
FIERACAVALLI DI VERONA
Il Galà d’oro ha riservato emozioni agli spettatori. Meno teatrale, la rassegna di quest’anno è stata però più spettacolare
Acrobati e poeti nel segno dello humour
Salti nel fuoco, sfilate militari e il gran finale con le evoluzioni dello stuntman Lorenzo
Meno teatrale e più spettacolare. Questa la caratteristica principale del «Gala d’oro» della 107. Il regista Antonio Giarola, proveniente dal circo oltre che dal teatro, ha privilegiato quest’anno le acrobazie, il virtuosismo, il pericolo, senza rinunciare alla poesia e all’humour, che nei suoi spettacoli non mancano mai.
Il cavallo in tutte le situazioni, compagno di vita, di guerra, di sport, di cultura. Sembrerebbe tutto già scritto, invece ogni anno si aggiunge un pezzetto del puzzle, e si scoprono ulteriori e stupefacenti modi di interagire con questo animale.
Più didascalici i primi quadri, a partire dall’Ouverture curata dall’Unire (Unione nazionale per l’incremento delle razze equine) che ha presentato, introdotte dal riscoperto asino romagnolo, le diverse razze di cavalli italiani, dal lipizzano bianco al murgese, e anche il Camargue-D elta, cui poi era dedicato un intero quadro, «Tra terra e mare», insieme ai maremmani. E poi la corsa in libertà dei cavalli argentini, gli attacchi da uno a cinque cavalli, e i vari dressage su lipizzani e spagnoli, in atmosfera del Settecento veneziano, con la troupe di Cavallo & Company, di casa al Gala, oppure di gusto francese, come nel carosello femminile presentato da Patrick Julien, novità per Verona.
Con «Fuochi da Oriente» il ritmo si è fatto più serrato: veramente mozzafiato il racconto di Buttefly con salti nel fuoco di Silvia Resta e Gianluca Coppetta. E non è che l’inizio. Dopo la comicità di Eric Gauthier e il cavallo Timo, di nuovo in scena gli stunt-man e i mangiatori di fuoco, riuniti nella troupe Caracole, fondata 16 anni fa da Jean Luis Armand già collaboratore di Bartabas (quello dello spettacolo equestre Zingaro), e poi i fratelli Giona, famosi stunt-man cinematografici italiani, strepitosi n el volteggio e nelle cascades sui cavalli al galoppo, al modo dei tartari.
Molto spettacolare (e patriottica) l’esibizione dell’esercito italiano. Il Centro militare di equitazione di Montelibretti, presso Roma, ha presentato «Il cuore oltre l’ostacolo», 180 anni di storia di questo corpo che insieme al cavallo ha vissuto battaglie, ricostruite in pista con tanto di cannoni e ca rica, e gare sportive. Non c’è ostacolo che questi cavalli non possano saltare, sia esso una barra da competizione o una tavola imbandita o uno steccato in fiamme: un crescendo che sembrava quasi un finale, con il pubblico in piedi a cantare l’Inno di Mameli, suonato da Giuseppe Di Gioia.
Ma il vero clou della serata doveva ancora arrivare, con le prodezze di Lorenzo, il ventisettenne stunt-man francese, bello come Apollo, capace di equilibri impensabili in piedi sulla groppa di due cavalli in corsa (e pure un poco capricciosi), senza alcuna briglia. Immancabile carosello conclusivo con le bandiere d’Europa, che molto pubblico si è perso, scoraggiato dall’ora tarda. E ieri a godersi lo spettacolo sono arrivati anche Amadeus e Natalia Estrada.
Daniela Bruna Adami
(“L’Arena” di Verona)
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