Festival di Latina: 10 anni di successi
Era l’inverno 1999 e Radio Circo iniziava a diffondere le prime voci sulla possibilità che a Latina si tenesse un Festival di Circo. Nonostante la presenza di nomi piuttosto interessanti, i primi articoli (ripresi anche dal sito Circusfans allora ai suoi primi mesi di attività) facevano riferimento a una notizia poco lieta: uno slittamento di date dovuto a problemi burocratici nel rilascio dei permessi agli artisti provenienti dall’estero. L’articolo menzionava anche gli organizzatori: i fratelli Giulio e Gaetano Montico. Il debutto fissato per le Feste slittò dunque di qualche giorno. Lo spettacolo rappresentava sicuramente una piacevole novità per il contesto italiano, da sempre poco aperto al modello europeo dei galà e degli spettacoli invernali. Nello spettacolo, oltre ai numeri della famiglia di Gaetano Montico (tigri, fantasia tzigana, rullo e aerolite), i cascatori a cavallo del maestro Vittorio Nencini, la troupe Torres (globo della morte, ruota e filo alto), la troupe Bilea (bascule e barra russa) e i clowns musicali Rudi Llata.
Dalla seconda edizione l’organizzazione rimane nelle mani di Giulio Montico (che è fermo da anni a Latina dove gestisce una società di noleggio strutture per eventi e spettacoli) che affida la Direzione Artistica a Roberto Orlando ed alcuni impresari del settore. Tra i numeri più rappresentativi la troupe Cirneanu Platinum del Globus Circul di Bucarest con una serie di attrazioni e coreografie aeree, i clowns musicali spagnoli Los Antonys, la famiglia di Ronald Spindler con un numero di tre elefanti africani e una routine con cinque cammelli, la famiglia di Beatrice Spindler con una libertà di sei cavalli, il passo a due e l’alta scuola, l’antipodista Silvia Stipa, i gauchos argentini Los Baguales, l’orchestra e il presentatore Tony Costa. Nella giuria troviamo Anatoly Martchevsky, Armando Bellucci, Nevio Errani, Benito Larible, Cornelia Brindusa Novak e Roberto Orlando. E’ un anno importante: il Festival apre le porte all’estero ed attraverso la presenza di due direttori come Brindusa Novak e Anatoly Martchevsky (rispettivamente del Circo di Stato di Bucarest e del Circo di Ekaterinburg, Siberia) e il coinvolgimento di diversi direttori italiani in un momento in cui l’Ente Nazionale Circhi sembra ancora ignorare il fenomeno che a Latina di sta sviluppando. Dalla terza edizione, infatti, anche l’Ente Circhi e il Presidente Palmiri, di fronte agli importanti progressi artistici ed organizzativi dimostrati in brevissimo tempo dallo staff del Festival e dalla famiglia Montico decidono di appoggiare la manifestazione. Dal novembre 2001 ad oggi infatti Palmiri diventa presidente della giuria che negli anni annovera i più importanti direttori del mondo. Ogni anno, inoltre, il Festival ospita giovani artisti diplomati all’Accademia che hanno così modo di confrontarsi con un importante pubblico di addetti ai lavori e generalmente di salire sul podio. In questi anni ricordiamo tra gli allievi dell’Accademia: Willy Colombaioni, Jennifer Medini, Darix Folco, Carlo D’Amico, Scirli Lizzi, Sue Ellen Roccuzzo, Ives Casu, Vanessa Medini, Derek Coda Prin, Aliosha Coatti, Tyron Colombaioni, Elvis Errani, Stephanie Hones, i Rossi Brothers, Bruno, Claudio ed Enis Togni jr. E’ in questo periodo che il Festival fissa la propria formula come competizione under 21 con attrazioni fuori concorso per quanto riguarda animali e clown affidata ad artisti professionisti. Nel 2001 ospite d’eccezione è Sonny Frankello con i suoi elefanti africani mentre la comicità è affidata ali nostri Bisbini. Nel 2002 è la volta delle foche di Cardinali e dei leopardi in libertà del Duo Ambros, mentre José Mitchell presenta la sua celebre entrata dell’acqua. Nel 2003 Roberto Caroli riscuote un certo successo col