
EL CIRCO DE LOS HORRORES A TORINO: Recensione
Venerdì scorso ha debuttato Torino in Piazza D’Armi (un’area storica da cui il circo mancava da circa vent’anni) El Circo de los Horrores, coproduzione italo-spagnola guidata dai fratelli Gonzales, dalla famiglia Zoppis e dal clown Suso Silva. E come è avvenuto già a Roma e Milano è stato un successo straordinario. Due pienoni il giorno del debutto e un consenso di pubblico davvero sorprendente. Il pubblico è uno dei grandi protagonisti di questo spettacolo per composizione e partecipazione: un pubblico giovane (con una fascia media oscillante tra i 25 e i 35 anni), probabilmente digiuno di circo e per questo ancor più entusiasta ad ogni singola esibizione. Un pubblico che gradisce essere coinvolto e che reagisce calorosamente a ogni sollecitazione degli artisti e accetta con autoironia anche le provocazioni più pesanti e irriverenti, fino alla meritata standing ovation finale.
Lo spettacolo in realtà inizia dal momento in cui due figuri incappucciati strappano i biglietti aprendo un pesante cancello di ferro. Da lì l’ingresso in un mondo surreale in cui nulla è lasciato al caso e tutto contribuisce a trasportare lo spettatore in un universo cupo e denso di suggestioni. Il foyer ospita un cimitero con lapidi sconnesse, gabbie e scheletri e tra il pubblico in fila fanno incursione lugubri personaggi che brandiscono assordanti motoseghe accese. All’interno dello chapiteau domina la più profonda oscurità (le maschere che accompagnano al posto si servono di una torcia per individuare le sedie numerate) e un’aria carica di incenso misto all’acuto odore del fumo delle motoseghe. Dunque un’esperienza multisensoriale sin dal primo momento.
La forza dello spettacolo è la comicità spiazzante, il linguaggio esplicito e diretto, le graffianti allusioni neanche troppo velate. Ciò favorisce la stretta complicità che Suso sotto la efficacissima maschera di Nosferatu instaura con il pubblico. Suso non è solo un clown di comprovata esperienza (Premio Nazionale del Circo nel 2003 in Spagna), ma è il maestro di cerimonia della rappresentazione, in grado di scegliere con scientifica abilità i personaggi del pubblico più adatti per le varie gag dello spettacolo che a loro volta ne diventano protagonisti.
Se i bersagli privilegiati sono seduti in prima fila, gli spettatori anche dalle file più lontane, si sentono liberi di interagire urlando il nome del malcapitato di turno, sobbalzando sulle sedie per il divertimento e talvolta inscenando vere e proprie ovazioni da stadio. Le due ore e mezzo di spettacolo scorrono veloci grazie ad un ritmo sostenuto e al susseguirsi di soprese. Il livello artistico è buono e vede l’alternarsi di circensi di tradizione (come Viviana Rossi alle cinghie che apre lo show o il nostro Jurgen Bonaccini particolarmente efficace e a suo agio nel ruolo di satanico acrobata alla ruota della morte) ad attori selezionati per dar vita ai personaggi della Vampira Devora provocante dominatrice di uomini, del clown Grimo che suscita il disgusto del pubblico minacciando lo stridore delle unghie sulla lavagna e degli altri personaggi ben amalgamati per la composizione del cast. In scena una buona selezione di tecniche sia aeree che a terra: cinghie, ruota della morte, contorsioni, mano a mano (molto efficace il lavoro di Valentin e Catalin Badea che “vendono” bene il trucco della sedia per portare al massimo l’eccitazione del pubblico a fine spettacolo), i tessuti aerei, limbo e acrobatica a terra con una troupe africana e i capelli di Gloria Rodrigues fresca del record messo a segno a Milano nei giorni scorsi dove si è esibita appesa ad una gru a 40 metri di altezza.
La società Gonzalez-Zoppis ha vinto una scommessa importante: portare uno spettacolo di questo livello in Italia sfidando la stagione più difficile per il circo (la primavera) e la congiuntura economica che sta falcidiando numerose attività e attirando sotto allo chapiteau un pubblico nuovo e fresco. Da veri impresari si sono accollati un forte rischio di impresa sperimentando una strada nuova per il nostro Paese e affrontando investimenti pubblicitari davvero cospicui: una massiccia campagna di affissioni, banner su autobus e mezzi pubblico e una capillare comunicazione multimediale attraverso i più seguiti social network.
Ora che la strada è spianata e che si è preso coscienza che anche il pubblico italiano reagisce con entusiasmo alle novità e che il genere incontra i gusti dei giovani, assisteremo a breve ad altri esperimenti in questo ambito ispirato al tema degli “orrori”. Per chiunque si azzardi a cimentarsi in questo tipo di operazione sarà importante cogliere la portata del fenomeno fino in fondo e non limitarsi alla superficie: non si tratta solo di clonare un ambiente o di mascherare i numeri tradizionali con una connotazione da “horror”, bensì di costruire per il pubblico un’esperienza completa in cui emerga professionalità in ogni singolo dettaglio, dalle strutture alle scelte artistiche, dalla scrittura della drammaturgia alla creazione dei personaggi, dalla comicità all’illuminotecnica, dal marketing alla comunicazione. L’alchimia perfetta di questo spettacolo è legata al carisma di Suso e alla capacità sua e degli altri artisti della compagnia di relazionarsi con il pubblico, di sapere trovare il limite oltre il quale spingersi senza comunque esagerare per divertire come pochi altri spettacoli riescono a fare. Di saper dosare il brivido e il divertimento. E soprattutto di ingenerare una aspettativa che alla fine dello spettacolo viene mantenuta e che lascia il ricordo di una serata indelebile.
Dario Duranti
08/06/2014 15.45.29
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