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HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO IL MITO DI UN PERSONAGGIO LEGGENDARIO

HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO IL MITO DI UN PERSONAGGIO LEGGENDARIO

Ha fatto ruggire i motori come Darix aveva fatto con i leoni, ha domato pistoni e pneumatici, ha fatto fare il debout ad auto, tir e trattori con la facilità con cui i Togni suoi predecessori e coetanei facevano impennare cavalli e tigri. Ha portato negli autodromi il carisma, il timing e la completezza del performer circense. Ha sostanzialmente trasportato il know how della sua dinastia dalla segatura all’asfalto per dar vita a quello che è stato definito il Circo dei Motori, inventando qualcosa, personalizzandolo, caratterizzandolo e rendendolo un marchio di fabbrica.

In questo Holer è stato un geniale innovatore, un creativo, un eroe dello spettacolo dal vivo. Holer era Holer, ma sia ben chiaro, era una delle tre punte del triangolo formato da 3 lettere: HDW. Holer, Divier e Wioris.

Wioris,il padre, la base del triangolo a sorreggerlo e sopra Holer e Divier. Due assi ciascuno nel proprio ambito. Holer in prima linea, il volto, il carisma, il comunicatore degli Stunt Cars. Divier dietro le quinte, che faceva la spola tra sponsor e uffici, tra piazze e marketing, per moltiplicare l’efficacia e l’impatto di quel volto comunicatore, quel cranio rasato che ricordava al grande pubblico Yul Brynner e il Tenente Kojak ma che per tutti nel giro di pochi anni era l’unico grande stunt man italiano. Holer Togni o semplicemente Holer.

Divier a sinistra, Holer in basso con i genitori Liliana Casartelli e Wioris Togni

Al pari di Moira Orfei, il volto e il nome di Holer era su tutti i manifesti al pari di una icona pop riconoscibile da tutti, anche da chi non era appassionato del genere. Ogni anno ripeteva la stessa tournée, da aprile a settembre circa. Immancabili Torino, Milano, l’Autodromo di Monza, il Motor Show di Bologna, alcune delle piazze di più sicure e attese.

A Torino, grazie anche all’importanza dell’industria automobilistica nel capoluogo, la permanenza di Holer e dei suoi show era un happening. La città era tappezzata di manifesti a quadri bianchi e neri e dal suo volto riprodotto su gigantografie fluorescenti. I bambini impazzivano, e dopo lo spettacolo si andava in pista a chiedere l’autografo e fare la foto ricordo. Foto e locandine che hanno trovato spazio nelle camerette di migliaia di ragazzini tra gli anni Settanta e i primi Novanta, quando Holer e i suoi show sono stati davvero al top della popolarità.

Nel 1978 l’incontro fortuito con l’Avvocato Agnelli che Holer seppe abilmente coinvolgere nello spettacolo, proponendogli di salire a bordo della sua auto per buona parte dello show. Ne nascerà una conoscenza personale che agevolerà anche alcuni importanti contratti di collaborazione tra i suoi show e la casa automobilistica i cui loghi e marchi erano spesso riportati su manifesti, auto e tute dei piloti. Del resto Holer da parte sua poteva contare su migliaia (forse milioni) di spettatori all’anno, numeri importati per qualsiasi azienda da un punto di vista delle sponsorizzazioni e del marketing.

Holer fa notizia, quando arriva con le sue auto o quando qualcosa va storto. Se una volta faceva notizia il leone che fuggiva o il domatore ferito, ora a far notizia sono le evoluzioni su quattro ruote, sia quelle sfortunate, come l’incidente del 1983 che costrinse Holer a uno stop di tre mesi tra ospedalizzazione, convalescenza e riabilitazione; sia quelle gioiose e leggendarie, come il record del 1995 a Nurbering in Germania quando mise su un fianco, su tre ruote dunque, un rimorchio: tir con motrice. Sarà pubblicato nel Guinness dei Primati del 1997 per motivi legati alla stampa del libro.

Il record del 1995 in Germania a Nurbering: Il tir su 3 ruote per 151 metri.

 “Guidare come Holer Togni” diventa un’espressione comune del linguaggio parlato. “Stai attento! Non essere spericolato, non sei Holer Togni”. Questo il senso di questa locuzione che si sente ancora e che negli anni Ottanta-Novanta era usata spesso anche sui giornali.

Holer entra così nell’immaginario collettivo e nel cuore degli italiani. Chi nasce nel circo, anche quando fa cose grandi o enormi, in genere le fa nel circo da cui proviene. Holer (grazie alla sua famiglia, prima e al suo talento e alla sua immaginazione, poi), riesce a farle in un modo nuovo e diverso da quello da cui proviene. E apre una strada. Si, perché se in qualche modo Holer impara da chi lo ha preceduto, se in qualche modo segue il successo degli spettacoli di matrice americana, gli Hell Drivers e le varie compagnie tedesche, francesi e canadesi di stuntman, dall’altro rinnova la formula, la contamina con elementi provenienti dal circo, e oltre a puntare sulla spettacolarità, personalizza lo show sul concetto di star che lui col suo phisique du rol incarna alla perfezione.

Dopo Holer in Italia il genere delle auto acrobatiche si afferma notevolmente. Altre famiglie propongono spettacoli altrettanto interessanti. Compagnie italiane, francesi, allievi dello stesso Holer, suoi collaboratori, il settore si arricchisce di proposte. Holer mantiene il suo spazio, proprio perché fortemente legato sulla sua personalità. Ma nel frattempo appunto si dedica anche ad altri settori. Arriva poi la Tv, il cinema e tra le molteplici esperienze, ricordiamo il celebre scherzo a Giorgio Faletti di Scherzi a parte che a sua volta riprendeva una scena del film “Volere Volare” di Maurizio Nichetti.

HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO

Holer non ha mai rinnegato il circo, anzi ne era fieramente orgoglioso. Lo menzionava sempre, riconosceva di non essere stato un artista talentuoso nella pista di segatura, ma aveva fatto di tutto (cavallerizzo, cow boy, trapezista, clown, speaker,…) e aveva imparato tutto quello che gli servirà nella sua seconda parte di carriera. Questo lo renderà uno showman a tutto tondo.

Trapezista nel 1965
HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO
1968. Holer cavallerizzo al Circo Darix Togni

Holer era inoltre uno straordinario testimone della storia del Circo e del Circo Togni in particolare, attento ai dettagli, preciso nei ricordi, accurato nelle ricostruzioni. Con quella dose di sana e creativa follia di cui solo un genio del volante che non aveva paura della velocità e del rischio poteva disporre.

   

HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO          

HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO
2009 a Milano. L’esibizione davanti al PalaSharp per i 150 anni della famiglia Togni-Casartelli (Foto D. Duranti) 

HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO 

Se n’è andato sicuramente troppo presto. Ma ha lasciato un segno profondo, unico e inconfondibile nella storia del nostro mondo. Nella storia dello spettacolo dal vivo. E il toccante monologo finale con cui nei primi anni duemila concludeva i suoi spettacoli racchiudono tutta la forza del suo personaggio, la completezza della sua figura artistica, il carisma dell’uomo di circo e dell’artista a 360 gradi che è stato. Vi consigliamo di ascoltarlo e riscoltarlo. In quanti show di auto acrobatiche si può immaginare un monologo di tale intensità? Solo in quello di Holer. Perché era Unico e lo rimarrà per sempre.


Il toccante monologo con cui concludeva lo spettacolo
GUARDA IL VIDEO

a cura di Dario Duranti

HOLER TOGNI DAL CIRCO ALLE AUTO

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