suo numero di gabbia, mentre spetta alla famiglia Coda Prin proporre i propri animali esotici; la comicità è affidata a Davide Cavedo. Nel 2004 in gabbia troviamo i leon-tigre dell’austriaco Markus Michler mentre Donald Niemen porta in pista l’arca di Noé del Circo Niuman. Nel 2005 Elvis Errani scende in pista con i tre elefanti di famiglia mentre Cristina Togni manda la cavalleria del Circo Americano. Nel 2006 torna Redi Montico con un numero misto di leoni e tigri e la magnifica cavalleria di Yvette De Rocchi Bellucci. Nel 2007 è protagonista la famiglia Vassallo: Claudio con le tigri, Max con l’esotico e Davis con la sua prorompente comicità ed i fratelli Giona con il loro suggestivo quadro equestre per la prima volta proposto nella pista di un circo, due anni prima della consacrazione monegasca.
Ma torniamo al 2002 quando il Festival di Latina ottiene uno spazio importante alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano. E’ evidente che nonostante la posizione svantaggiata sul territorio nazionale, questa manifestazione col passare degli anni si è ritagliata un ruolo di primo piano. Sempre più paesi sono rappresentati nel concorso e sempre più spesso i giovani talenti scoperti nella città laziale ottengono contratti nei grandi circhi europei e riconoscimenti in altri festival. In fondo in genere è proprio questa la funzione dei festival: scoprire e segnalare le attrazioni che domineranno il panorama circense futuro. Talvolta si tratta di allievi di scuole di circo. Se ci soffermassimo su tutte le attrazioni proposte in questi anni a Latina supereremmo lo spazio consentitoci per questo articolo, ma ci basta ricordare il verticalista Dima Shine, ormai fenomeno acclamato in tutta Europa, le cinghie di Sergei Akimov e la contorsionista Elaine Kramer entrambi premiati a Monte Carlo, per renderci conto dell’importante azione di talent scouting svolta da questa manifestazione.
2008. L’affermazione definitiva
L’edizione del decennale ha innegabilmente suscitato in tutti gli operatori del settore una duplice emozione: da una parte il lusinghiero traguardo, dall’altra il doveroso e sentito omaggio al patron Giulio Montico alla cui ferrea volontà e perseveranza si deve l’esistenza di questa manifestazione germogliata in sordina nel lontano 1999. Ebbene questi due elementi uniti alla professionalità di tutto lo staff, al comfort delle strutture e al livello artistico dell’edizione 2008 hanno reso il Festival appena concluso veramente significativo e memorabile.
La presenza di Flavio Togni che ha presentato una scoppiettante libertà conclusa da una rara capriole e una bella serie di debout ha davvero messo la ciliegina su una torta ricca e gustosa, per non parlare dell’esclusiva presentazione di quattro cavalli e quattro cammelli appositamente realizzata per questo appuntamento: nonostante il numero fosse stato provato relativamente poco, si è trattato di un lavoro misurato e di grande interesse che ha messo in evidenza ancora una volta la grinta di questo artista.
La parte equestre ha visto protagonisti anche Bruno, Claudio ed Enis Togni jr, la nuova generazione del Circo Americano che ad ogni spettacolo ha proposto una frizzante overture. I tre giovani si sono conquistati oltre che la simpatia del pubblico il premio della critica giornalistica composta da giornalisti ed esperti di circo.
La giuria internazionale ha premiato con l’Oro due ricche troupe e un solista. Non ci sono altre parole per il cinese Cai Yong: il suo stupendo assolo di verticalismo sta entrando a tutti gli effetti negli annali sia per la tecnica sopraffina, che per la verde età dell’artista che benché palesemente ispirato da Anatoly Zaliewsky cerca di andare oltre il celebre maestro, non nell’intensità dell’interpretazione, quanto per l’efficacia di alcuni passaggi.
