Circusfans Italia

IL PORTALE DEL CIRCO ITALIANO

Kurios a Roma. La follia creativa del Cirque du Soleil sorprende l’immaginazione

Kurios a Roma. La follia creativa del Cirque du Soleil sorprende l’immaginazione

Varcare le tende di Kurios trasmette l’idea della portata del grande evento che è il ritorno in Italia dopo sei anni del Cirque du Soleil sotto chapiteau (l’ultimo fu Amaluna nel 2017; prima Alegria nel 2006 e Saltimbanco nel 2004). Un appuntamento molto atteso e rinviato di 2 anni a causa della Pandemia. I romani (ma possiamo dire gli Italiani) aspettavano il circo canadese dal 2020 quando sarebbe dovuto arrivare Totem. Nel frattempo alla riapertura degli spettacoli dopo la Pandemia, quella produzione è uscita di scena e i partner italiani Show Bees e Vivo Concerti hanno deciso di riprogrammare l’appuntamento invitando la 35esima creazione del Cirque du Soleil, Kurios appunto, che vide la luce il 24 aprile 2014.

La grande hall di ingresso è caratterizzata da un ambiente dallo stile essenziale, elegante e moderno, tra bar, shop di souvenir, gigantografie che richiamano il mood e i personaggi dello show. Lo chapiteau (52 metri di diametro e 2600 posti a sedere) presenta 6 varchi di ingresso e una volta entrati si nota la sua grandezza e l’ottima visibilità.

La sala è illuminata da luci soffuse dai toni caldi provenienti da fari di grandi dimensioni in perfetto stile retrò (primi Novecento) e una musica di sottofondo crea una atmosfera rilassante. Ed è da questa luce morbida e soffusa che si inizia ad apprezzare la grande scenografia che arricchisce la pista, le antenne e la cupola: tutti gli elementi rievocano la camera delle meraviglie di un Cercatore, piena di oggetti insoliti raccolti durante i suoi viaggi. Ambientato in quello che si potrebbe definire un retro-futuro, l’impianto scenico fa numerosi riferimenti all’inizio della rivoluzione industriale avvenuta durante il XIX secolo, senza esserne vincolato però. “È come se Jules Verne incontrasse Thomas Edison in una realtà alternativa, fuori dal tempo” – spiega lo scenografo Stéphane Roy. Ed in effetti ci troviamo in un’atmosfera che richiama la cultura steampunk.

In questo universo parallelo è, infatti, il motore a vapore e non il motore a combustione interna a regnare sovrano. Il set evoca l’inizio dell’era dell’industrializzazione, ma è come se la scienza e la tecnologia si fossero evolute diversamente e il progresso avesse assunto una dimensione più umana.

Nulla o quasi resta a testimoniare la realtà quotidiana, che sembra esserci lasciati alle spalle. In questo fantastico Laboratorio delle stranezze (il cabinet del titolo) si muovono lente creature molto particolari: una testa da insetto su corpi dalle forme quasi umane, e un costume improbabile tra una corazza da guerra, una astronave o un accessorio da immersione. La pista è attraversata da una lunga passerella di quelle che si usavano il secolo scorso per imbarcarsi sulle grandi navi transatlantiche e il personale viene presto ad invitarci per provare questa esperienza che inizia da dietro il sipario.

Seguendo la nostra guida ci avviciniamo ad una grande clessidra acquario, costruita in una ampolla di vetro alta più di due metri, piena di strumenti da navigazione, compassi, ingranaggi, valvole, lucine e globi terrestri. Questo momento oltre che di intrattenimento si carica di valore simbolico nel momento in cui la pista inizia piano piano a riempirsi di personaggi fantastici e dai costumi bizzarri.

