriso&hellip Basta niente, veramente: basta un sorriso. Quando guardano in pista quello che fai, allora vedi che cominciano a sognare e vedi che a volte cominciano a pensare alla loro vita. Potrebbe sembrare una grande parola, ma più di una volta il circo ha portato ad una svolta, il nostro circo ha portato ad una svolta nella vita di alcuni ragazzi, che magari dalla strada sono andati a frequentare l&rsquoAccademia dell&rsquoarte circense a Napoli. E&rsquo capitato durante la tournée che abbiamo avuto a Scampia. Siamo stati il primo circo ad arrivare a Scampia a Natale scorso, proprio dove ha parlato Papa Francesco, a marzo. Lì abbiamo incontrato una grande realtà e tanti ragazzi, amicizie che ancora durano. Tanti ragazzi &ndash 16 &ndash si sono iscritti alla Scuola del Circo di Napoli. E&rsquo bello, è una bella soddisfazione.
D. &ndash Lei ha citato il Papa che spesso parla dei migranti, parla dell&rsquoumanità in cammino e il cammino che spesso si vede non è gioioso come quello della carovana del circo, anche se faticoso: è un cammino spesso molto triste, di persone in fuga dai conflitti di persone in fuga dalla fame, che hanno attraversato mille pericoli. Voi che siete persone abituate a viaggiare e a spostarvi come vedete la realtà di questi migranti, tra l&rsquoaltro domenica ci sarà proprio il Giubileo dei migranti e degli itineranti&hellip
R. &ndash Non riesco neanche ad immaginare il loro disagio, perché noi che per lavoro – anzi non per lavoro, perché non è un lavoro essere circensi, è un modo di essere &ndash giriamo con le nostre famiglie, con la nostra stabilità, portando gioia, siamo sempre forestieri quando arriviamo in città. Noi quotidianamente viviamo l&rsquoesperienza di essere estranei girando tanto all&rsquoestero, ma anche nella nostra nazione. Allora proviamo a metterci nei panni di persone che hanno lasciato i loro amori, i loro affetti a casa. E&rsquo inimmaginabile! E&rsquo uno strazio e noi ne percepiamo solo un&rsquoombra. Io sono in tournée con i miei figli, con mio marito, con mio padre, con mia madre, con tutti quanti, e si è sempre forestieri. Arrivi comunque ogni volta in una nuova città. Pensa arrivarci senza nulla, con dei dolori addosso. E&rsquo una cosa inumana, inumana! Grande rispetto e grande amore per profughi e migranti!
Da https://it.radiovaticana.va/news/2016/01/15/papa_invita_al_circo_2000_profughi,_senzatetto_e_carcerati__/1200960
(Sergio Centofanti)
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