Latina d’Oro ex aequo anche alla Troupe Khubaev (Russia) con una spettacolare serie di salti mortali al fast power track (il lungo trampolino elastico al livello della pista) e alla Troupe Vorobiev (Russia) che ha proposto una interessante performance con tre altalene russe.
Tornando al verticalismo, ci preme ricordare come in questa edizione Cai Yong non fosse l’unico esponente di questa disciplina. Un altro emulo di Zalievsky è infatti Maxim Popazov (Argento) che ha sapientemente compreso l’importanza di prendere le distanze dall’ingombrante eredità del celebre artista elaborando (sotto la guida del regista Ruslan Ganaev) una vibrante versione molto coreografata ed una scanzonata performance di verticalismo su di un’alta torre di sedie. Due diverse esibizioni molto apprezzate. Il messicano Christian Atayde Stoinev ha invece proposto una performance più tradizionale, accompagnato dalle incursioni del suo cagnolino Scooby.
Misurato e fresco il lavoro di Nancy e Terence Rossi (Argento), ormai in pianta stabile in Spagna al Circo Mundial. La fusione di due discipline così apparentemente distanti quali il mano a mano e il trapezio Washington si è rivelata una scelta vincente.
Nel programma di Latina abbiamo trovato due troupe di acrobatica in banchina: gli ucraini Men in Black (Bronzo) e i bielorussi Four Men Group (Argento): contraddistinti dalla messa in scena, entrambi i gruppi si sono distinti dimostrando la vivacità di questi paesi e il loro monopolio in questa disciplina. Provengono sempre dall’Ucraina i 5 acrobati del gruppo Flying to the Stars (Argento): una originale performance che unisce due tecniche e due attrezzi distanti tra loro: le sbarre fisse e il trampolino elastico: il risultato è sicuramente interessante. Abbiamo lasciato per ultima l’estremo Oriente. Le 4 giovanissime Little Angels (Bronzo) ha proposto una impeccabile performance di contorsionismo sincronizzato in rappresentanza della Mongolia, mentre la Cina oltre al virtuoso verticalista era rappresentata dalla Troupe Deyang alle prese con tre diverse discipline: un numero di altalena russa, uno di salti nei cerchi e una performance ai pali oscillanti. Si tratta della troupe che ha animato gli spettacoli del Circo Americano dalla riapertura nel mese di ottobre. Dei tre numeri proposti, quello ai pali era sicuramente quello più interessante e spettacolare. Un numero strutturato nello stesso modo si trovava anche a Monte Carlo.
La parte comica ha visto protagonista il Trio Caveagna alle prese con la ricca entrata musicale ed una serie di gag affidate ai fratelli Jones e Steve, figli di Artidoro. Fuori concorso si è esibito il comico americano Rob Torres che siamo certi di vedere presto in altri complessi e, perché no, in altre manifestazioni internazionali.
Complessivamente dunque un bel Festival, ben organizzato dalla famiglia Montico (che ha saputo omaggiare il suo fondatore) ed elegantemente presentato da Andrea Giachi, ormai voce ufficiale del Festival. Ci fa piacere segnalare che in questi 10 anni hanno retto il microfono del Festival Tony Costa, Antonio Perris, Rudy Bisbini, Zaira Montico, Viola Ranalletta, Francesca Giarola e Davide Padovan che nel corso dell’ultima edizione ha introdotto i numeri del Circo Americano.
Chissà se 10 anni fa Giulio Montico avrebbe immaginato dove sarebbe arrivata la sua creatura?
Di Dario Duranti
Foto di Fabio Marino
Da “Circhi In Cammino” n° 1/2009
Festival di Latina: 10 anni di successi
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