Mentre in sala si vanno a colmare gli ultimi posti, sulla grande pista rialzata di legno (richiamo ad uno stupendo pavimento di legno intarsiato in stile Liberty), entrano altri personaggi unici e stravaganti che vanno a posizionare oggetti multiformi: grandi valvole su carrellini, una sorta di console musicale con la tromba di un grammofono, un’antenna per captare segnali dell’universo a forma di imbuto e altri strumenti improbabili. In pista dirige i movimenti un folle scienziato dal classico camice bianco, affiancato da altri assistenti, e ancora una donna orientale con trucco da geisha e costume a gonna composta di cerchi concentrici che usa spesso come una antenna futurista sollevandola verso il cielo. Appaiono due fratelli siamesi che cammineranno per tutto lo spettacolo condividendo le loro gambe centrali in pantalone nero dando l’effetto di avete due gambe in due corpi. E’ questa la cornice in cui prende il via lo spettacolo, uno show in cui i numeri passano in secondo piano rispetto all’impatto e alla coerenza dei quadri che si susseguono ricreando atmosfere e ambientazioni diverse.

I vari cambi di scena e di quadri, vengono anticipati dall’ingresso in pista di fantasiosi mezzi di trasporto dal gusto retrò: un aereo dalle ali di tela, una grande mongolfiera, sbuffanti treni a vapore, una bicicletta volante, un enorme scafandro che pare un sommergibile; e da magnifici effetti luminosi e sonori che rendono la scena quasi palpabile. La musica eseguita dal vivo, e un’acustica dotata di effetti surround, ci immergono nella scena che si muove intorno a noi, sopra le nostre teste, fino sulle gradinate.

Lo spettacolo va in crescendo, con ritmi sempre più incalzanti e coinvolgenti fino all’apoteosi finale. Tecnicamente la seconda parte è decisamente più forte della prima, ma questo forse lo coglie maggiormente chi ha una certa predisposizione per le discipline circensi.

Parlare dei numeri è riduttivo, proprio per quanto si diceva precedentemente, ma meritano una menzione, nella prima parte iil numero di verticali, la bicicletta volante (una bicicletta sospesa e rotante che diventa un trapezio) e il quadro aereo. Nella seconda le esibizioni sono più corali e coinvolgono non più solisti o coppie bensì diversi membri della compagnia. D’effetto il rullo oscillante a grande altezza, le cinghie aeree e la troupe di acrobatica in banchina. Strepitoso il quadro di salti su quella che apparentemente sembra una rete da trapezio volante ma che si rivela essere un grande letto elastico sospeso a diversi metri da terra che copre tutta la pista. Gli artisti diventano protagonisti di un quadro ispirato al mare, saltano come pesci sulla superficie marina e sembrano sfiorare le teste del pubblico. Spettacolare ed efficacissimo!

Vogliamo concludere rimarcando come ogni aspetto sia curato in maniera impeccabile: la musica live eseguita dall’orchestra per tutto il tempo dello spettacolo, l’acustica da sala cinematografica, la qualità dell’audio, la sincronia dei movimenti e l’assenza di tempi morti. Costumi e attrezzi di scena che diventano uno dei punti di forza di Kurios. Basti pensare alla gigantesca mano meccanica su cui si esibiscono le contorsioniste: un enorme guscio in fibra di vetro a forma di mano del peso di 340 kg, azionato da due persone tramite un meccanismo di pedali e ingranaggi; o la mongolfiera realizzata con uno schermo per proiezione di 4,3 metri di diametro. Son ben più che una scenografia, ma macchine sceniche di centrale importanza nell’economia dell’evento.

C’era grande attesa e aspettativa per il ritorno del Cirque o gli oltre 130.000 biglietti venduti lo testimoniano. Un’aspettativa che è stata ampiamente ripagata. Gli spettacoli a Roma proseguono fino al 29 aprile. Poi Milano dal 10 maggio al 25 giugno. Non perdetevelo.

Di Andrea Tamburrini

Foto Mathew Tsang e Andrea Tamburrini

GUARDA LA PHOTOGALLERY

 

Kurios a Roma. La follia creativa del Cirque du Soleil sorprende l’immaginazione

Visita le nostre sezioni

IL MONTAGGIO DELLO CHAPITEAU DEL
CIRQUE DU SOLEIL A ROMA

PAGINE DI CIRCO

ARCHIVIO

ALMANACCO DEL FESTIVAL DI MONTE-CARLO

 TOURNEE’

Per rimanere sempre aggiornati sulle tappe dei circhi italiani

Se questo articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi social utilizzando i bottoni che trovi qui sotto

Translate »
error: I contenuti sono di proprietà di www.circusfans.eu - Contents are owned by www.circusfans.eu.